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Medicina del dolore e cure palliative. L'intervento integrale di Francesco Paolo Casavola. L'approfondimento di Clarus

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Un estratto dell’articolo pubblicato sul numero di Clarus di ottobre. Al Cotton Village di Piedimonte Matese la lectio magistrali di Francesco Paolo Casavola in occasione del Convegno organizzato dal Distretto Sanitario n.15 a dal Reparto di Rianimazione e Terapia intensiva dell’Ospedale civile Ave Gratia Plena.
In allegato l’intervento integrale del prof. Casavola

di Grazia Biasi – Un’attenzione nuova e diversa nasce per il complesso mondo delle persone in stato avanzato di malattia attraverso l’iniziativa nata dieci anni fa dall’ospedale civile Ave Gratia Plena di Piedimonte Matese. (…)

Da sinistra, il professore Francesco Paolo Casavola, S. E. Mons. Valentino Di Cerbo, il Dr. Bennardo Di Matteo e il Dr.Gennaro Di Virgilio, responsabile del reparto di Rianimazione di Piedimonte
Da sinistra, il professore Francesco Paolo Casavola, S. E. Mons. Valentino Di Cerbo, il Dr. Bennardo Di Matteo e il Dr.Gennaro Di Virgilio, responsabile del reparto di Rianimazione di Piedimonte

Dinamiche assistenziali nelle cure palliativa: la fase avanzata di malattia tra Ospedale e Domicilio. E’ il convegno che ha raccolto medici e infermieri sabato 12 ottobre presso il Cotton Village di Piedimonte Matese, ma soprattutto ha chiamato a confrontarsi volti noti del panorama medico provinciale e regionale: Maria Rosaria Monsurrò, Raffaele Nettuno, Gennaro Russo, Luigi Ievoli, solo per citarne alcuni. A capo del progetto, fin dal suo inizio, e responsabile del Convegno, il dottore Bennardo Di Matteo, medico anestesista rianimatore, esperto in Medicina del Dolore e Cure Palliative, ormai un punto di riferimento per i colleghi e molte famiglie del territorio.
L’attesa è stata tutta per l’intervento del professore Francesco Paolo Casavola, incaricato della lectio magistralis in apertura dei lavori. Presidente emerito della Corte Costituzionale, oggi a capo del Consiglio nazionale di Boetica, ha affascinato i presenti nel racconto di morte e vita, compagne di viaggio fin dall’antichità, indagando poi nello specifico la legislazione dei Paesi europei e dell’Italia in merito alla terapia del dolore e alla scelta – libera o meno – di porre fine alla propria vita in caso di grave malattia.
(…)
«Amiche e amici». Si è presentato così il professore Francesco Paolo Casavola, focalizzando immediatamente l’attenzione e un deciso senso di rispetto sulla figura del medico: «Fin dall’infanzia ho sempre guardato al medico come ad un uomo privilegiato e non perché visitasse i malati per curarli e guarirli. In questo la sua esperienza era non troppo diversa da quella di quanti – familiari, parenti, vicini, conoscenti, amici, hanno in casa o entrano nella casa di un bambino, di un adulto, di un anziano ammalato. La relazione sua con i pazienti restava sociale e professionale. Ma quando assistesse un moribondo? Doveva essere tutt’altra vicenda. Il medico può leggere sul volto e sul corpo degli esseri umani quel che accade nell’ora della morte. Senza il turbamento emotivo di chi al morente è legato da vincoli affettivi, con l’obiettivo dell’osservazione clinica».
Casavola, con opportuna sintesi ha ricostruito un percorso che ci piace definire della morte nella storia «non importa quanto umile o eminente». Medicina del dolore_Casavola2
La curiosità per la morte e una tale “confidenza” con essa deriva dal fatto che «l’essere umano è l’unico animale che sa di dover morire. Di qui due diversi modi di porsi dinanzi alla morte altrui o alla morte di sé. La prima induce forme della mentalità collettiva e conduce ad usi funerari conseguenti. La seconda può accendere una riflessione costante durante la vita sulla propria morte, di cui si ha terrore o che si accetta con diverse chiavi filosofiche o religiose». E così, passando in rassegna la storia, il Professore ha descritto il diverso approccio degli uomini nei confronti del loro destino. Ripercorrendo la Storia, il “racconto” di Casavola giunge a confrontarsi con tempi moderni, quelli che pongono l’uomo di fronte alla scelta di morire nel caso di grave malattia – living will – che Casavola cita quale «atto di sfiducia, se non proprio di rivolta, nei confronti dei medici in una fase di tale progresso delle conoscenze e degli strumenti clinici, farmacologici e meccanici. (…) Diventa perciò il living will uno dei nodi più aspri della riflessione bioetica». Negli anni ’70 il dibattito si accende negli Stati Uniti e conduce il paese e legiferare in merito. In Italia si fa ancora difficoltà a legiferare sulle disposizioni anticipate di trattamento (living will), sulla nomina di fiduciari del morente, sulla testimonianza dei familiari. Nel mezzo si colloca il concetto della cosiddetta alleanza terapeutica tra medico e paziente, tale da indurre empatia tra le due figure. Ma è sempre realizzabile tutto ciò? E’ possibile a tutti? Per il continente europeo una prima risposta arriva nel 1997 dalla Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina firmata ad Oviedo dal Consiglio d’Europa dove all’art.9, alludendo alla pratica del living will, si legge “i desideri precedentemente espressi a proposito di un intervento medico da parte di un paziente che, al momento dell’intervento non è in grado di esprimere la sua volontà saranno tenuti in considerazione”. «Nulla di vincolante» – esprime Casavola. In Italia la battaglia tra ordinamenti giuridici e medici prosegue a volte silenziosamente, altre volte con toni più accesi. Nel nostro Paese il dibattito è meno maturo rispetto agli altri europei che hanno legiferato in maniera più chiara ed incisiva rispetto ad Oviedo. «Il legislatore – ha affermato Casavola, concludendo il suo intervento – deve schierarsi per una delle due tesi contrapposte, per la disponibilità della vita umana da parte di chicchesia o per la sua disponibilità da parte di chi intende viverla senza le sofferenze e le angosce di una agonia inutilmente prolungata. La mediazione tra valori etici diversi deve compierla la società, non la legge». Solo quando le dissertazioni etiche assumeranno toni più pratici, orientado di fatto verso le cure palliative, «la quesitone dell’eutanasia potrebbe sciogliersi in una scelta etica, non legale».

Lectio Magistralis Casavola_Medicina del Dolore_PIEDIMONTE MATESE (clicca per scaricare il file)

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