Home Dalla Campania Pietravairano. Danni dei cinghiali all’agricoltura, dagli attivisti M5S richiesta di soluzione

Pietravairano. Danni dei cinghiali all’agricoltura, dagli attivisti M5S richiesta di soluzione

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Una vera e propria piaga con la quale molti agricoltori sono costretti a fare i conti e a cui va posto rimedio per evitare pericolose conseguenze alle coltivazioni

Comunicato – Lo scorso 29 ottobre, in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, è stata approvata, a maggioranza, la risoluzione riguardante i danni causati alle coltivazioni dalla proliferazione dei cinghiali, depositata dai cinghialicomponenti del Movimento Cinque Stelle. Nel testo unitario sono state accolte tutte le istanze presentate dal M5S nell’intento di trovare soluzioni utili al bene comune.
È stato auspicato, infatti, un immediato ristoro dei danni provocati dalla fauna selvatica agli agricoltori, la promozione di bandi per la realizzazione e la manutenzione di strumenti di prevenzione a difesa dei comprensori o delle singole proprietà, nonché per il controllo della fertilità dei suoli, oltre all’assunzione di iniziative normative volte ad introdurre una moratoria nei confronti dei debiti che i conduttori dei fondi hanno contratto nei confronti della Pubblica Amministrazione a seguito del mancato reddito causato dal danneggiamento delle colture. Considerato il lassismo delle istituzioni territoriali preposte, impassibili nei confronti del disastro che si stava consumando da anni nell’Alto Casertano, lo scorso luglio gli attivisti del Meetup ‘Pietravairano in Movimento’ avevano inviato una richiesta di pronto intervento ai membri del M5S della suddetta Commissione, ottenendo informazioni quotidiane sulle discussioni e sulle audizioni dei vari enti ed associazioni di categoria relative alla risoluzione attraverso una fitta corrispondenza con l’on. Massimiliano Bernini, portavoce del M5S. Dopo l’approvazione di questa importante risoluzione, la speranza è che gli enti territoriali preposti si impegnino tempestivamente a cercare, a livello locale, la soluzione più adeguata per un problema che affligge gran parte degli agricoltori dediti alla coltivazione del granturco e che rischia di mettere a repentaglio l’intera produzione per i prossimi anni.

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