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Alife. Immigrati, controlli caldaie e biomasse, ne discute un comitato cittadino

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Immigrati in città, controlli alle caldaie, impianto di smaltimento rifiuti organici: gli alifani fanno squadra per “capire meglio”

La Redazione – Si è alzata da più cittadini la volontà di fare chiarezza su “emergenze” che negli ultimi giorni hanno fatto discutere sul web e “dal vivo” numerosi alifani: si tratta dell’arrivo in città di un gruppo di migranti contro i quali si è alzato, forse senza giustificato motivo, il vento della protesta (e che pare ormai sedato) e la vicenda dei controlli alle caldaie degli impianti domestici per mano di una ditta incaricata dalla Provincia, su cui la popolazione non ci vede chiaro.
Dapprima un gruppo ristretto, poi sempre più numeroso, ha fatto capo alla minoranza consiliare, nella persona del capogruppo Gianfranco Di Caprio ottenendo grazie alla Pro Loco Alifana la possibilità di riunirsi presso la propria sede e affrontare con lucidità e razionalità situazioni che in questo momento stanno a cuore alla cittadinanza.
Circa 10o persone, diverse le età, hanno discusso sul caso “immigrati” su cui è stata fatta prontamente chiarezza al fine di tranquillizzare la popolazione ma soprattutto smorzare la polemica discriminatoria che ha diviso la popolazione, frutto di una distorta e approssimativa informazione.
Non possono superare le 100 unità gli immigrati che un comune può ospitare; nel caso di Alife, la Prefettura ha individuato una struttura (l’unica adatta sul territorio) che stando ai metri quadrati e alla disponibilità di servizi igienici non potrà accogliere più di 30 rifugiati politici. La gestione della casa in cui si trovano, così come del gruppo di giovani stranieri, è stata presa in carico da una cooperativa del Lazio.
alife_immigratiNon si tratta di clandestini, ma di uomini che hanno chiesto asilo politico (che non si nega) e che non vedono certo qui il loro futuro – brevemente: un rifugiato politico è la persona che chiede protezione ad uno stato fornendo opportune motivazioni circa la sua richiesta, che lo stato può accogliere o respingere. In questo caso si tratta di persone che hanno lungamente avuto contatti con lo stato/Italia e ai quali è stato concesso l’asilo.
Nella casa dove sono ospitati, sulla Strada Provinciale verso Dragoni, vivono in compagnia di un mediatore culturale che conosce 5 lingue straniere, quindi perfettamente in grado di interfacciarsi con loro che al momento sono meno di 20.
L’incontro tra i cittadini di Alife ha permesso così di placare da subito gli animi più accesi e iniziare a guardare con occhi diversi la presenza di questi ragazzi che in realtà cercano familiarità e accoglienza in un momento difficile della loro vita.
Quanto conta la corretta informazione? Molto, se si pensa che in tanti hanno temuto che la spesa per “mantenere” i nuovi arrivati dovesse pesare sulle casse del Comune: i 30 euro (circa) giornalieri fanno parte del bilancio della missione europea Frontex che in questo momento ha in carico il controllo delle immigrazioni. Si tratta di benefici che spettano alle cooperative che provvedono al mantenimento giornalieri di queste persone (incluse spese di consumi elettrici e di gas); a ciascuno di loro è corrisposta la cifra di € 2,50 per le più piccole necessità giornaliere.
L’altro problema affrontato,  è stato quello relativo al controllo degli impianti di riscaldamento con immissioni nell’atmosfera: la ditta incaricata dalla Provincia di effettuare i controlli sta bussando alle porte degli alifani, i quali lamentano mancata informazione da parte delle istituzioni locali sulla validità e veridicità del servizio. Poche e distorte informazioni, generate dal semplice passaparola, non permettono in questo momento ai cittadini di comprendere quale sia la realtà dei fatti.
Al centro del dibattito anche il caso dell‘impianto di smaltimento di rifiuti organici da realizzarsi nella zona Asi: le novità, l’esito della discussione, e i timori della popolazione, li racconteremo presto.

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