Le origini e le indagini archeologiche
La chiesa di S. Maria di Compulteria fu costruita in età tardo-antica, intorno al V secolo, parallelamente all’incremento numerico delle sedi vescovili campano – sannitiche. A partire dal VI secolo l’edificio religioso è attestato come chiesa cattedrale della diocesi di Compulteria. Fulcro di un contesto insediativo, si distinse per la presenza di nuclei produttivi agrari collegati ad interessi patrimoniali della Chiesa di Roma e di ambienti aristocratici. La basilica, sita nel comune di Alvignano, sorgerebbe sull’antica città romana di Cubulteria. In realtà, recenti scoperte archeologiche sottolineano un carattere rurale, anziché urbano, delle strutture rinvenute nei pressi dell’edificio religioso. Gli scavi hanno portato alla luce una capanna protostorica, un ambiente con strutture in opera reticolata di I a. C. – III d. C., un santuario arcaico, una casa colonica tra la fine del III e la metà del II secolo a. C., le strutture di una villa con muri in opera reticolata di I secolo a. C., un’area sepolcrale di età primo imperiale ed un complesso residenziale frequentato fino al III secolo d. C..

La struttura dell’edificio religioso
La chiesa di S. Maria di Compulteria è caratterizzata da un edificio a tre navate con abside occidentata. Due file di 6 pilastri tripartiscono lo spazio interno e sorreggono 7 archi a tutto sesto realizzati in laterizi. Un gradino in lastre di calcare permette di accedere al piano di calpestio leggermente sopraelevato dell’abside, evidenziato da un imponente arco in laterizi. Tracce della pavimentazione originale, come lacerti di mosaici (a tessere bianche e nere o a motivo floreale) o resti di un piano di calpestio in mattoncini, sono state rinvenute all’interno dell’edificio a seguito di indagini stratigrafiche. Un nartece, conservato solo parzialmente, collega le tre navate con l’esterno della Chiesa. Il muro perimetrale, all’estremità ovest della navata sinistra, si apre in una piccola abside laterale la cui funzione non è stata ancora definita con certezza. Sette finestre per ogni lato e tre aperture presenti sulla facciata principale garantiscono l’illuminazione naturale dell’edificio. Un tetto a capriate a doppio spiovente, completamente restaurato e simile all’originale, caratterizza la copertura della struttura.

Le fasi di occupazione del sito
I recenti scavi archeologici hanno permesso di ricostruire una sequenza cronologica delle diverse fasi di occupazione del sito. Nella prima fase edilizia, S. Maria di Compulteria si presentava come un edificio basilicale, con interno suddiviso da pilastri, cui si accedeva tramite un ingresso sormontato da un arco in laterizi. La struttura era preceduta da un nartece con volta a botte. Nella seconda fase edilizia, a seguito di catastrofi naturali come terremoti e cedimenti di suolo, il nartece subisce una profonda trasformazione perdendo la sua funzione originaria e diventando una torre campanaria addossata alla facciata. Nella terza fase edilizia, dopo la demolizione delle murature laterali del nartece, il suo corpo centrale è oggetto di una nuova trasformazione. Viene realizzato l’arco più esterno con rivestimento in opera listata con blocchi di tufo e laterizi. Nella quarta ed ultima fase edilizia, intorno al VII secolo, l’insediamento rurale si rinnova sfruttando i materiali della villa di età imperiale. A ridosso dell’edificio religioso, sorge anche un’area cimiteriale connessa ad un villaggio che sopravviverà fino agli inizi dell’XI secolo. (fonte: Alessia Frisetti in Annuario ASMV 2010)

(da Clarus n.6 Giugno-2013)

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