Home Chiesa e Diocesi “Chiudiamo la forbice”, azzerare le differenze? Si può!

“Chiudiamo la forbice”, azzerare le differenze? Si può!

Le parrocchie Santa Maria Maggiore (Piedimonte Matese) e Santa Croce (Raviscanina), grazie all'iniziativa dell'Ufficio Missionario diocesano, si distinguono brillantemente nel concorso nazionale "Chiudiamo la forbice"

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A cura di Lavinia Onofrio – La diocesi di Alife-Caiazzo, rappresentata dalle parrocchie Santa Maria Maggiore di Piedimonte Matese e Santa Croce di Raviscanina, grazie all’iniziativa dell’Ufficio Missionario diocesano, ha partecipato al concorso nazionale “Chiudiamo la forbice”, portando a casa un risultato più che gratificante. I ragazzi di Santa Maria Maggiore si aggiudicano il premio per le categorie Video e Fotografia; alla parrocchia Santa Croce, invece, va il riconoscimento per la categoria Disegno.
Il Concorso fa capo alla campagna promossa da Azione Cattolica Italiana, Caritas Italiana, Centro Turistico Giovanile, Coldiretti, Comunità Papa Giovanni XXIII, Earth Day Italia, FOCSIV, Fondazione Missio, Movimento Cristiano Lavoratori, Pax Christi Italia, Giovani Salesiani per il Sociale, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, Comunità di Vita Cristiana-Lega Missionaria Studenti, Fondazione finanza Etica, Avvenire, Sir, RadioinBLu, TV2000.

IL VIDEO DELLA PARROCCHIA SANTA MARIA MAGGIORE

Chiudere la forbice delle diseguaglianze è la nuova campagna, l’imperativo che vogliamo assumere come priorità, per garantire ad ogni donna e ad ogni uomo che vive su questo pianeta la possibilità di vivere una vita dignitosa e piena, libera dalla paura e dal bisogno, in questa generazione e nelle generazioni future, affinché le migrazioni siano una scelta libera, rispondendo all’appello di Papa Francesco nella Evangelii Gaudium (202) L’iniquità è la radice dei mali sociali, invitandoci a lavorare sulle cause strutturali di un sistema economico che uccide, esclude, scarta uomini, donne e bambini.

Lo scorso 19 dicembre, un gruppo di bambini e ragazzi appartenenti alle due Parrocchie di Alife-Caiazzo, accompagnate da don Armando Visone, parroco di Santa Croce, e suor Celestilla Franzolin impegnata nella comunità di Santa Maria Maggiore, si sono recati a Roma, non solo per ricevere il riconoscimento guadagnato, ma anche per prendere parte al Seminario di studi in cui i relatori che si sono avvicendati hanno approfondito una tematica che tocca ogni singolo individuo, ossia la “povertà educativa” nel mondo. Ad intervenire per prima Carina Rossa, referente di Scholas Occurrentes, organismo pontificio che si occupa delle responsabilità dell’educazione; in particolare, con il progetto “Cittadinanza” rivolto agli istituti superiori e approvato anche dal Miur, viene affrontato il diritto all’educazione che spetta agli studenti, essenziale per imparare a lavorare, contribuendo alla serenità familiare, comportandosi con senso civico e imparando l’importanza della convivenza.

La parola è stata presa in seguito da Laura Migliorini, docente di Psicologia, la quale ha parlato dei primi 1000 giorni di vita dei bambini: una straordinaria opportunità, perché dà un’impronta fondamentale per lo sviluppo globale del bambino, da cui inizia il processo della prima infanzia, fortemente incisivo sulla formazione della personalità. Oggi i bambini stabiliscono un rapporto stretto con gli strumenti elettronici sin dall’infanzia e la straordinaria capacità di saper utilizzare oggetti informatici rappresenta un rischio per i “nativi digitali“, perché il più delle volte i messaggi veicolati sono dannosi per una crescita sana.

Dalle parole di Lavinia
Nel convegno di ieri, le relatrici hanno cominciato, parlando di una tematica che riguarda un po’ tutti noi, ossia la povertà educativa nel mondo, che appunto crea disuguaglianze. Non sempre si percepisce come si vive nella vita, si è perso tutto, il senso, le origini, le proprie culture, però se queste iniziative incoraggiano le persone a mettercela tutta per vivere di nuovo la propria vita, vuol dire che sono progetti molto interessanti.

Nella foto Lavinia Onofrio

Don Giuseppe Pizzoli, direttore dell’Ufficio Missionario Nazionale, ha raccontato la sua esperienza nel Brasile, e di come bisogna rispettare la cultura dell’altro e non schiacciarla, se si vuole portare il Vangelo. Il convegno è stato favoloso, perché sono state tematiche che riguardano da vicino tutti, genitori, operatori, animatori, e a me è arrivato un messaggio profondo nel mio cuore. Sono stata molto felice di partecipare al convegno e alla premiazione, insieme al mio gruppo parrocchiale di Santa Maria Maggiore di Piedimonte Matese, che ha vinto il premio per la foto e il video di questo concorso: ho vinto, con gli altri, per la prima volta e avevo il cuore stracolmo di gioia”.

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