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Preti con le mani “sporche di Dio” e tra la gente. Ne saremo capaci?

"Contagiati di speranza" la rubrica a firma dei sacerdoti della Diocesi di Alife-Caiazzo oggi ci riserva il contributo di don Salvatore Di Chello, parroco di San Sebastiano Martire in Valle Agricola. Dopo le trasmissioni via web di messe e preghiere, come tornerà ad essere la nostra missione tra la gente? E quale percezione di noi daremo ai nostri fedeli? Parole interrogano sull'identità del sacerdote

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Contagiati di speranza / 5

Salvatore Di Chello* – Guardandomi attorno, sui social, in tv, riscopro la quantità di iniziative di tanti sacerdoti che, ammirevolmente, cercano di diffondere il Vangelo nei più svariati modi. È straordinario quanto amore ci mettano nell’architettare modalità di “riappropriazione della fede”…ma mi domando, quanto resterà ai più? Certamente resterà il ricordo di una chiesa che ha portato in piazza le statue, le messe su facebook, i preti su campanili nel tentativo, talvolta poco riuscito, di benedire persone e cose…

La Chiesa post Covid (ribadendo che l’emergenza tutt’ora non è rientrata) sarà sicuramente una Chiesa diversa. Se riuscirà a scrollarsi di dosso fuochi fatui, maniaci di protagonismo a tutti i costi, personalità (e persone) strabicamente predisposte a servire dio e mammnona (la “d” è volutamente minuscola), allora potrà ripartire non da zero, ma da 1: il primato dello spirito.

Circola spesso in rete una “profezia” di Papa Ratzinger che annunzia la fine di una Chiesa materiale per l’avvento di una comunità-Chiesa spirituale, ove davvero essa risulterà una realtà Teandrica (cfr. Mons. Piazza, lezioni di Ecclesiologia, Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, sez. San Luigi), ossia retta, amministrata, amata, sollecitata da Dio-Gesù buon pastore.

I sacerdoti, continua Ratzinger, saranno Maestri di Spirito e non amministratori del Sacro, riconfigurandosi a quel ruolo voluto da Cristo nel Vangelo (annunciate, guarite, curate, soccorrete….).
E le strutture? Il Papa emerito continua dicendo che non potremo più abitare le grandi costruzioni, perché non ci saranno più le agiatezze e i privilegi, ma abiteremo nuovamente le case e in modo particolare i cuori delle persone.

Oggi, diciamoci la verità, pochi sono coloro i quali vedono in noi la figura di Padre nella Fede, ma vedono bene l’agiato, ricco, privilegiato uomo di potere (e talvolta ammantato di mistici poteri magici) che elargisce soldi e simoniache benedizioni.
Ma la Chiesa, quella Vera, quella Teandrica, non è questa…ritornare ad essere maestri dello spirito, rinunciando a tutto, rimettendoci noi primi sacerdoti in crisi, ricominciando da quell’annuncio che ci ha resi felici: “venite, vi farò pescatori di Uomini”.

Il kèrigma iniziale da rimettere al centro, abitando nuovamente le strade, le povertà psicologiche, sociali, materiali delle famiglie, mostrando fattivamente “come si fa”, sporcandosi le mani con e di Dio, impastando anche cemento e fango, lavorando, amando. E questo genererà sicuramente la distruzione di quel terribile detto che circola nelle nostre zone: “fa chell che preute rici e non chell che preute fa…”.

* San Sebastiano Martire, Valle Agricola

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