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God’s Favorite Idiot: una surreale fine del mondo tra Harry Styles e personaggi grotteschi

Dal 15 giugno su Netflix la serie comica creata da Ben Falcone e con protagonista Melissa McCarthy

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Noemi Riccitelli – Il traino lo fa senz’altro il titolo buffo e originale, non tradotto in italiano, God’s Favorite idiot: la mini-serie disponibile su Netflix dal 15 giugno in 8 episodi di circa 20 minuti ciascuno.
La serie è ideata, scritta e interpretata da Ben Falcone, attore e regista statunitense, qui insieme alla moglie Melissa McCarthy, attrice conosciuta soprattutto per la sua verve comica e spirito di intrattenimento (è uno dei volti di punta del Saturday Night Live, noto show in onda negli Stati Uniti), nonché candidata per ben due volte ai Premi Oscar.
Il progetto originale della serie prevedeva 16 episodi, ma ne sono stati girati solo 8, con la probabilità della messa in onda di una seconda stagione, anche se Netflix non ha dichiarato ancora nulla a riguardo.

Un giorno Clark (Ben Falcone), semplice e mite impiegato di un’azienda informatica, viene colpito improvvisamente da un fulmine: a seguito di questo episodio scopre di avere poteri soprannaturali e, di tanto in tanto, è possibile vederlo brillare, letteralmente, accompagnato dalla canzone “Sign of the Times” di Harry Styles.
Con il passare del tempo Clark viene a conoscenza di essere stato scelto da Dio per trasmettere il suo messaggio di amore e pace alla società contemporanea, vessata dalle minacce di Satana (Leslie Bibb) e dei suoi sodali, per colpa dei quali la fine del mondo è vicina.
Tuttavia, il peso di questa notizia non è facile da gestire e Clark ne parla con i suoi colleghi di lavoro, Wendy (Anna Scotney), Mohsin (Usman Ally) e Tom (Chris Sandiford), ma soprattutto con Amily (Melissa McCarthy), suo grande amore da sempre.
Inizialmente increduli, tutti alla fine sostengono la missione di Clark.

Una trama surreale
, senz’altro, ma non particolarmente originale, infatti il tema del rapporto tra umano e divino in stile comico e burlesco è stato già trattato anche in cinematografia.
Tuttavia, Ben Falcone crea una serie che nel complesso risulta godibile: la sceneggiatura non brilla per battute e sequenze particolarmente comiche, ma ci sono dei momenti in cui il pubblico riesce a ridere di pancia grazie a scene e trovate grottesche.
I protagonisti sono tutti delle vere sagome: bizzarri, con manie più o meno evidenti, anche se nessuno di loro riesce realmente a distinguersi.
Infatti, neanche i due personaggi principali, interpretati proprio da Falcone e McCarthy rimangono memorabili e fra i due sembra quasi venir meno persino complicità.
Ben riuscito, invece, il personaggio di Satana, interpretato da una cattivissima Leslie Bibb: scorretta, bugiarda e aggressiva incarna alla perfezione la versione più moderna di Lucifero.

Ma dietro la struttura comica ed esilarante, qual è il fine di God’s Favorite Idiot?
La serie non presenta una comicità fine a sé stessa, ma utilizza la leggerezza per affrontare un tema delicato come quello della religione: la missione di Clark è, innanzitutto, quella di convincere gli altri della veridicità di ciò che dice, della sua reale connessione con la divinità (un po’ come è successo a Gesù) e di riuscire a fare quanti più proseliti possibili per arginare le azioni maligne di Satana.
L’annuncio straordinario di cui Clark si fa portavoce è che “Dio è reale, Dio è buono e accetta tutto e tutti, purché non si abbia a che fare con la violenza”, una comunicazione quasi ingenua, così tanto semplice, eppure davvero rivoluzionaria, tanto più se affermata in questi tempi moderni.

Il messaggio, quindi, è la riflessione su come oggi potrebbe essere accolto un profeta divino, dovendo fronteggiare superficialità, incredulità e sì, anche l’ostilità di quanti propongono falsi miti e religioni di facciata, ritenendosi il vero e solo baluardo di una fede che si rivela poi corruttibile e meschina.
Interessante, inoltre, come sia Dio che Satana siano stati rappresentati attraverso figure femminili: anche questa una scelta ponderata, al passo con i tempi e fuori dai tradizionali canoni.

Dunque, nel complesso, una sostanza cospicua e sì, interessante, che, purtroppo, la comicità non riesce a sostenere, perdendosi in battute di troppo senza mordente.
La fine dell’ultimo episodio suggerisce una prosecuzione che sarà interessante vedere per comprendere il senso della serie nell’insieme: riuscirà Clark a compiere la volontà di Dio?
God’s favorite Idiot, pur essendo in potenza una serie molto valida, non rimane impressa nella mente dello spettatore, ma il giudizio sul lavoro di Ben Falcone rimane sospeso, nell’attesa di darne la giusta valutazione alla fine.
La visione resta comunque piacevole, non impegnativa, per una serata o un pomeriggio estivi all’insegna della leggerezza.

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