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Un catechista e i “suoi” giovani: la bellezza e la fatica di essere compagni di viaggio

Ad Alife, nella parrocchia di Santa Maria Assunta riparte il percorso annuale di Catecumenato crismale, esperienza rivolta ai giovani tra i 15 e i 18 anni.

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Gianluca De Vizio – Inizierà venerdì 21 ottobre il nuovo anno di Catecumenato crismale, un itinerario verso il Sacramento della Confermazione, rivolto ai giovani dai 15 ai 18 anni. L’occasione ormai imminente mi porta a condividere volentieri una riflessione, in un contesto che vede da alcune settimane e nelle prossime la ripartenza di numerose attività di catechesi in cui si immergono con passione e creatività altri come me…

Qualche giorno fa leggevo un articolo su Avvenire di Paola Bignardi. Questo articolo proponeva di organizzare nelle parrocchie un anno sull’essenziale. Il futuro passa da comunità cristiane radicate nell’essenziale e fondate su uno stile che sappia interpretare le domande di vita e di serenità delle persone di oggi, a testimoniare dentro lo scorrere dell’esistenza di tutti la bellezza e l’originalità del Vangelo. Devo ammettere che questo passo mi ha colpito particolarmente e mi ha messo in crisi, in un certo senso, perché ho preso coscienza del fatto che, oggi, testimoniare il Vangelo è un’impresa molto difficile, soprattutto quando si ha a che fare con i giovani, così presi da tante cose, così ossessionati da alcune domande sulla loro vita, perché oggi si vive in un mondo dove tutto abbonda, dove tutto si basa sul consumismo, dove tutto è precario. Non siamo più in grado di emozionarci, di gioire anche per le cose più semplici. Viviamo un costante senso di smarrimento. E la parrocchia, la comunità ecclesiale, devono avere un ruolo importante nella vita delle persone desiderose di fare esperienza di Dio.

Proprio per questi motivi, da catechista, ho pensato di proporre ai giovani della parrocchia un anno sull’essenziale in cui si è accompagnati dalla storia del Piccolo Principe. Si tratta di una favola pubblicata nel 1943, ambientata nel deserto africano.

Importante sarà fare con i giovani proprio l’esperienza del deserto; secondo Enzo Romeo, bisogna aver conosciuto il deserto fisicamente e spiritualmente per parlarne e proporre l’eco del suo appello esigente. Qui gli uomini non percepiscono lo scorrere del tempo e vivono in un quiete provvisoria. Il deserto diviene un trampolino, una scala verso la perfezione, permette di assaporare la fragranza discreta e tenace del divino.

Non mancherà, in questo percorso, il riferimento alle relazioni che i giovani vivono quotidianamente. La figura del Pilota sarà importante perché è l’unica persona con il quale il Piccolo Principe stringe un rapporto di amicizia sincero. E’ una persona che non si scoraggia facilmente, soprattutto quando si trova nell’immensità del deserto. Il pilota, sempre secondo Romeo, riflette sul senso della vita e sul significato dell’amore e dell’amicizia. Infatti il libro è dedicato all’amico ebreo comunista Leon Werth.

Potrei dire che abbiamo pensato per i giovani un percorso che parta dalla conoscenza di sé stessi per arrivare alla domanda Chi è Dio per te? Sarà difficile rispondere perché bisogna liberarsi da ogni forma di superficialità e fare esperienze vere, concrete, non inutili chiacchiere bigotte, che servono a ben poco. E’ inutile parlare di preghiera, commentare pagine bibliche. Prima i giovani avranno la possibilità in ordine il cantiere della propria vita. Il nostro percorso sarà un cantiere nel pieno dei lavori e noi catechisti aiuteremo i giovani a realizzare un progetto di ordine, ricco di possibilità, sogni e nostalgie.

 Info e dettagli 
Gli incontri si svolgeranno ogni venerdì, dalle 18.30 alle 19.30 presso il Salone di Santa Caterina. Su Instagram è attiva la pagina @alifeprogettogiovani dove sono pubblicate notizie, storie, avvisi e i racconti delle esperienze che il gruppo vive insieme.

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