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Il Napoli è campione d’Italia. La festa scudetto è solo all’inizio

Dopo trentatrè anni il tricolore torna sulle maglie azzurre. Festa nel Matese dove ha sede Acqua Lete il principale sponsor della squadra del presidente Luciano De Laurentiis

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Foto Mario Meola (facebook)

Il Napoli è campione d’Italia“Lo sanno anche le pietre…”, è il caso di dirlo. Il boato del Maradona che ieri sera ha accolto 50mila tifosi azzurri in attesa del risultato matematico che si è giovato ad Udine, si riverbera ancora in ogni angolo del mondo, amplificato dall’urlo di gioia e liberazione esploso un po’ ovunque. L’azzurro-napoli tinge ormai angoli di paesi e città; sotto le grandi bandiere c’è posto per tutti: gli anziani nostalgici di due feste-scudetto troppo lontane e i giovani incantati dal racconto delle feste di allora, ingenuamente gelosi di una festa troppo bella vissuta da altri in passato ed ora opportunamente ripagati. La squadra di Luciano Spalletti non ha deluso.

Con sei giornate di anticipo il gruppone guidato dal capitano Di Lorenzo, nel pareggio fuori casa con l’Udinese ha agguantato il risultato necessario per dare inizio alla festa. Trentatrè anni di lunga attesa da colmare con ogni tipo di festeggiamento, che secondo ogni palese supposizione, durerà per diverse settimane.

Era il 1990 quando la squadra guidata allora dal mister Alberto Bigon, grazie alle prodezze di Diego Armando Maradona e dell’intera formazione portava a casa il secondo tricolore; oggi come allora c’è un gruppone da ricordare: i virtuosismi di ogni singolo calciatore ma lo sforzo comune per  arrivare fino in fondo; l’entusiasmo di ogni giocatore e quello dell’intero spogliatoio; la semplicità, la compattezza, la normalità di una vita sportiva senza troppe copertine (per gli uomini inazzurro e il loro allenatore) hanno fatto la differenza. Ma più di tutto la fame di vittoria trasmessa dai tifosi; l’aver sentito il sogno della città di Napoli e dell’intera tifoseria come personale, l’aver caricato sulle proprie gambe in corsa verso la porta avversaria la forza di migliaia di uomini e donne di ogni età. Merito alla Dirigenza e quelle quelle scelte che hanno fatto tremare quando campioni come Insigne, Mertens e Koulibaly sono stati rimpiazzati da anonimi calciatori di meno blasonate esperienze. Ma Kim e Kvaratskhelia hanno dimostrato che la forza sta prima di ogni cosa nel desiderio di continuare a divertirsi correndo dietro la palla e “smontando” l’avversario incredulo. Osimhen ha fatto il resto e tutto l’inimmaginabile.

Una notte inimmaginabile fino a qualche anno fa, ma lentamente coltivata, con la speranza che prima o poi “Adda passà a nuttata” così come la tradizione partenopea insegna fin da piccoli di fronte alle salite della vita. Uno scudetto che è un fenomeno sociale, emblema di come Napoli e la napoletanità impressa nel DNA di tutta Italia (la parola ‘emigrato’ vi dice nulla?) sia motivo per riflettere sul bisogno di festa, identità e affermazione che bolle nelle vene di chi abitualmente sta a guardare, a sentirsi dire, a costruire l’ordinario e la quotidianità con il lavoro, le preoccupazioni, la speranza, anche l’illusione del ‘tutto subito’. Uno scudetto che non è solo roba da stadio o tifoserie incallite, ma un sorriso sotto i baffi da parte di ogni italiano meridionale nel cuore. Perché meridionalità è quel coraggio di guardare umilmente dal basso e chiedere alla vita “posso?” (permettete…? direbbero i più anziani).

Scudetto che nel Matese e in tutto l’Alto Casertano si tinge di ulteriore orgoglio, quello legato al nome del principale sponsor Acqua Lete cucito sulle maglie azzurre ormai da tempo e supporto alle imprese della squadra. A Pratella, dove ci sono le sorgenti e ha sede lo stabilimento dell’acqua frizzante famosa in tutto il mondo, è un laboratorio di manodopera e brillanti menti tutte “made in terra matesina”. Operativi ormai da settimane i Club Napoli del territorio che giorno dopo giorno hanno allestito strade e angoli dei nostri paesi; e più si prolungava l’attesa della festa, più c’era il tempo di aggiungere bandiere e striscioni; e ancora ne verranno di addobbi, trombe e clacson  visto che la festa è appena iniziata.

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