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Essere missionari oggi. A Caiazzo una veglia per conoscere da vicino storie, esperienze, e le ragioni “dell’andare”

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Foto Rossano Orchitano

Annalina Marotta – In occasione del mese missionario che ricade annualmente in Ottobre e in concomitanza con le celebrazioni per il millenario di Santo Stefano Minicillo (1023-2023) patrono della Diocesi Alife-Caiazzo, domenica 15 Ottobre 2023, si è tenuta la veglia missionaria 2023 organizzata dall’Ufficio Missionario della Diocesi di Alife-Caiazzo con il supporto e la collaborazione degli stessi Uffici delle Diocesi di Teano-Calvi e di Sessa Aurunca, presieduta dal vescovo Mons. Giacomo Cirulli, con la partecipazione di numerosi sacerdoti, religiose e religiosi, laici e i gruppi dell’Apostolato della Preghiera di Alife-Caiazzo.

Il titolo “Cuori ardenti, piedi in cammino”, corrispondente al tema proposto per la Giornata missionaria mondiale 2023 che si celebra in tutte le chiese cattoliche domenica 22 ottobre è un invito ad essere una Chiesa in uscita che si mostra aperta verso l’intera comunità e alla partecipazione viva che coinvolge le nostre realtà locali e rende il nostro presente vivo, aperto alla comunione tra i popoli.

Ma cosa significa essere missionari oggi? Il primo significato del termine, facilmente rintracciabile su ogni vocabolario della lingua italiana parla di “…persona inviata da un fondatore di religione o da un’autorità ecclesiastica, soprattutto cristiana, cattolica o protestante, a diffondere la propria fede. In partic., m. cattolico, chi (generalmente un sacerdote, ma anche un fratello laico o una suora), per incarico avuto dall’autorità ecclesiastica competente, si reca nelle terre di missione a propagare la fede cattolica, a costituire cioè la Chiesa”  (…) ma anche di chi si fa annunciatore e propagatore di alti ideali…. (link).
L’insegnamento dei Papi (il Magistero Pontificio) e il lavoro portato avanti dalla Chiesa Cattolica Italiana attraverso i suo organismi ci restituiscono l’immagine completa del missionario (sacerdote, religioso o laico) come colui che va, incontra, conosce, rispetta, ama secondo lo stile di Cristo per permettere che Cristo e il suo Vangelo siano conosciuti.
Alla stessa domanda, la Chiesa risponde indicandola quasi come una “scommessa” che parte dall’idea di una persona che decide di prendere “bisaccia e bastone” e andare in giro per il mondo a parlare di Gesù e guarire le ferite. La realtà è ben diversa dai luoghi comuni e ci si pongono interrogativi che vengono esauriti con descrizione parziale.
A 2000 anni dalla nascita di Cristo, una parte dell’umanità non conosce il messaggio di libertà, di amore e dignità del Vangelo ma ci sono delle persone che, a rischio della propria vita se ne fanno annunciatori per le strade del mondo, rappresentando un modello di forte testimonianza.

La Veglia Missionaria di Caiazzo si è aperta con il brano del Vangelo dei discepoli di Emmaus” tratto dal Vangelo di Luca (Lc 24,13-35), commentato dal Vescovo. I discepoli si trovano in cammino mentre vanno verso le periferie dell’impero cristiano, un percorso arduo ma che va interpretato come il pellegrinaggio di tutti i giorni fatto di fatiche, di tristezze, di pause e di ripensamenti ma l’incontro con Gesù crocifisso e risorto cambia loro la vita e da Gerusalemme, dove faranno ritorno, ripartiranno. Come ha ricordato Mons. Cirulli “la missione può nascere solo da questo incontro reale che permette di sperimentare ed ha voglia di andare e diventare annunciatore del Risorto; come noi che lo incontriamo nella nostra vita e nelle nostre parrocchie e ci manda ad annunciare la sua presenza, vita e salvezza per tutta l’umanità”.

 Storie di Missione 
E così ci giungono storie, come quelle di don Crescenzo Gravante, della diocesi Teano-Calvi, impegnato in alcune missioni in Nord Africa che menzionando le opere del patrono della diocesi Stefano Menicillo, ricorda gli episodi della vita del santo e il gesto della distribuzione del pane, confrontandolo con le esperienze vissute in Africa e ricordando che insieme a Dio “riusciamo ad essere missionari, anche laici e che l’annuncio della parola di Dio è umanità e dobbiamo continuare a non perderla, diversamente da ciò che sta accadendo nelle ultime ore in Medio Oriente ma anche nelle guerre che sono sparse per il mondo, anche lontane da noi”. 

La storia di Apiah, accompagnato dal diacono Egidio Nerone dell’Ufficio Migrantes della Diocesi di Sessa Aurunca. “Accogliere ed essere accolto ti trasforma”, è la frase pronunciata dal diacono mentre parla della vita quotidiana fatta di tristezza che scompare guardando volti sorridenti, gli abiti colorati che manifestano la loro gioia nell’aver incontrato chi li ha accolti e protetti. Apiah, proveniente dal Ghana e accolto a Castel Volturno dopo le traversìe legate alla fuga dalla guerra in Africa, dopo aver visto morte e distruzione, si affida al Rosario che portava in tasca chiedendo alla Madonna di poter proseguire il suo viaggio; arrestato in Libia, poi liberato, sale su un barcone ed è accolto a Castel Volturno: oggi è diventato lui stesso aiuto per numerosi stranieri che vivono nello stesso contesto casertano.

In ultimo, la storia di Suor Nunzia Verdino delle Povere Figlie della Visitazione presenti nella Diocesi di Alife-Caiazzo, alla guida del Centro Madre Claudia istituito a Caiazzo negli anni ’90. In questo contesto la parola chiave delle religiose è “inclusione”: un centro aperto a chi ha bisogno di cure, assistenza, parole di conforto o semplicemente di trascorrere un momento di svago e serenità, senza distinzione di razza o ceto sociale.

La Veglia si è conclusa con la preghiera della Giornata Missionaria Mondiale e la benedizione del Vescovo.

Foto Rossano Orchitano

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