Ieri la notizia congiunta dal Comune di Piedimonte Matese e dalla Provincia di Caserta: Palazzo Ducale è interamente della Città dopo che l’Amministrazione comunale ha provveduto ad acquisire anche la parte di edificio di proprietà provinciale. Trovano la strada spianata i progetti in cantiere per l’antica dimora che compagine guidata dal sindaco Vittorio Civitillo già all’indomani della vittoria elettorale manifestava alla città. Con un post sulla pagina facebook Città di Piedimonte Matese il Primo cittadino ha annunciato il sogno futuro sulla dimora della famiglia Gaetani Dell’Aquila d’Aragona un tempo centro culturale nevralgico in questo angolo del regno borbonico: “Ritornerà ad essere l’emblema storico ed architettonico della nostra città e del Matese. Sarà il luogo ideale in cui poter leggere un glorioso passato con una chiara visione di un altrettanto glorioso futuro”.
Non disperdere la storia e le radici identitarie è il pensiero comune di chi si attende anche sui centri storici cittadini l’attenzione che l’Amministrazione comunale ha manifestato fino ad ora verso altri spazi della Città come la riqualificata Piazza Carmine e l’adiacente edificio Ex Pretura, o come accade in queste ore per i lavori in corso alla Villa comunale: il tutto parte del progetto di parco urbano destinato ad inglobare ancora spazi nell’area della Scuola Media Giacomo Vitale e il vicino ex macello.
Sono il pensiero costante dei piedimontesi il dedalo di vicoli, la sequenza di antichi palazzi, gli assolati cortili, le cappelle e chiese sparse ovunque, le fontane… luoghi di memoria, di incontri, dove vita privata, piccolo commercio, tradizioni religiose hanno tessuto per anni la storia cittadina. Palazzo Ducale, con la sua anima nobile, fucina di movimenti culturali e letterali è parte dell’unico corpo che faceva di Piedimonte il centro maggiore tra il Matese e l’intera valle del medio Volturno.
Nel gennaio 2022 su Clarus ci occupavamo del progetto dell’Amministrazione per l’antica dimora sita nel quartiere San Domenico che prevedeva, previo iter burocratico e legale, la realizzazione di un ecosistema dell’innovazione nel campo agro-forestale e agroalimentare per l’area del Matese: era solo l’idea embrionale di un complesso lavoro che coniugava Scienza e cultura, individuate come strade verso il progresso della comunità aprendo spazi di studio, confronto, partecipazione, non snaturando l’identità di un luogo che ha avuto in passato il merito di essere innovativo laboratorio. Nel dettaglio il progetto su cui l’Amministrazione si soffermava pochi anni fa teneva conto della vocazione dell’area del Matese campano legata alla produzione agricola e alla piccola e media impresa/industria, stabilendo quindi tra macroaree: un Centro di Alta formazione per la formazione di profili professionali manageriali; un Incubatore rurale per il co-working al fine di sviluppare idee di lavoro e condivisione di progetti; sei Laboratori sperimentali per trasferire le conoscenze tecniche e scientifiche realizzate in più grandi contesti al territorio e farne occasione di nuove sperimentazioni e occasione di formazione professionale (leggi l’articolo completo di gennaio 2022).
Ambizioso e alto il progetto cucito sulle esigenze e gli spazi di quel momento storico che oggi mutano, si allargano e di sicuro permettono una più larga e rinnovata visione dell’intero complesso monumentale.