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Piedimonte Matese, in attesa di 4 nuovi medici all’Ospedale Ave Gratia Plena

Bandito un concorso per 4 Medici Chirurghi per un tempo di 8 mesi eventualmente rinnovabili. Solo un flebile filo d'aria per il presidio matesino, in attesa di più lungimiranti programmazioni

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Qualcosa si muove per l’Ospedale Civile Ave Gratia Plena di Piedimonte Matese? Un flebile filo d’aria che farebbe ben sperare. L’asl Caserta ha bandito un concorso per 4 Dirigenti Medici di Chirurgia Generale: personale che va ad affiancarsi a colleghi stremati ed esausti da turni di lavoro prolungati, mancate sostituzioni e l’impegno diviso tra i reparti e il Pronto Soccorso. Una speranza che porta il condizionale, perché più che di un filo d’aria il nosocomio matesino attende la boccata di ossigeno che ridoni speranza a tutto il personale in servizio, sanitario e amministrativo, vessato dai problemi denunciati ormai da qualche anno come la carenza di personale e una programmazione a medio e lungo termine.

Porta la firma del Direttore generale Dott. Amedeo Blasotti la Deliberazione n.590 del 28 marzo 2024 che annuncia il concorso per l’assunzione a tempo determinato della durata di 8 mesi eventualmente rinnovabili, per i 4 profili indicati; nota positiva è la destinazione specifica su Piedimonte Matese diversamente da quanto avvenuto fino ad oggi con concorsi aperti sull’intera Asl Caserta e la conseguente scelta dei vincitori per destinazioni più comode e a portata di mano; il fattore distanza è tra quelli che sembrerebbero limitare la scelta del Matese dove tuttavia il numero della popolazione residente e dei bisogni non è più gestibile con le poche risorse di cui dispone l’Ospedale Ave Gratia Plena. Nota negativa è la temporalità dell’assunzione che pone la domanda sul dopo e la continuità del servizio: il documento a firma di Blasotti giustifica con l’urgenza e la garanzia dei servizi sanitari da espletare la scelta di una simile modalità concorsuale

Avere una visione, condividere un progetto in squadra, formarsi presso una struttura che vanta strumentazioni e tecniche d’intervento all’avanguardia: era questa la provocazione lanciata da un medico del reparto di Ortopedia in occasione dell’incontro tra i sindaci della Comunità Montana del Matese e il nuovo Direttore sanitario dell’Asl Caserta Saverio Misso lo scorso 21 marzo per discutere l’urgente problema ed individuare azioni collettive. Una provocazione positiva, frutto di personale esperienza, che riconducono quella del medico ad una missione di umanità che salva corpo e anima, che restituisce dignità alla persona e integrazione sociale oltre che benessere psicofisico; ma che dimostra altresì che Piedimonte Matese è un luogo di crescita professionale.

La situazione in Italia; l’appello di 14 scienziati ed esperti 
Il Concorso arriva nei giorni in cui si fa l’ennesima conta dei numeri (che non tornano), non solo per Piedimonte Matese, ma per l’intero territorio nazionale coinvolto nella crisi del sistema sanitario nazionale. Da ieri giornali e tv rilanciano l’appello di 14 scienziati italiani, tra cui il recente premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, preoccupati del mancato investimento dei Governi nel Sistema Sanitario Nazionale: se il Servizio pubblico regge ancora l’emergenza e il ricovero per gravi situazione, gli importanti percorsi di diagnosi e cura preventiva o cura ordinaria subiscono il torto provocato da un mancato piano di investimenti e programmazione. Un elenco di note negative sono state poste all’attenzione pubblica dalle illustri personalità del nostro Paese: lo squilibrio tra regioni e il rischio che comporterebbe l’autonomia differenziata, la bassa remunerazione del personale, l’urgenza di piani edilizi per le strutture sanitarie (la gran parte obsolete), l’impiego di nuovi medici… “La spesa sanitaria in Italia – si legge in uno dei passaggi del Documento –  non è grado di assicurare compiutamente il rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) e l’autonomia differenziata rischia di ampliare il divario tra Nord e Sud d’Italia in termini di diritto alla salute”.  Incisivo anche un passaggio sulla medicina territoriale e il futuro della popolazione sempre più anziana: “Da decenni si parla di continuità assistenziale (ospedale-territorio-domicilio e viceversa), ma i progressi in questa direzione sono timidi. Oggi il problema non è più procrastinabile: tra 25 anni quasi due italiani su cinque avranno più di 65 anni (molti di loro affetti da almeno una patologia cronica) e il sistema, già oggi in grave difficoltà, non sarà in grado di assisterli”.

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