
Dalle profondità delle grotte del Matese alle profondità dell’Universo; il massiccio appenninico diventa base strategica per le esercitazioni dell’Ente Spaziale Europeo che ha scelto i nostri reticoli carsici per mettere alla prova gli uomini destinati alle prossime missioni spaziali. Siamo nell’ambito del VII corso di addestramento “CAVES” in programma dal 16 al 30 settembre che ha visto i suoi protagonisti misurarsi con gli spazi angusti quanto suggestivi delle grotte matesine (nei giorni dal 24 al 28) per sperimentare capacità di convivenza, sopravvivenza ed autocontrollo; per testare strumenti scientifici, misurare le condizioni biologiche di habitat mai visitati, per confrontarsi con situazioni estreme al buio e con poco cibo; insomma portare la propria vita al limite proprio come accade nello Spazio. VIDEOSERVIZIO (a cura di Fabrizio Fusco, amolivenews.it).
Lunedì 29 settembre presso la sede del Parco Regionale del Matese a San Potito Sannitico sono stati presentati i risultati dell’addestramento sotterraneo; un momento informale di scambio e di confronto ma a porte blindate: la riservatezza e la discrezione sui programmi spaziali sono la premessa alla buona riuscita del lavoro futuro dell’ESA e degli Enti spaziali internazionali coinvolti; ma anche premessa affinché il Matese, per le caratteristiche delle sue grotte carsiche e per la discrezione intorno alla missione, torni ad essere in futuro laboratorio privilegiato per il mondo scientifico. Una traiettoria comune infatti già lega la missione dell’ESA al progetto recentemente annunciato che vede sul territorio (con le basi strategica ed operativa tra il nuovo Palazzo Ducale e Capo di Campo) la nascita del Centro Ricerche e Documentazione per il Carsismo, Speleologia e Scienze della Terra “ Giovanni Badino” e il Centro di studi e documentazione sull’Appennino (con particolare cura alle aree interne) nell’ambito del progetto “Dalle grotte alle stelle” a firma dello speleologo e divulgatore Tullio Bernabei e dello speleologo ed esperto delle aree interne appenniniche Salvatore Capasso. Il progetto dei due appassionati ed esperti di grotte – annunciato durante la presentazione del restauro di Palazzo Ducale (clicca) – rappresenta infatti un importante collegamento con esperienze di levatura nazionale ed internazionale destinate ad avere ricadute sia in termini di risultati scientifici che di visibilità per il territorio.
Gli astronauti
Sono stati in quattro gli astronauti scesi in grotta nei giorni passati: lo svizzero Marco Sieber dell’ESA (medico e ufficiale dell’esercito svizzero, 36 anni), la statunitense Jasmin Moghbeli della NASA (marines, pilota, comandante della missione SpaceX Crew-7 verso la Stazione Spaziale Internazionale, 42 anni), il giapponese Makoto Suwa dell’agenzia spaziale giapponese JAXA (climatologo, membro della Banca Mondiale dal 2013 al 2024, in fase di addestramento, 48 anni), Mohammad Al Mulla dell’agenzia spaziale degli Emirati Arabi Uniti MBRSC (pilota, membro del Programma Astronauti degli Emirati Arabi Uniti dal 2021, diplomato alla Nasa come astronauta, 37 anni).
Addestramento di carattere “internazionale” che abbatte limiti di lingue e confini geopolitici per mettere in comune il sapere e la conoscenza, il progresso umano, di singoli e dei Paesi. “La scienza nello Spazio dimostra di essere più avanti, di essere immune dallo spirito che muove la guerra; e la speranza è che lo spazio rimanga sempre, anche in futuro, immune dalle contrapposizioni e dalle competizioni di potenza” auspicava il presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella in collegamento con l’astronauta Samantha Cristoforetti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale del 2023, confermando il valore delle missioni e il supporto della nostra Repubblica.
Passo dopo passo nelle viscere della Terra
Prima di scendere in grotta il team ha seguito un addestramento su parete rocciosa per imparare a muoversi con imbracature e corde necessarie per apprendere le tecniche di progressione nelle profondità; una prima suddivisione di ruoli (che cambia nell’arco dell’esercitazione) ha permesso a ciascun astronauta di assumere responsabilità utili alla riuscita della missione collettiva; poi la discesa al buio con zaini leggeri, caschi, imbragature e torce frontali e lì una lunga serie di attività quotidiane a partire dall’installazione di una linea telefonica per le comunicazioni con il campo base. Con il team dell’ESA anche gli esperti di Miles Beyond la società che si occupa di logistica, sicurezza e training per CAVES. A seguire, per quattro giorni ininterrotti si sono svolte attività di orientamento, ricerca e confronto; in particolare l’equipaggio ha monitorato l’ambiente in continua evoluzione della grotta, ha prelevato tamponi per la ricerca di microbi, ha monitorato i livelli di radon e anidride carbonica e osservato il flusso dell’acqua. Tra le attività, fondamentale il quotidiano debriefing, il confronto di fine giornata sui risultati e sugli errori e soprattutto la trasposizione di quanto avvenuto ipotizzandolo nell’ambiente spaziale. VIDEOSERVIZIO (a cura di Fabrizio Fusco, amolivenews.it).
I pareri
A fare gli onori di casa presso la sede del Parco Regionale del Matese, il presidente Agostino Navarra che nei mesi passati ha pianificato sinergicamente con il personale dell’ESA il programma CAVES appena concluso. “Si tratta di uno degli ultimi atti del Parco Regionale del Matese”, spiega ipotizzando a breve il passaggio dall’Ente regionale al Comitato di Gestione del Parco Nazionale guidato da Andrea Boggia. “Abbiamo lavorato affinché l’Agenzia Spaziale Europea venisse a condurre studi fondamentali sia per l’adattamento degli astronauti nello spazio, sia per darci informazioni sullo stato di salute del nostro sottosuolo, e il merito di questo risultato lo dobbiamo all’amico speleologo Salvatore Capasso; possiamo dire che il nostro Matese è arrivato finalmente dove merita: nello Spazio e nell’Universo e che le sue condizioni di salute sono buone”.
Loredana Bessone, responsabile di CAVES e di PANGEA i due programmi ESA destinati all’addestramento in grotta e al suolo ha testimoniato le condizioni di salute delle grotte carsiche matesine e l’unicità del reticolo sotterraneo che ha ospitato gli astronauti: “Torneremo nel Matese”. Dunque l’ESA conferma il valore della missione nelle cavità della dorsale appenninica. “La natura potente di questi luoghi consente agli astronauti di allontanarsi dalla civiltà; già in occasione del primo corso CAVES, in Sardegna, sperimentavamo l’attendibilità dell’habitat in grotta per preparare gli astronauti e qui nel Matese abbiamo trovato un contesto ancor più confacente”. Bessone ha parlato delle ricerche condotte nel sottosuolo, non un’esperienza astratta dal contesto ma l’sperimento “destinato a restituire in superficie risultati fondamentali per la ricerca e la scienza a disposizione dell’intera umanità. Siamo contenti di essere stati qui e contiamo di tornare; le grotte del Matese sono molto belle, dato non scontato. E vederle illuminate al passaggio delle torce suscitano negli astronauti il commento che puntualmente ci restituiscono al ritorno dallo Spazio dopo aver visto la terra da lassù, e cioè che questo è un ambiente da proteggere, è l’ambiente che ci permette di vivere”. Ha poi aggiunto, “e la grotta è parte di questo tutto da cui viene l’acqua che beviamo e permette la vita”. Accanto a Bessone, Michele Pazzini istruttore di speleologia CAI, istruttore nazionale di soccorso speleologico CNSAS e alcuni membri di Miles Beyond, Daniela Barbieri coordinatrice logistica e Tullio Bernabei speleologo esperto e divulgatore. Con loro lo speleologo matesino Salvatore Capasso promotore della missione sul territorio; e poi i sindaci dei comuni di San Gregorio Matese Giuseppe Mallardo, di Valle Agricola Rocco Landi, di San Potito Sannitico Francesco Imperadore; per il comune di Piedimonte la consigliera comunale Amalia Zoccolillo; presente Luciano Santagata presidente del Gruppo Speleologico del Matese. VIDEOSERVIZIO (a cura di Fabrizio Fusco, amolivenews.it).
Il futuro?
C’è una traiettoria comune su cui viaggia la scienza nel laboratorio matesino e porta il nome di carsismo: il programma CAVES ha confermato l’unicità e il valore delle grotte in cui si sono calati gli esploratori spaziali; il Centro Ricerche e Documentazione per il Carsismo, Speleologia e Scienze della Terra “Giovanni Badino” sta per diventare occasione di stabilità per la Ricerca scientifica impegnata a pianificare la vita dei popoli a partire dalla sua ricchezza maggiore: l’acqua, fonte di vita, garanzia di futuro.


















