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Domenica 23 ottobre, la Giornata Missionaria Mondiale

L'aiuto ai poveri e ai sofferenti è nel volto di Madre Teresa di Calcutta, simbolo della nuova Giornata Missionaria Mondiale

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Di Annamaria Gregorio
E’ alle porte il consueto appuntamento con la Giornata Missionaria Mondiale, prevista per domenica prossima. Missio ad gentes: da missum, participio passato del verbo latino mittere, mandare, inviare alle genti, per annunciare il Vangelo in tutto il mondo. Nella storia, gli originari soggetti della missione sono stati i primi cristiani, in cammino con gli apostoli o in diaspora dalle persecuzioni. Nel 1622, con la nascita della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, cd. Propaganda Fide, la missione viene “centralizzata” e i missionari diventano “inviati apostolici”. Dal XVII secolo si aggiungono anche le donne missionarie; dal XVIII/XIX secolo nascono gli Istituti specifici. Alle Chiese locali resta il compito di “cooperare”, sostenendo da lontano con la preghiera e le offerte l’azione apostolica dei missionari inviati. E così, oggi nel 2016, sono 90 gli anni trascorsi da quel famoso 1926, in cui Propaganda Fide propose  a  papa Pio XI di indire una giornata annuale in favore dell’attività missionaria della Chiesa universale. La richiesta, accolta con favore dal pontefice, dette vita alla prima Giornata Missionaria Mondiale per la propagazione della fede”, stabilendo che ciò avvenisse ogni penultima domenica di ottobre, tradizionalmente riconosciuto come mese missionario. Da allora, in questo giorno i fedeli di tutti i continenti sono chiamati ad aprire il loro cuore alle esigenze spirituali della missione e ad impegnarsi con gesti concreti di solidarietà a sostegno di tutte le giovani Chiese. Con le offerte della Giornata, che confluiscono a livello mondiale nel FUS (Fondo Universale di Solidarietà), si sostengono da sempre progetti per consolidare la Chiesa, mediante l’aiuto ai catechisti, ai seminari con la formazione del clero locale, e all’assistenza socio-sanitaria dell’infanzia.

L’Ottobre Missionario dà, così, inizio all’anno pastorale, ma stavolta porta a conclusione il Grande Giubileo straordinario, iniziato nel 2015, attraverso riflessioni, spunti e preghiere ad esso ispirate, in un percorso fra contemplazione, vocazione, annuncio, carità e ringraziamento, alternatosi ogni settimana, dal suggestivo titolo “Nel nome della misericordia”. “Il Giubileo Straordinario della Misericordia, che la Chiesa sta vivendo, offre una luce particolare anche alla Giornata Missionaria Mondiale del 2016: ci invita a guardare alla missione ad gentes come una grande, immensa opera di misericordia sia spirituale che materiale. In effetti, in questa Giornata Missionaria Mondiale, siamo tutti invitati ad “uscire”, come discepoli missionari, ciascuno mettendo a servizio i propri talenti, la propria creatività, la propria saggezza ed esperienza nel portare il messaggio della tenerezza e della compassione di Dio all’intera famiglia umana. In forza del mandato missionario, la Chiesa si prende cura di quanti non conoscono il Vangelo, perché desidera che tutti siano salvi e giungano a fare esperienza dell’amore del Signore. Essa «ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo» e di proclamarla in ogni angolo della terra, fino a raggiungere ogni donna, uomo, anzi ano, giovane e bambino” – così recita il Messaggio del Santo Padre per la GMM.

giornata-missionaria-mondialeE l’immagine sul manifesto scelta per rappresentare un così importante evento è quella raffigurante il sorridente volto della indimenticabile Madre Teresa di Calcutta, canonizzata il 4 settembre scorso: “Madre Teresa, – come riferiva il Papa nella sua omelia – in tutta la sua esistenza, è stata generosa dispensatrice della misericordia divina, rendendosi a tutti disponibile attraverso l’accoglienza e la difesa della vita umana, quella non nata e quella abbandonata e scartata… Si è chinata sulle persone sfinite, lasciate morire ai margini delle strade, riconoscendo la dignità che Dio aveva loro dato; ha fatto sentire la sua voce ai potenti della terra, perché riconoscessero le loro colpe dinanzi ai crimini – dinanzi ai crimini! – della povertà creata da loro stessi. La misericordia è stata per lei il “sale” che dava sapore a ogni sua opera, e la “luce” che rischiarava le tenebre di quanti non avevano più neppure lacrime per piangere la loro povertà e sofferenza… Madre Teresa amava dire: «Forse non parlo la loro lingua, ma posso sorridere». Portiamo nel cuore il suo sorriso e doniamolo a quanti incontriamo nel nostro cammino, specialmente a quanti soffrono. Apriremo così orizzonti di gioia e di speranza a tanta umanità sfiduciata e bisognosa di comprensione e di tenerezza”.

Rafforzati dal suo esempio, diamo in questa giornata testimonianza di carità, contribuendo, con la nostra offerta, a migliorare le condizioni di vita materiale e spirituale, sostenendo l’opera del missionari nel mondo.

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