Sulle pagine de Il Mattino, la lettera a firma dell’Arch.Gabriella Riselli. Palazzo Ducale rischia di essere venduto anche se le promesse politiche erano altre
Caro Direttore,
leggo sul Mattino del 8 gennaio 2013 che sarebbero stati messi in vendita alcuni immobili di proprietà della Provincia di Caserta, tra cui il Palazzo Ducale di Piedimonte Matese. Un palazzo, con otto secoli di storia, che verrebbe ceduto insieme a una caserma dei vigili del fuoco, a uno stadio del tennis e a un centro congressi del secolo scorso. Appena tredici mesi fa diedi letteralmente voce al Palazzo Ducale con un video documentario sulla sua storia e sul suo futuro. Quest’ultimo venne proiettato nell’aula consiliare del comune di Piedimonte alla presenza del senatore Carlo Sarro, del presidente della provincia Domenico Zinzi, dell’assessore all’urbanistica della regione Campania, Marcello Tagliatatela, del preside di architettura della Sun, Carmine Gambardella, della professoressa di filologia classica, Maria Luisa Chirico, e dell’ex presidente della Provincia, Riccardo Ventre. Tutti avanzarono proposte per l’indispensabile valorizzazione del più prezioso retaggio storico dell’Alto Casertano, suscitando speranze ed entusiasmo nella vasta udienza. Quell’incontro nel comune di Piedimonte appare ora soltanto un’altra parata di quella politica che sottrae, mortifica, ferisce, vende o meglio svende i pezzi del nostro passato. Una politica che non incoraggia, non promuove, non attua alcunché. Il commento del presidente Zinzi che, in merito alla messa in vendita di Palazzo Ducale, ha dichiarato: “I gioielli di famiglia sono ben altri, li custodiremo e li valorizzeremo”, è molto amaro. Nel nostro territorio esistono tanti altri gioielli storici che languono vistosamente e di questi la Reggia borbonica del capoluogo sembra essere portabandiera. Ma chiedere a un cittadino di Piedimonte e del suo territorio di scegliere tra il Palazzo Ducale e la Reggia di Caserta equivale a domandare a un figlio di scegliere tra la mamma e il papà. La Provincia assicura che i soldi ricavati dalla vendita degli immobili selezionati saranno impiegati per migliorare la sicurezza e il confort dell’edilizia scolastica. Una nobile causa, considerato lo stato in cui versano le nostre scuole. Stavolta viene da chiederci: è giusto immolare alcuni segni forti della storia di un territorio? Siamo proprio sicuri che i nostri figli ci ringrazieranno quando un domani ci chiederanno ragione delle loro radici, senza le quali nessun uomo può crescere e sviluppare coscienza critica e autonomia di giudizio? Questa “politica” non ci piace. Non lasceremo che il gioiello più prezioso della famiglia di Piedimonte e del suo circondario venga svenduto al banco dei pegni o al monte di pietà. Amiamo Palazzo Ducale e vigileremo sul suo destino mobilitando tutte le forze disponibili, come da secoli con la sua mole possente egli vigila su di noi. Tra le sue pieghe, dalle logge ai suoi cortili, fino alle sue fondamenta dove scorre impetuoso il torrente del Rivo, è passata la storia di ogni famiglia di Piedimonte. Non ci piegheremo a logiche che, nelle scelte strategiche, finiscono col penalizzare sempre le aree interne della nostra provincia. Il futuro di Palazzo Ducale appartiene a ciascuno di noi, dal più anziano della città fino all’ultimo nato di questa mattina.
Gabriella Riselli