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Festa del Catuozzo. La storia di Piedimonte passa anche da qui

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Giunsero in città alla fine del 1800. Oggi sono circa trecento, e tra essi qualche straniero residente, le persone dedite al lavoro dei boschi

La Redazione – La storia dei carbonai a Piedimonte ha inizio alla fine del 1800 quando da Cervinara, le famiglie dedite al lavoro dei boschi , da sempre nomadi , “scoprirono” il vantaggio delle montagne matesine, più comode da lavorare e da tagliare, più facili da abitare. Da allora quella storia si è stabilita a Piedimonte, nel quartiere Vallata e da qui, fin su i monti più alti, dove per lunghi mesi, nelle capanne costruite appositamente, si radunava la vita di intere famiglie.

festa del catuozzo casa carbonai
Ecco le prime fasi di costruzione della capanna secondo la tradizione dei carbonai: le zolle di terra, appoggiate alla struttura in legno, faranno da pareti alla casa. All’interno le donne provvederanno a trasferire utensili e l’occorrente per vivere

Oggi quella vita si traduce in un evento La festa del Catuozzo, ormai alla IV edizione, che in quindici giorni ripercorre la vita e le usanze dei carbonai. In località Pioppetelli, nel quartiere Vallata, da sabato 31 agosto a domenica 15 settembre tutto tornerà come prima: il trasporto della legna, l’allestimento del catuozzo in cui brucerà la legna perché diventi carbone, la vita nella capanna, le pietanze cotte nel forno a legna: un accampamento nomade perché tale era la vita dei carbonai abituati a risiedere talora in un bosco, talora in una piana verdeggiante all’ombra dei faggi, un tempo fonte di ricchezza per questo mestiere.
Abbiamo parlato di tutto questo con Paolo Di Baia, presidente dell’Associazione Gli amici del Catuozzo, di cui fanno parte circa trenta persone. Ci racconta che ad oggi sono oltre trecento i residenti nel quartiere che escono ogni mattina all’alba per recarsi nei boschi: il mestiere del carbonaio ormai è solo un ricordo (fatta eccezione di una o due persone). “Si va per tagliare la legna, seppur anche questo settore sia stato profondamente toccato dalla crisi, e ancor di più dall’indifferenza di un sistema sociale e politico che sembra aver voltato le spalle all’intero mondo dei boscaioli. I faggi del Matese un tempo erano utilizzati per la realizzazione delle traverse delle linee ferroviarie, oggi sostituite da quelle in cemento – ci spiega Di Baia. Anche l’utilizzo di legna da ardere si è ridotto notevolmente a causa di forme di riscaldamento alternative al tradizionale camino di una volta”.
La crisi ha bussato così anche alla porta dei robusti boscaioli, quelli dalle spalle larghe che nemmeno il vento di montagna sembrava piegare.
Paolo Di Baia vive da sempre a Vallata “e da qui non andrei mai via – racconta con orgoglio. I bambini che giocano per strada sono l’anima di questo quartiere; i nonni, i padri e le madri davanti agli usci delle porte sono la storia di Vallata, fatta anche di sacrifici, contraddizioni, emergenze sociali, e continua speranza in un futuro migliore”.
La Festa del Catuozzo è diventata negli anni un “percorso”; potremmo quasi definirlo un percorso di reintegrazione sociale che ha visto protagonisti gli stessi carbonai, storicamente piegati alla cultura dell’isolamento e dell’esclusione. Contro ogni luogo comune che ha sempre visto le famiglie dei boscaioli dedite soltanto alla vita sui monti, la festa del Catuozzo ha riabilitato il ruolo sociale di molti uomini e donne, ridonato dignità ai loro racconti destinati non più ad essere “patrimonio” di chi accedeva un tempo alle capanne, ma all’intera popolazione che ha riscoperto in essi la storia antica della città di Piedimonte e di un lontano mestiere.
Ad impreziosire quest’anno la festa ai Pioppetelli è la presenza del regista Lamberto Lambertini impegnato sul posto nelle riprese dell’intera “cerimonia” che farà da sfondo  – nelle sue più preziose immagini – ad uno dei canti del Purgatorio che egli stesso reciterà e che si inserisce nel progetto di promozione e divulgazione della Divina Commedia che il regista porta avanti da qualche anno.
Il fitto programma di eventi prevede quest’anno il gemellaggio con la città di Cervinara da cui provengono molte famiglie di carbonai ormai piedimontesi a tutti gli effetti: Raviele, Riccio, Varricchione, Pepe, Cioffi, sono tutti cognomi che risalgono alla cittadina della provincia di Avellino. Il 15 settembre (non il 14 come indicato nel programma), alle 18.00 in piazza Pioppetelli, i sindaci delle due città sottoscriveranno ufficialmente l’atto che sancisce il legame storico e culturale tra esse.

http://www.lafestadelcatuozzo.it/

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