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Caiazzo. Una parrocchia “fuori dal comune”

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Il Consiglio comunale ha espresso parere favorevole circa la costruzione di un oratorio all’ingresso della città

La Redazione – Decisioni che sorprendono ma che trovano spiegazione nell’attenta lettura dei fatti, delle nuove dinamiche di socializzazione, nelle abitudini – diverse e sorprendenti  – della gente. Accade a Caiazzo, dove un imminente progetto della  Diocesi di Alife-Caiazzo prevede la realizzazione di un nuovo polo di animazione pastorale fuori dal centro storico cittadino, nei pressi di un complesso residenziale cresciuto numericamente negli ultimi venti anni e dove si concentra ormai una fetta della vita commerciale e sociale del paese. Sono circa cinquecento i residenti della zona all’ingresso della città (per chi viene da Piedimonte Matese), distribuiti tra nuove case e decine di condomini, senza contare i diversi nuclei abitativi che vanno in direzione di Alvignano, nella zona agricola di Cameralunga. Dati sintomatici di un cambiamento che Caiazzo – come diverse realtà del territorio – ha subito nella sua struttura urbana, nella morfologia dei luoghi, nella individuazione di nuovi nuclei sociali. Non sono poche le famiglie sia di vecchia che di ultima generazione che hanno lasciato, svuotandolo, il centro cittadino, un tempo cuore pulsante della città. (…) Il nuovo centro di animazione pastorale nascerà in località “Zoppariello” su un terreno acquistato nel luglio 2012 dalla parrocchia di San Nicola de’ Figulis: qui – dove già “coesistono”, insieme al complesso residenziale, due supermercati, due pub, un negozio di fiori, uno di articoli sportivi, uno di abbigliamento per bambini, un negozio di calzature, un distributore di carburante, un ferramenta, l’Asl, – nascerà un oratorio e poi una chiesa. Sarà la nuova parrocchia che dal centro cittadino si trasferirà “fuori porta”. Lo spazio destinato alla nuova costruzione ha una superficie di undicimila metri quadrati, dove – grazie ad un parziale finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana congiuntamente ad una spesa diocesana prenderà corpo una struttura destinata alle attività oratoriali per i più giovani e per le famiglie del posto. Il progetto iniziale prevede una costruzione a due piani, una decina di ambienti interni e un’accogliente area esterna, funzionale anch’essa alle attività oratoriali. (Clarus n. 4-2012).
veduta_Caiazzo-(1)Il 19 novembre, il Consiglio Comunale ha espresso parere favorevole alla realizzazione dell’opera (definendola “meritevole di accoglimento”), che ricadrebbe su un’area classificata “agricola semplice” (E2). “Considerato, però che viene chiesto il rilascio di un permesso di costruire in variante al vigente strumento urbanistico si ritengono applicabili le disposizioni di cui al DPR n. 327/01 e, pertanto, si dispone per l’inizio delle consequenziali procedure”.  L’articolo 6 “Adeguamento dei Piani” del Regolamento Regionale 5/2011 prevede che in attesa di approvazione del PUC (Piano urbanistico comunale) siano i Comuni a predisporre le variazioni richieste al piano regolatore. In questo caso, la proposta di delibera, a firma del responsabile di settore, geometra Giuseppe Grasso, ha trovato il pieno consenso delle parti politiche per l’utilità sociale che rivestirà la struttura, ancor di più perché a Caiazzo non vi sono altri centri aggregativi funzionanti, né in programmazione e perché la realizzazione della struttura non comporterà alcun onere per il Comune di Caiazzo.
All’assessore all’Urbanistica Antonio Di Sorbo è toccato relazionare sul valore e la positività del progetto che rappresenterebbe per la popolazione una occasione unica, ancor di più se si considera la possibilità di “chiedere alla Diocesi di trovare anche una forma di condivisione degli spazi, limitatamente nel tempo, per poter essere anche a diretta disposizione dei Servizi Sociali dell’Amministrazione Comunale”.

Prende forma così l’idea della Diocesi, manifestata in più occasioni da Mons. Valentino Di Cerbo, di una chiesa che si apre per andare verso le periferie (e Papa Francesco non smette di ricordarlo alla Chiesa) e farne nuovi centri di animazione pastorale, sociale e culturale.
Anche la riorganizzazione dei confini parrocchiali, che di recente ha interessato le tre parrocchie della città, nasce dall’esigenza di valorizzare le periferie e pone fine alla condizione di eccessiva frammentazione che ha caratterizzato per troppo tempo la geografia di queste parrocchie.
Quella di una “parrocchia fuori dal comune” rappresenta senz’altro una novità importante per la nostra terra e per il nostro comune modo di pensare e di vivere: rompe gli schemi, impone di rivedere i punti di vista, destabilizza la tranquillità della routine. Costringe ad andare oltre i confini protettivi del pur sempre importante centro storico: tutto sommato, e a dispetto di quanto un primo sommario giudizio può indurre a credere, gli restituisce nuovo valore, facendolo finalmente riemergere dall’oblio che nasce dall’abitudine deresponsabilizzante.
Una “parrocchia fuori dal comune”, sulla spinta dell’intuito profetico dei suoi Pastori locali e del vento di rinnovamento gioioso di papa Francesco, apre le sue porte, va tra la gente si fa Chiesa di tutti.

 

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