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Depurazione delle acque, indagati 21 sindaci del casertano

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21 comuni non effettuerebbero correttamente la depurazione delle acque, i sindaci inseriti nel registro degli indagati

Ventuno comuni della provincia di Caserta non sarebbero in regola con le norme in materia di depurazione delle acque, contribuendo dunque all’inquinamento dei corsi d’acqua. E’ quanto emerso dalle indagini della Procura di Santa Maria Capua Vetere condotte Carabinieri Noe, assieme ad Arpac e Asl tra il 2011 e il 2013, che evidenziano un quadro per nulla felice del territorio e dell’attenzione all’ambiente da parte degli enti coinvolti. Una questione da sempre complessa per alcuni comuni, che si ritrovano a gestire impianti obsoleti o poco funzionali.depurazione acque
Avvisi di garanzia sono stati recapitati a 70 persone, tra imprenditori che gestivano gli impianti di depurazione, sindaci, in carica e non, e tecnici comunali. Tra i 21 sindaci indagati risulterebbero Angelo Di Costanzo (Alvignano), Carmine Antropoli  (Capua), Pietro Riello (Castel Morrone), Luigi Tommasino (Sessa Aurunca).
Ma sono molti altri gli enti coinvolti nell’inchiesta, alcuni anche del nostro territorio: Alife, Alvignano, Caianello, Calvi Risorta, Capua, Capriati a Volturno, Carinola, Castel Morrone, Castel Di Sasso, Castello del Matese, Conca della Campania, Dragoni, Falciano del Massico, Fontegreca, Giano Vetusto, Gioia Sannitica, Liberi, Marzano Appio, Pietramelara, Pignataro Maggiore, Pratella, Pontelatone, Riardo, Rocchetta e Croce, Sessa Aurunca, Tora e Piccilli, Vairano Patenora.
Alcuni centri non sarebbero  neppure dotati di sistemi di depurazione, com’è il caso di Riardo. I sindaci indagati sono accusati di aver violato gli obblighi connessi alla propria carica omettendo di procedere al trattamento delle acque fognarie e determinando un inquinamento dei corsi d’acqua nei quali finivano le fogne del paese.

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