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Storie di pozzi. Da quelli magici a quello della Samaritana, fino alla leggenda alifana di Maria Cotena

Gli alunni della II GS del Liceo statale Galileo Galilei hanno guardato "in fondo" alla storia dei pozzi per ricavarne un'unica verità: luoghi di mistero, depositari di verità, storie, miracoli e rivelazioni. Con la professoressa di Lingua e letteratura italiana, Angela Feola, una ricerca che facendo il giro del mondo giunge fino ad una leggenda sulla città di Alife

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Il pozzo ha sempre avuto una valenza magica: dal momento che scende nella profondità della terra, è molte volte connesso con la dimensione dei morti. Nella tradizione araba esso è considerato la porta dell’inferno. In molti casi si ritiene che in fondo al pozzo risiedano esseri particolari, come fate, ninfe oppure esseri soprannaturali come gli spiriti.

La tradizione tedesca vuole che il pozzo sia associato alla capacità di prevedere il futuro. Si crede infatti che le fanciulle che guarderanno in fondo ad un pozzo nella notte di Natale possono vedere che cosa il destino è in grado di riservare loro. Un’altra tradizione americana che si colloca sulla stessa scia stabilisce che le ragazze possono guardare in fondo ad un pozzo, tenendo in mano uno specchio. In questo caso vedranno riflesso ne dell’uomo che sposerà.
Legato nell’antichità al culto della Dea Madre, esso è presente anche nella Bibbia ed è simbolo dell’acqua viva.

La Samaritana al pozzo, opera del pittore tedesco Sieger Koder

Il pozzo nella tradizione cristiana
Questa interpretazione è presente nel Vangelo di Giovanni con il pozzo di Giacobbe. Gesù, recandosi in Samaria, arrivato nei pressi di Sicar, sosta presso questo pozzo, dove incontra la Samaritana. Gesù le chiede da bere ed ella, meravigliandosi, esita. Allora Gesù le dice che chiunque berrà l’acqua data dal Signore non avrà più sete e diverrà lui stesso sorgente di acqua viva. In questo caso il pozzo/sorgente rappresenta il dono della vita, della verità e dell’amore, della sapienza di fronte ad una donna che dice di essere stata amata da cinque uomini e non avere un marito…

La prima divinizzazione del pozzo è molto antica e non necessariamente legata alla religione cristiana. Essa è associata a quello nuragico di Santa Cristina in Sardegna. Da una scalinata si raggiunge il pozzo, che veniva usato come osservatorio astronomico; infatti, ogni anno lunare, la luna vi si rifletteva sul fondo.Inoltre esso era orientato in modo tale da illuminare la scalinata durante l’equinozio.

Ma l’aspetto fondamentale era legato alla fertilità: simboleggiava il ventre della Dea dove le secrezioni del carbonato di calcio dal colore lattescente assumono le sembianze del latte della madre. Sin dal medioevo esiste una leggenda legata al pozzo-purgatorio di San Patrizio; esso era una caverna molto profonda che si trovava su un isolotto nell’Irlanda nord-occidentale.

Qui San Patrizio si ritirava in preghiera e si narra che Cristo gli avesse indicato proprio quella caverna per far vincere l’incredulità dei fedeli circa le pene dell’aldilà; chi fosse stato capace di percorrere la caverna avrebbe ottenuto l’indulgenza dei peccati e sarebbe andato in paradiso. La caverna divenne meta di pellegrinaggio, fino a quando Papa Alessandro VI impose la chiusura della grotta. Fu riaperta e di nuovo richiusa nel 1632 per conto del governo irlandese. Infine fu aperta dalla terza volta sotto il regno di Giacomo II e chiusa per l’ultima volta nel 1780. Secondo la leggenda medioevale, Cristo indica a San Patrizio un pozzo attraverso il quale il cavaliere ,divenuto religioso, entra e assiste a varie pene e tormenti demoniaci, per poi giungere su una montagna dove numerose anime giacciono immobili ,ed infine in un prato dove vivono le anime del paradiso.

Ancora oggi esistono leggende legate al pozzo come quella di Maria Cotena: una strega alifana che cerca di attirare le persone nel pozzo. Si narra che un giorno un feudatario che voleva conquistare Alife iniziò ad intrattenerla per ricavare da lei informazioni. Il giorno seguente attaccò Alife ma fu preso e rinchiuso nelle segrete. Maria lo trovò e successivamente si sposarono ed ebbero un figlio. Ma gli alifani per vendicarsi lo buttarono nel pozzo dove, disperata, si lanciò anche lei; da qui la leggenda.

Gli alunni della II GS

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