Home Chiesa e Diocesi E’ Santo Frate Angelo d’Acri, grande predicatore meridionale

E’ Santo Frate Angelo d’Acri, grande predicatore meridionale

Tra le figure canonizzate da Papa Francesco ieri mattina, spicca quella del celebre Cappuccino calabrese, passato alla Storia per essere stato uno dei più grandi predicatori nel Mezzogiorno d’Italia tra i sec. XVII e XVIII

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Foto www.ofmcap.org

Assistere ad una cerimonia di canonizzazione è sempre toccante: che sia dal vivo, come attraverso qualsiasi strumento di comunicazione sociale, emoziona il vivere quel momento alto e solenne durante il quale il Pontefice riconosce la Santità di una creatura umana e la propone alla Chiesa universale come esempio e modello. Tuttavia, nella Messa di ieri mattina (15 ottobre) a San Pietro c’era qualcosa di più, c’era un sentimento di gioia che andava oltre, specialmente per quanti vivono a Sud di Roma: tra i nuovi Santi riconosciuti da Papa Francesco infatti spicca la figura di Sant’Angelo d’Acri, frate cappuccino che a cavallo tra i sec. XVII e XVIII evangelizzò il Centro Sud dell’Italia, guadagnandosi la fama di Apostolo delle Calabrie.

Foto pagina Facebook Acri Planet

Breve Biografia. Nato il 19 ottobre 1669 ad Acri, in provincia di Cosenza, il piccolo Lucantonio Falcone – questo era il vero nome – crebbe in una famiglia povera ma sinceramente cristiana. Entrato a 18 anni nel Noviziato dei frati cappuccini, lo abbandonò per ben due volte, prima di consacrarsi definitamente a Dio, col nome di fra Angelo. Ordinato sacerdote il 10 Aprile del 1700 nella Cattedrale di Cassano allo Jonio, crebbe velocemente in santità ed incarichi di responsabilità, essendo nominato Superiore Provinciale dei Cappuccini. Per ben 40 anni però Egli si fece soprattutto missionario e predicatore, percorrendo l’Italia meridionale ed attirando folle tali che – come narrano le cronache del tempo – “nelle case non ci restavanu mancu li gatti”, essendo la sua un’oratoria essenziale e spontanea, quindi comprensibile soprattutto da parte dei ceti popolari. Animato da una grande devozione a Maria Addolorata, affidava a Lei la sua opera evangelizzatrice: soleva chiamarla Madonna dei bisogni perché nel suo cuore raccoglie i bisogni dell’intera umanità. Morto il 30 ottobre 1739, Angelo d’Acri fu beatificato da papa Leone XIII il 18 dicembre 1825. La sua canonizzazione, avvenuta ieri, è stata possibile grazie ad un evento accaduto appena sette anni fa: il giovane Salvatore Palumbo, rimasto vittima di un incidente stradale, giaceva in coma irreversibile; accanto ai macchinari che mantenevano in vita il giovane, concittadino di Angelo d’Acri, i parenti posero la reliquia del cordone. Il giorno dopo, Salvatore diede segnali di una ripresa che fu possibile grazie ad una semplice riabilitazione. Tale prodigio è stato riconosciuto dalla Chiesa guarigione inspiegabile, completa e duratura.

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