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Buona lettura. Cusano Mutri nel libro di Gioconda Fappiano. Un viaggio sentimentale nella “perla” del Matese

Abbiamo fatto quattro chiacchiere con l’autrice Gioconda Fappiano per capire come sia nata l’idea di dedicare un libro al suo paese adottivo

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Veduta di Cusano Mutri

Annamaria Tartaglia – “Esiste un paese da scoprire nell’entroterra del Sannio, a patto che si voglia intraprendere un viaggio guidato dai sentimenti” l’autrice Gioconda Fappiano annuncia così, sulla sua pagina Facebook, l’uscita del suo nuovo libro Cusano Mutri. Viaggio sentimentale nella perla del Parco del Matese.

Il libro verrà presentato il 2 agosto alle 19.00 in piazza Lago, alla presenza del sindaco del paese, Giuseppe Maria MaturoEnrico Cocciulillo, giornalista e moderatore dell’evento; Vincenzo Di Biase, consigliere comunale delegato alla Cultura; don Domenico Reggiano, parroco-moderatore dell’Unità Pastorale di Cusano. La presentazione sarà allietata da commenti musicali a cura di Nadia Perfetto (voce), Assunto Giaccio (chitarra) e Guido Garofano (flauto).
Il ricavato dalla vendita dei libri sarà donato all’ospedale “Domenico Cotugno” di Napoli; le prime cento copie vendute riceveranno in omaggio la mascherina artistica con il disegno della copertina.

Del potere salvifico della lettura durante il lockdown, della fantasia che in quel periodo l’ha spinta a scrivere perché “il cammino andava necessariamente ripreso”, di sogni, di radici, di ali per volare lontano e di luoghi del cuore: di questo ci ha parlato Gioconda Fappiano, scrittrice, poetessa, corrispondente e docente di Letteratura, offrendo una prospettiva ricca di speranza a chi è costretto a lasciare i nostri meravigliosi borghi per inseguire i propri sogni perché “ci piace molto pensare che siamo come alberi dalle radici robuste che tendono i rami verso il cielo”.

L’INTERVISTA 
Lei già aveva scritto un racconto ispirato a Cusano nell’antologia Racconti campani. Come nasce l’idea di un libro interamente dedicato al suo paese?
È da tempo che avevo in mente di pubblicare un libro su Cusano Mutri, paese in cui vivo da quasi trent’anni. Nel “tempo fermo” dell’isolamento provocato dalla pandemia, che ha dolorosamente segnato la mia famiglia, c’era la necessità di riprendere il viaggio della vita, nonostante tutto. Frugando nella scatola degli attrezzi della sopravvivenza ho trovato articoli, saggi, poesie, racconti ispirati alla meravigliosa terra che mi ha accolto e che costituiscono il “viatico” da portare durante il cammino che va necessariamente ripreso. Il lavoro si avvale inoltre dei contributi preziosi, anche fotografici, di numerosi amici che arricchiscono questo zibaldone con interessanti spunti di riflessione: Davide Crocco, Giancristiano Desiderio, Maria Antonia Di Gennaro, Lucia Franco, Pietro Iamartino, Giovanni Lavia, Antonella Vitelli, Luciano Vitelli.

Perché Viaggio sentimentale? Da quale sentimento deve farsi necessariamente accompagnare chi per la prima volta visita Cusano?
Per me il verbo sentire ha un significato molto importante. Non esiste conoscenza che non passi attraverso i sensi e attraverso uno stato affettivo che sorge dall’anima. Ognuno poi dà un senso diverso alle cose e quindi lascio alla sensibilità del viaggiatore la scelta del sentimento a cui accompagnarsi nella scoperta di questo bellissimo borgo.

Come nasce l’idea della donazione?
Il ricavato sarà donato all’Ospedale “Domenico Cotugno” di Napoli, che è punto di riferimento regionale per la cura delle malattie infettive, e che si è distinto nell’attuale emergenza determinata dalla pandemia da Covid. Solo nella serata della presentazione per le prime 100 copie vendute sarà regalata una mascherina artistica che riproduce la copertina del libro che è stata realizzata da Antonella Vitelli, per ricordare che ancora siamo in emergenza ed è nostro diritto-dovere quello di proteggerci.

Come possiamo valorizzare questi bellissimi borghi affinché restare non sia poi così difficile?
Ripartendo da ciò che si ha facendone tesoro, rimboccandosi le maniche, dando spazio alla creatività, ma soprattutto facendo comunità e rete con il territorio.

Sentiamo parlare spesso di radici e legami con i luoghi d’origine. Secondo Lei, come si coniuga il legame ai luoghi del cuore, dell’infanzia con la voglia di disancorarsi da quelle radici e spiccare il volo, per inseguire i propri sogni, la propria realizzazione, troppo spesso lontano da qui?
Il rapporto con il proprio paese è sempre un rapporto conflittuale: è un luogo da cui voler scappare per poi tornare, la maggior parte delle volte. Eppure i sogni, i desideri che inseguiamo nascono proprio nei luoghi a noi cari e che talvolta avvertiamo come una presenza ingombrante. Mi piace molto pensare che siamo come alberi dalle radici robuste che tendono i rami verso il cielo. Ovunque si vada portiamo sempre con noi le nostre origini. Chi torna, dopo essersi allontanato dalla propria terra, la arricchisce con le esperienze vissute altrove contribuendo alla crescita di un’intera comunità. Spesso i percorsi possono essere dolorosi, ma alla fine saranno utili.

Per concludere…
…l’autrice ci invita visitare Cusano, mentre la sua scrittura ci accompagna tenendoci per mano nel paese che per lei è un luogo del cuore. Ci chiede di visitarlo disposti a sentire, perché certi luoghi più di altri vanno sentiti, con il cuore, in quanto ricchi di tradizioni, di testimonianze, di storie intrappolate in borghi troppo spesso dimenticati dai più e proprio per questo pieni di fascino.

CENNI SULL’AUTRICE 
Gioconda Fappiano è docente di Letteratura italiana, autrice di numerosi racconti come Lilì Marleene, In Nomine, Poi ti spiego, Il filo della Storia, quest’ultimo parte dell’antologia Racconti Campani.
Un suo racconto è stato pubblicato nella raccolta Pensieri di donna, uno dei suoi racconti è stato selezionato e pubblicato nell’Antologia del XIV° Concorso Internazionale di Scrittura Femminile “Città di Trieste, organizzato dalla Consulta Femminile di Trieste in collaborazione con l’Assessorato Pari Opportunità del Comune di Trieste. Il suo esordio nella narrativa avviene con la raccolta Parla con Pedro, con prefazione del regista Ugo Gregoretti, è autrice della commedia Che 48! Speriamo che sia Italia!; pubblica La Nicchia delle Vergini. Altri suoi racconti sono stati pubblicati nelle raccolte antologiche D’autunno e Je suis chocolat. Ha pubblicato una raccolta di poesia Di amore e di rabbia e il saggio Come difendersi dalla bontà ed esercitare un sano egoismo, Due racconti per il teatro. Sceneggiature di Giovanni Lavia.

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