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Don Cesare Tescione è il nuovo parroco di Castel Campagnano e di Squille. La presa di possesso in “Santa Maria ad Nives”

Domenica sera a Castel Campagnano il Vescovo ha presentato don Cesare Tescione alle nuove comunità. La Messa, i riti della presa di possesso e un brindisi di benvenuto in piazza

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Don Cesare Tescione è il nuovo parroco di Castel Campagnano e della vicina frazione di Squille. Dopo l’annuncio dato dalla Diocesi di Alife-Caiazzo giovedì scorso, ieri sera il sacerdote ha fatto ingresso nella sua nuova comunità con il Vescovo S. E. Mons. Giacomo Cirulli, alcuni confratelli sacerdoti e diaconi.

Il rito della presa di possesso delle due Parrocchie si è svolto, dopo il giuramento del sacerdote, durante la Messa celebrata nella chiesa parrocchiale di Santa Maria ad Nives a Castel Campagnano dove sono confluiti anche i fedeli della parrocchia di Santa Maria del Rosario di Squille, i familiari di don Cesare e un gruppetto di persone della parrocchia di San Giovan Giuseppe della Croce (Totari) che il sacerdote ha guidato fino ad alcuni giorni fa. Liturgia segnata da una delle più belle pagine di Vangelo, la lunga parabola in cui il racconto della pecorella smarrita, della dracma perduta e in ultimo del padre misericordioso apre alla chiara rivelazione del volto di Dio “padre nostro, non mio o tuo”, ha più volte ricordato il Vescovo. Le parole che il padre rivolge al fratello maggiore indignato per l’accoglienza riservata al minore, peccatore e pentito ‘questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita’,  “rivelano il bellissimo gioco di possessivi con cui ci provoca Gesù: quel ‘tuo fratello’ conferma l’identità di figli e fratelli in Gesù Cristo”, così Mons. Cirulli. “Il padre della parabola non è solo immagine di accoglienza e perdono ma anticipo di quella immagine che dalla Croce si rivelerà al mondo: la salvezza è per tutti; il perdono è per tutta l’umanità, perché tutti fratelli”. “Questo è il volto di Dio! Non è la statua che portiamo in giro chiedendogli aiuto come fossimo al supermercato delle grazie. L’immagine autentica che ci spiega il modo di essere di Dio è Gesù crocifisso e risorto per mezzo del quale tutti abbiamo ricevuto il perdono (…). È questo il Dio che dobbiamo annunciare”.

Sono stati tre i momenti che hanno riportato l’attenzione sul significativo momento della serata: la lettura della nomina di Don Cesare quale nuovo parroco e la lettura del verbale di quanto avvenuto (adempimenti che sono nelle responsabilità del cancelliere vescovile don Francesco Vangeli) a cui hanno apposto la firma il Vescovo, il Sacerdote,  alcuni testimoni della comunità, il Cancelliere. Tra questi due atti, non formali ma parte integrante di una singolare esperienza ecclesiale, don Cesare si è portato alla sede, luogo che spetta a chi è guida della comunità e presiede, lì ha ricevuto la benedizione di Mons. Cirulli. Non sono mancati gli auguri del sindaco di Castel Campagnano Avv. Gennaro Marcuccio che ha voluto sottolineare “l’importanza del parroco nelle piccole comunità in quanto resta ancora maggiore e imprescindibile riferimento spirituale” e per questo ha ringraziato il Vescovo per aver prontamente provveduto alla sostituzione del parroco precedente don Massimiliano Giannico; poi parole di benvenuto a don Cesare: “Ci auguriamo tutti insieme, noi con voi, buon viaggio, caratterizzato da tanta energia pastorale, unione e coesione”.

A don Cesare le ultime parole: dapprima il riferimento alla Celebrazione quale momento di intenso valore ecclesiale: “È la gloria del Signore che muove la Chiesa: bisogna accogliere questo momento non solo come un atto giuridico ma come manifestazione della gloria di Dio che la chiesa mette in atto per mano dei suoi Pastori, il vescovo, al quale devo grazie per avermi dato fiducia in questo momento; i Confratelli, il Sindaco spero nella collaborazione”. Poi il ‘grazie’ a quanti hanno partecipato, anche provenienti da altre parrocchie, “ovunque abbiamo collaborato e siamo stati bene insieme”. Un riferimento a don Primo Mazzolari, all’ultima sua opera I preti sanno morire per raccontarsi brevemente alla comunità che lo ha accolto: il giudizio degli uomini sui sacerdoti, la misericordia di Dio, la quotidiana chiamata alla vocazione, la ritrosia rispetto agli onori, la disponibilità ad obbedire ed essere al servizio dell’umanità, per poi concludere con un riferimento alla sua storia personale oggi messa a disposizione della popolazione di Castel Campagnano e Squille: “La ragione della mia vocazione l’ho trovata in Dio, nell’obbedienza ai miei Vescovi, a questo Vescovo e nella mi coscienza”.

Al termine della Messa un piccolo momento di festa nella piazza principale del paese, davanti alla casa municipale.  A partire da questa sera riprende l’ordinaria vita della parrocchia di Santa Maria ad Nives: appuntamento alle 18.00 per il Triduo in onore della Vergine Addolorata e a seguire la messa.

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