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Alife / Amministrative 2023. Il confronto De Felice-Cirioli su dissesto, dipendenti comunali, PNRR, emergenze sociali

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Alife al voto. Dopo i cinque anni di Amministrazione comunale a firma “Maria Luisa Di Tommaso”, la città romana (7200 abitanti alle porte del Matese) sceglierà la nuova fascia tricolore tra Fernando De Felice con la lista Svolta per il futuro e Salvatore Cirioli con la lista Patto per Alife. Abbiamo rivolto alcune domande ai candidati su tematiche che dai programmi elettorali o dai comizi pubblici sono in parte emerse: questa prima pubblicazione li vede impegnati su contenuti quali dissesto finanziario; PNRR; servizi al cittadino; carenza del personale dipendente. Nei prossimi giorni i loro interventi su Clarus saranno dedicati a centro urbano e zona industriale; calo demografico e prospettive; alifani nel mondo; il Maestro Alessandro Vessella di storica memoria e il tema ‘cultura’.  

Un comune in dissesto, secondo la Legge, non è destinato all’immobilismo amministrativo. Come giudica l’azione intrapresa nel 2017, e come la spiega ai cittadini: fallimento o risanamento? Considerando che l’esperienza simile di altri Comuni vicini ci restituisce l’immagine di una realtà che può funzionare…

 Fernando De Felice  Non sono assolutamente d’accordo con quanto intrapreso nel corso del 2017. Ciò per l’entità delle somme accertate che hanno provocato la situazione di deficit del bilancio e per la potenzialità economica importante di cui è dotato il nostro comune. Il Comune di Alife può esprimere delle potenzialità enormi da un punto di vista economico-finanziario pur riducendo le tasse per i cittadini Alifani al minimo consentito. Gli articoli 243-bis e seguenti del TUEL, inseriti dal D.L. n. 174 del 2012 hanno introdotto la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale (cd. predissesto) allo scopo di evitare la dichiarazione di dissesto. Tale procedura è finalizzata a responsabilizzare gli organi ordinari dell’ente territoriale nella definizione e nell’assunzione di ogni iniziativa utile al risanamento. Il predissesto, infatti, evitando il ricorso alla gestione dell’organismo straordinario di liquidazione, lascia impregiudicata la gestione in capo all’organo elettivo, anche se gli enti sono sottoposti a penetranti controlli volti ad impedire che la situazione di squilibrio degeneri in dissesto. In conclusione. L’amministrazione deve applicare il principio di continuità amministrativa. Pertanto, dobbiamo guardare avanti. Bisogna lavorare da subito per far uscire il nostro amato comune dal dissesto finanziario   e restituire la piena ed impregiudicata gestione all’organo elettivo affinché possa porre in essere tutte le iniziative utili finalizzate al bene comune dell’intera comunità.

 Salvatore Cirioli   Il dissesto è previsto dalla normativa vigente nel caso in cui l’ente non sia in grado di garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero quando nei confronti dell’ente locale esistono crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte con le modalità ordinarie. Tra il 2016 ed il 2017 la mia Amministrazione ha dovuto far emergere una situazione disastrosa, non certo generata da noi, e di fronte ad una relazione contabile di quella portata (poi trasmessa e avallata dalla Corte dei Conti), non si è potuto fare diversamente. Tuttavia è la stessa normativa che definisce il dissesto non come il fallimento di un Ente ma come il risanamento dello stesso: ovviamente tutto dipende da come si opera successivamente, in particolar modo dopo l’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato, che avviene a livello ministeriale. Da un lato si deve cercare di liquidare la massa debitoria passiva che ad oggi ad Alife consta di quasi 300 creditori per oltre 3.000.000 di euro, dall’altro si deve garantire l’efficienza degli Uffici per evitare che il danno si ripeta. Alcuni dicono che io farei un altro dissesto: a questi rispondo che mi basterebbe chiudere quello attuale e per poi far ripartire definitivamente la macchina amministrativa. Giustamente, quanto accade nei paesi limitrofi (anch’essi dissestati) è la prova tangibile che non si ferma proprio nulla se si ha la capacità di programmare ed agire.

Come pensa di affrontare la carenza in pianta organica per rendere efficiente l’azione amministrativa dell’ente visto che in Italia esistono strade da percorrere senza gravare (nel caso di concorsi) esclusivamente sulle casse del Comune? Vista l’urgenza del caso e la deficienza dei servizi, siete pronti ad assumere un simile impegno?

 De Felice   La risposta è affermativa. È un impegno che possiamo assumere con forte convinzione. La macchina amministrativa per poter funzionare ha bisogno delle risorse umane. Le risorse umane rientrano tra il patrimonio più prezioso che possa avere un Ente pubblico.  Ad oggi abbiamo le regole ordinarie per le assunzioni a tempo indeterminato in base al DM 17 marzo 2020 e regole straordinarie per le assunzioni a tempo determinato per l’attuazione degli investimenti a valere sulle risorse PNRR. Tra l’altro per queste ultime le risorse finanziarie vengono messe a disposizione dallo Stato Centrale senza impattare sulle casse comunali. Inoltre, sono previste innumerevoli opportunità per impiegare personale come l’istituto del distacco/comando oppure il ricorso alla mobilità. Le assunzioni con contratto a tempo determinato con professionalità spiccate previste dall’ ex art. 110, comma 1 del TUEL. Tutte queste opportunità saranno attentamente valutate dall’amministrazione. E’ in corso l’avvio di un nuovo concorsone regionale (Ex Ripam) che permetterà di attingere personale risultante idoneo. Saranno attivati concorsi per determinate figure professionali di cui il comune avrà bisogno. Ovviamente sarà considerata la spesa del personale con adeguato rigore. Sarà monitorato adeguatamente il rapporto della incidenza della spesa di personale sulle entrate correnti conformandosi agli Enti più virtuosi.

 Cirioli   Siamo prontissimi. E abbiamo detto in tutte le salse che il nostro primo impegno sarà questo. Il nostro programma prevede la riorganizzazione della macchina amministrativa attraverso l’adeguamento della pianta organica e l’attivazione di un sistema di formazione e valutazione del personale. Mireremo ad incentivare il coinvolgimento del personale e a ottimizzare il sistema informatico per migliorare i servizi erogabili online. Lo faremo perseguendo tutte le possibilità offerte dalla normativa vigente e puntando soprattutto sul merito.

Tra le misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza avreste già individuato quella veramente necessaria alle esigenze di Alife? Su quale tipologia di intervento possibile pensate di puntare nel breve tempo che resta per accedere a tale vantaggio?

 De Felice  Tra le sei macro-misure che individua il piano di nazionale di ripresa e resilienza, tutte misure importantissime che occorrono alla nostra comunità, l’amministrazione inizierà a lavorare dal primo giorno su: 1) Recupero dei plessi scolastici in stato di abbandono, interventi di riqualificazione, ammodernamento ed adeguamento al risparmio energetico; 2) Missione della rivoluzione verde e transizione ecologica. L’Intera nazione è particolarmente esposta ai cambiamenti climatici e deve accelerare il percorso verso la neutralità climatica e verso una maggiore sostenibilità ambientale. Si è già pensato alla realizzazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica utilizzando i tetti degli immobili in disponibilità del comune con la possibilità di costituire  una Comunità Energetica a cui far aderire tutti i cittadini interessati; 3) Decoro architettonico e coerenza urbanistica attraverso interventi strutturali dell’estetica delle strade all’interno del centro storico.

 Cirioli  Su questo non abbiamo alcun dubbio: i primi fondi da intercettare sono quelli per la realizzazione e/o la sistemazione delle scuole. Per raggiungere questo obiettivo, sarà predisposto un apposito ufficio comunale che si occuperà della stesura di progetti di riqualificazione e ristrutturazione degli edifici pubblici, nonché della partecipazione a bandi regionali, nazionali ed europei per reperire le risorse economiche necessarie con particolare attenzione ai fondi del PNRR.

Si parla di giovani e dell’urgenza di offrire un futuro migliore e servizi commisurati alle loro esigenze. Eppure la realtà alifana è abitata da anziani, disabili, situazioni sociali marginali e preoccupanti: categorie invisibili dotate di meno “voce” per avanzare richieste, esprimere desideri e rivendicare diritti. Quali azioni individua la vostra squadra in termini di politiche sociali concretamente realizzabili?

 De Felice  La nostra squadra è molto attenta alle esigenze di tutti: i giovani e ogni categoria che lei cita…perchè tutti parte integrante della comunità. Per questo, intendiamo attuare politiche sociali concrete tra le quali è prevista l’istituzione di uno sportello di riferimento ad-hoc per persone con disabilità all’interno della casa comunale, attraverso il quale vogliamo fornire informazioni su tutte le misure di supporto attivate da Stato e Regioni. In questo senso, intendiamo anche attivare un numero verde dedicato a tutte le persone in difficoltà attraverso il quale è possibile accedere a liste d’attesa specifiche e prioritarie per richiedere visite sanitarie e per richiedere anche il supporto di personale assistenziale, sostitutivo del caregiver, in caso di necessità sanitaria. L’intenzione è quella di erogare una serie di servizi specifici per poter fornire la massima assistenza e il miglior supporto alle persone in difficoltà, creando un ambiente adeguato, attraverso l’eliminazione di barriere architettoniche, favorendo l’inclusione scolastica per i bambini e ragazzi e supportandoli nel miglior modo possibile.

 Cirioli   Nessuna realtà sociale deve essere lasciata sola: gli anziani hanno un punto specifico ad essi dedicato nel nostro programma mentre invece deve essere potenziato tutto il sistema di sostegno e supporto alle situazioni di marginalità. Siamo convinti che una buona amministrazione comunale debba essere fondata su principi di partecipazione e condivisione. Per questo, ci impegniamo ad approvare un Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, che permetta ai cittadini di partecipare in modo attivo alla gestione dei beni comuni che appartengono a tutti noi. Siamo anche consapevoli dell’importanza di un dialogo costante con il mondo associativo in ordine alle problematiche sociali, che spesso rappresentano i bisogni più urgenti e concreti dei nostri cittadini. Crediamo che solo attraverso la partecipazione attiva dei cittadini e un costante dialogo con le associazioni locali, possiamo creare una comunità forte e solidale, che si prende cura dei suoi beni comuni e delle sue persone.

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