Noemi Riccitelli – Toni Servillo, Salvo Ficarra e Valentino Picone sono insieme protagonisti del nuovo film di Roberto Andò, L’abbaglio, dopo che lo stesso regista li aveva diretti ne La stranezza (qui la recensione di Clarus) nel 2022.
L’ispirazione di Andò ritorna nuovamente alla sua Sicilia, riproponendo un evento storico centrale, fondamentale, unico: quello dell’Unità d’Italia.
Infatti, la vicenda dell’Abbaglio ha il suo nucleo tematico proprio nella spedizione dei Mille di Garibaldi, fase delicatissima del processo che portato all’unificazione del nostro Paese, sancendo di fatto la “breccia” nel cuore del Regno dei Borbone.
Il film è al cinema dal 16 gennaio.
Nel 1860 Giuseppe Garibaldi (Tommaso Ragno) affida al colonello Vincenzo Giordano Orsini (Toni Servillo) il compito di radunare un gruppo nutrito di volontari alla volta della Sicilia, affinché possa compiere le mosse decisive per l’Unità d’Italia.
Tra gli adunati, i celebri “Mille” di Garibaldi, ci sono anche due uomini che non cercano gloria o onore, ma decidono di imbarcarsi solo per raggiungere la loro natia Sicilia, Domenico Tricò (Salvo Ficarra) e Rosario Spitale (Valentino Picone).
Una lunga riflessione sull’Italia e la sua controversa Storia, sì, Roberto Andò realizza una pellicola che non è solo un bella cronaca in costume di ciò che è stato, ma un pensiero critico-autoriale che si sviluppa fotogramma per fotogramma, inframezzato da più leggeri, ma non meno significativi momenti di ironia.
Andò, in particolare, attraverso il personaggio del colonello Orsini, si interroga sulle effettive conseguenze del processo di unificazione, l’impatto che un nuovo corso degli eventi ha su chi la Storia, nel concreto, la vive giorno per giorno, al di là di eroiche gesta.
Ed è proprio sulla dicotomia tra la percezione delle persone comuni, dei siciliani che si trovano di fronte gli ennesimi “invasori” e si domandano, diffidenti, se e quanto a loro gioverà questo nuovo passaggio storico, e i sentimenti di fiducia e opportunità, l’idealismo delle truppe di Garibaldi, che si innesta la trama dell’Abbaglio.
Una linea di pensiero, quella di Andò, che trae le sue radici da illustri intellettuali italiani: Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che proprio riguardo l’Unità d’Italia e le sue implicazioni in Sicilia aveva scritto nel Gattopardo, e che dire di Leonardo Sciascia, sempre lucido e critico sulla realtà contemporanea siciliana, che faceva risalire ad un atavico e peculiare modus agendi.
Dal punto di vista più propriamente cinematografico, L’abbaglio funziona, si lascia seguire, e le due principali direttrici del racconto, quella storico-riflessiva e quella ironica, ben si amalgamano, per un intrattenimento piacevole a tutto tondo.
Servillo, Ficarra e Picone si confermano un trio di protagonisti bilanciato, a cui si uniscono interpreti di indubbio talento, tra cui Tommaso Ragno, Giulia Lazzarini e il giovane Leonardo Maltese, di recente impegnato in diverse produzioni di successo.
Dunque, un abbaglio o innovativo cambiamento questa Italia unita? Da vedere fino alla fine.