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Castel Di Sasso. La festa a don Agostino Secondino per i suoi 50 anni “da prete”

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In 300 anni, solo 3 sacerdoti nella piccola comunità del Monte Maggiore: don Agostino è uno di questi che instancabilmente continua nel suo servizio con entusiasmo e sempre nuova passione

La Redazione – La comunità parrocchiale di Castel Di Sasso ha celebrato i 50 anni di sacerdozio di don Agostino Secondino che per quasi tutto il suo ministero presbiterale ha vissuto tra questa gente,  tra le famiglie del luogo. Nella chiesa antica del piccolo comune si sono raccolti tutti per ricordare e festeggiare: ricordare la gioia che 50 anni fa riempì le strade del borgo quando il giovane Agostino, dopo aver ricevuto l’ordinazione sacerdotale a Caiazzo fece ritorno tra la sua gente per la prima messa, con grande orgoglio dei genitori Angelo e Lorenza. E così nella chiesa di S.Maria Assunta dove aveva ricevuto il battesimo e la prima comunione, accanto al vescovo mons. Valentino Di Cerbo, don Agostino ha voluto rendere il suo grazie a Dio per questo lungo cammino, segnato inevitabilmente da due sentimenti, di gioia e di dolore come lui stesso ha ricordato nel saluto prima della celebrazione: “Il Sacerdote che raggiunge il traguardo delle nozze d’oro è sgomentato del cumulo di responsabilità che il ministero gli ha imposto e alle quali, troppe volte, è rimasta inadeguata la vita ed è mancata forse anche l’interiore generosità dell’impegno… Nubi che offuscano la serenità dell’ora, per le quali imperioso è il bisogno della misericordia divina e del compatimento umano. E tuttavia, pur nella consapevolezza inquietante della propria insufficienza, cinquant’anni di Sacerdozio riempiono di letizia il cuore per non aver  infranto l’impegno di fedeltà a Cristo e alla Sua Chiesa, Pur deplorando il peso  di troppe debolezze e limiti, il canto più ovvio, più naturale, più genuino, più vero, più doveroso, nelle nozze d’oro, resta il canto del ringraziamento”.
castel-di-sasso_don-agostino-secondinoCommosso e fortemente coinvolto, don Agostino Secondino, ha sommessamente parlato rivolgendosi alla sua gente, al Vescovo, ma in particolare a Dio, che ha concesso alla sua vita un traguardo così significativo: il ricordo di don Agostino è andato inevitabilmente ai tanti amici e confratelli che non ci sono più ma che hanno accompagnato significativamente la sua crescita umana e spirituale. Nelle parole del sacerdote un sentito grazie, ma soprattutto la preghiera per l’amico di Castel Di Sasso, il diacono Antimo Scirocco, da diversi mesi provato dalla malattia e dal dolore: “persona senza la quale non avrei potuto condurre in questi anni – ha ricordato don Agostino – questa comunità”. Motivo per cui, il parroco d’accordo con la comunità non ha voluto alcun festeggiamento in occasione del suo cinquantesimo.
Ad accogliere i pensieri, i ricordi di don Agostino, quello sguardo rivolto al passato con tanta umiltà, la premura del Vescovo Valentino Di Cerbo con l’esortazione a guardare avanti chiedendo ogni giorno al Signore misericordia e vicinanza: “In questo tempo di bilanci, nel bene e nel male il Signore ci invita ogni giorno a ricominciare, a guardare avanti con fiducia. “Questo – ha sottolineato il Vescovo – non è il tempo di fermarsi, ma il tempo di dare di più facendo ancora fruttificare la Parola che ha seminato nel terreno buono del tuo cuore molti anni fa”.
La fatica di un lungo cammino si accompagna inevitabilmente alle gioie scaturite non solo dagli eventi lieti, ma in particolare dalla fitta rete di relazioni che don Agostino ha tessuto negli anni: il suo dinamismo, la sua praticità lo hanno reso un concreto punto di riferimento sia per la comunità parrocchiale, ma anche per i Vescovi che lo hanno conosciuto. Lo stesso Di Cerbo, al termine della celebrazione lo ha ripetutamente ringraziato per la collaborazione ricevuta nei momenti in cui don Agostino ha saputo essere il prete di molte parrocchie rendendo un servizio alla chiesa diocesana con obbedienza e dedizione.
“Ti auguro – così ha concluso Mons. Di Cerbo – che questo cinquantesimo sia il tempo in cui tu torni ad essere giovane, continui a camminare con la gioia di un giovane, e che nella tua vita i profumi e i colori della primavera che caratterizza i primi passi di ogni ministero sacerdotale siano sempre vivi”.

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