Che ne sarà dei nostri fiumi, delle nostre falde, dell’acqua in Alto Casertano?
E’ stato proclamato l’Anno internazionale della cooperazione nel settore idrico. Il 2013 ci entusiasma e ci fa ben sperare anche per questo. La proposta, in seno all’Assemblea generale dell’Onu, veniva nel 2010 da un’idea (ma soprattutto un’esigenza) della delegazione del Tajikistan. La risoluzione Onu guarda a 360 gradi, considerando il “problema acqua” come ostacolo fondamentale allo sviluppo di numerosi popoli, inclusa l’integrità dell’ambiente e l’eliminazione della povertà e della fame. “L’acqua è inoltre indispensabile per la salute e il benessere delle persone ed è elemento essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio. Nella risoluzione, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite esprime la propria preoccupazione per i risultati lenti e discontinui legati al raggiungimento dell’obiettivo di dimezzare la percentuale delle persone che non hanno accesso all’acqua potabile ed ai servizi igienici di base, specie considerando le preoccupazioni destate dai cambiamenti climatici e altri fattori per le loro ripercussioni sulla quantità e qualità delle risorse idriche (…) L’Anno internazionale della cooperazione nel settore idrico può servire come piattaforma per unire gli impegni presi sia dal Sistema Nazioni Unite, sia da altre organizzazioni regionali o internazionali, dai governi, dalla società civile e dalle imprese, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi legati alle risorse idriche e sulle sue possibili soluzioni, in modo da sviluppare un ambiente favorevole alla nascita di nuove idee, al fine di trovare il modo più efficace di raggiungere gli obiettivi concordati a livello internazionale sull’acqua.” (www.onuitalia.it). E’ proprio questa ultima provocazione che ci interpella come cittadini dell’Alto Casertano e riduce i confini del nostro sguardo riportandolo alle necessità della nostra terra, dove il Matese si rivela essere un grande serbatoio d’acqua, e l’utilizzo di essa non sempre risulta facile e a portata di tutti.
Sul numero di Clarus appena uscito abbiamo dedicato due pagine alla questione “Maretto” e “Torano”, le falde che servono molti comuni della valle del Medio Volturno, spesso costretti ad una turnazione dell’acqua a causa dei ripetuti intorbidamenti della prima falda in occasioni delle abbondanti piogge. E non è tutto…
Buon lavoro a quanti hanno una responsabilità, un impegno sociale o civile in questo servizio tanto caro ai cittadini