La sintesi tracciata da Vian, direttore de L’Osservatore Romano, sulla testimonianza che Francesco ha portato ad Assisi
“Lo si è visto molte volte, soprattutto nei primi viaggi del pontificato, sin dal primo dolente e forte a Lampedusa, e da Assisi è venuta l’ennesima conferma: Papa Francesco attrae perché si espone in prima persona e le sue parole lasciano trasparire una vita radicata nella contemplazione del Signore”. Questo l’incipit dell’editoriale che Giovanni Maria Vian, direttore de “L’Osservatore Romano”, dedica alla visita pastorale del Papa ad Assisi nell’edizione di domani del quotidiano (in distribuzione da oggi pomeriggio). Il vescovo di Roma si è recato “nei luoghi di colui che ha imitato Cristo fino a ricevere nel suo corpo i segni della sua passione e che dell’Italia è stato proclamato patrono”, prosegue Vian, “certo per un desiderio del cuore – nessun Papa aveva preso il nome del santo di Assisi, nemmeno i Pontefici francescani – ma soprattutto per annunciare il Vangelo”. Non solo “con la presenza”, ma anche “con le parole, tanto semplici quanto efficaci, che restano impresse in chi le ascolta: nei preti esortati a predicare brevemente e con passione, nei genitori che per i figli devono essere i primi testimoni di Cristo, in chi legge le Scritture ma senza ascoltare Gesù”. Come nelle prime parole pubbliche dopo l’elezione, anche ad Assisi, il Papa “ha voluto parlare ancora del cammino ‘con il nostro popolo’”, confermando la fiducia “nel sensus fidei del popolo cristiano”.
“Ma prima ancora – scrive ancora il direttore nel suo editoriale – mettendosi in gioco con parole che non hanno alcun sapore formale: ‘Qui penso ancora a voi preti, e lasciate che mi metta anch’io con voi’. Aprendosi con semplicità a chi ha davanti – ‘qualcuno di voi può pensare: ma questo vescovo, che bravo! Abbiamo fatto la domanda e ha le risposte tutte pronte, scritte! Io ho ricevuto le domande alcuni giorni fa. Per questo le conosco’, ha spiegato ai giovani, Papa Francesco non dispensa certo novità ma sa annunciare l’unica vera, il Vangelo di Cristo. ‘Non vi ho dato ricette nuove. Non le ho, e non credete a chi dice di averle: non ci sono’ ha detto in cattedrale, quasi a voler dissipare dubbi che qua e là si affacciano, ribadendo che si può testimoniare Gesù a chi è lontano ‘solo se si porta la Parola di Dio nel cuore e si cammina con la Chiesa, come san Francesco’”. Ad Assisi, osserva Vian, il Papa “ha confidato riassumendo il senso della visita, ‘mi sembra di sentire la voce di san Francesco che ci ripete: Vangelo, Vangelo! Lo dice anche a me, anzi, prima a me: Papa Francesco, sii servitore del Vangelo! Se io non riesco ad essere un servitore del Vangelo, la mia vita non vale niente!’. E ha aggiunto subito dopo che il Vangelo riguarda tutto l’uomo”.