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PD Campania, il presidente Stefano Graziano indagato per concorso esterno in associazione camorristica

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indagato Stefano Graziano Pd Campania ZagariaIl presidente del Pd campano Stefano Graziano, che è anche consigliere regionale, è indagato per concorso esterno in associazione camorristica in un’inchiesta della Dda di Napoli che ha portato in carcere per presunte tangenti l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) Biagio Di Muro, in carica fino al novembre scorso, e l’imprenditore della ristorazione Alessandro Zagaria, ritenuto dagli inquirenti l’anello di congiunzione tra la politica e il clan guidato dal boss, solo omonimo, Michele Zagaria.
Per altre sette persone, tra cui l’attuale responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Santa Maria Capua Vetere Roberto Di Tommaso, il gip di Napoli ha disposto i domiciliari. Per i pm – sostituti D’Alessio, Giordano, Landolfi e Sanseverino coordinati dall’aggiunto Borrelli – Graziano, che si è autosospeso dal partito ma è rimasto in carica come consigliere regionale, avrebbe ricevuto appoggio alle elezioni regionali dello scorso anno dalla cosca, attraverso il sostegno diretto di Alessandro Zagaria, ponendosi “come punto di riferimento politico e amministrativo” del clan.
A Graziano, che è stato deputato e consulente a Palazzo Chigi con Enrico Letta e fino al 31 dicembre 2014 (incarico non rinnovato dal Governo Renzi), i carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta, delegati con i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli, hanno perquisito le abitazioni di Roma e Teverola e l’ufficio nella sede del Consiglio regionale, a Napoli.
L’inchiesta ruota attorno all’appalto per i lavori di consolidamento e “riqualificazione in polo della Cultura e della Legalità” di Palazzo Teti Maffuccini, storico immobile ubicato a Santa Maria Capua Vetere dove risedette anche Garibaldi, confiscato anni fa al padre dell’ex primo cittadino, Nicola Di Muro, ex vice-sindaco della città sammaritana. Nel corso di alcuni colloqui intercettati dagli investigatori tra Biagio Di Muro e Alessandro Zagaria, quest’ultimo gestore di bar e mense nelle facoltà della Sun, la Seconda università di Napoli, si fa riferimento all’appoggio elettorale che occorreva garantire a Graziano. Quest’ultimo si sarebbe attivato – ma tale circostanza non è ritenuta illecita dagli inquirenti della Dda – per favorire il finanziamento dei lavori di Palazzo Teti. In particolare avrebbe dovuto agire per scongiurare che si perdesse il finanziamento facendolo trasferire in un diverso capitolato di spesa. Dagli elementi raccolti sarebbe emerso il versamento a Di Muro, al suo funzionario Di Tommaso e al componente della commissione di gara Vincenzo Manocchio, di una tangente di 100 mila euro da parte dei due imprenditori finiti ai domiciliari Guglielmo La Regina e Marco Cascella, rappresentanti legali delle società “Archicons Srl” e “Lande Srl”, la prima responsabile della progettazione dei lavori relativi a Palazzo Teti, la seconda aggiudicataria dell’opera da oltre due milioni di euro. La mazzetta sarebbe stata “mascherata” grazie a una serie di fatture false necessaria a raccogliere la “provvista” emessa da società facenti capo ad altri due indagati arrestati.

da ANSA

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