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Assemblea dei Catechisti. “Giovani nello stile, più vicini ai ragazzi”, le parole del Vescovo

La figura del catechista, il rinnovamento nei contenuti e nelle tecniche di formazione sono i punti sui quali si è incentrata la riflessione guidata dal vescovo Valentino

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assemblea catechisti cattedrale mons valentino di cerbo

“Dobbiamo andare incontro ai ragazzi e a cambiare dev’essere la formazione”. Così il vescovo Valentino Di Cerbo, affiancato da don Vittorio Marra, Direttore dell’Ufficio catechistico, apre le danze dell’Assemblea diocesana dei catechisti che ha inaugurato il nuovo anno catechistico, domenica 6 novembre nella Cattedrale di Alife, sul tema Vi abbiamo annunciato il Vangelo.
L’incontro ha visto partecipare un numero piuttosto significativo di persone provenienti da diverse parrocchie della Diocesi, le quali si sono recate in Cattedrale sfidando una pioggia insistente.
“Il catechista ha il dovere di creare un clima di famiglia, impegnandosi a formare dei cristiani i quali vanno messi in condizione di fare esperienza di Gesù Cristo”. Il messaggio che Mons. Di Cerbo ha voluto trasmettere ai catechisti presenti, tra cui molti volti giovani, è quello di puntare sulla catechesi per inserire “nuove forze” che siano operative in parrocchia.assemblea catechisti cattedrale mons valentino-di-cerbo-2
Una collaborazione che può avvenire solo mediante le spinte sinergiche che intercorrono tra laici e sacerdoti, le stesse che muovono il progetto del sinodo diocesano, evento al quale ogni comunità ecclesiale è chiamata a partecipare. Nel discorso sinodale importante è “il contributo che la Commissione catechistica può apportare”, come ha affermato don Emilio Salvatore, Segretario del sinodo, insistendo sul “rinnovamento della Diocesi, che deve avvenire secondo l’idea della Chiesa come movimento dello Spirito”.
Ma qual è la missione a cui è chiamato il catechista? È Mara Fabrizio, Responsabile Gruppo “Genitori consapevoli” di Dragoni, a soffermarsi sulla figura del catechista come di colui che “testimonia e mette in contatto con Gesù”. Il catechista “risponde a una chiamata, ma sceglie d’intraprendere la sua strada in assoluta libertà e consapevolezza. Un compagno nel viaggio che l’incontro con Gesù rappresenta”.
La prola d’ordine del “buon catechista” non può che essere “creatività”: nelle sue mani, la crescita, il bisogno di sentirsi amato e di autostima di chi si affida a lui.
Al termine degli interventi il Vescovo ha consegnato a ogni catechista il recente documento dei vescovi campani sull’Iniziazione cristiana.

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