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È tornato alla casa del Padre Mons. Serafino Sprovieri

Originario della Calabria ha deciso di essere seppellito nella cripta della Cattedrale di Benevento

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È tornato alla casa del Padre l’arcivescovo emerito di Benevento mons. Serafino Sprovieri, alla guida della diocesi campana dal 25 novembre 1991 al 3 maggio 2006; molto attento all’impegno dei laici nella Chiesa, viveva un rapporto particolare con i più giovani. Si era speso per la promozione e il sostegno dell’Azione Cattolica e il lancio delle Comunicazioni Sociali.

Nato in San Pietro in Guarano (Cosenza) frazione San Benedetto, il 18 maggio 1930, aveva compiuto gli studi nel seminario Calabro “Pio XI” di Reggio Calabria. Fu ordinato sacerdote da mons. Aniello Calcara, arcivescovo di Cosenza, il 12 luglio 1953, che lo volle suo segretario, affidandogli la direzione di “Parola di vita”, settimanale cattolico cosentino, e la segreteria del’Unione Poeti e Scrittori Cattolici Italiani.
È stato rettore del seminario Cosentino; rettore del seminario interdiocesano di Cosenza; rettore del pontificio Seminario Teologico”S. Pio X” in Catanzaro. L’11 febbraio 1978, Paolo VI lo elesse alla Chiesa titolare di Temisonio, deputandolo ausiliare dell’arcivescovo di Catanzaro e vescovo di Squillace.

Consacrato nella chiesa del seminario teologico dal cardinale Sebastiano Baggio il 9 aprile 1978; è stato promosso arcivescovo di Rossano – Cariati il 31 luglio 1980.

Il 25 novembre 1991, il Santo Padre Giovanni Paolo II lo trasferì a Benevento, nominandolo arcivescovo metropolita e conferendogli il “pallio” il 29 giugno 1992. Prese possesso dell’arcidiocesi l’1 febbraio 1992, lasciando l’arcidiocesi il 3 maggio 2006 per sopraggiunti limiti di età.

Il rito funebre sarà celebrato, oggi 4 gennaio, alle ore 15.30 nella Cattedrale di Cosenza; mentre (domani) venerdì 5 gennaio alle ore 15.30 nella Cattedrale di Benevento sarà l’arcivescovo metropolita, mons. Felice Accrocca, a presiedere il rito funebre. La salma sarà deposta nella cripta della Cattedrale.

La Diocesi di Alife-Caiazzo, ne ricorda la missione pastorale, e nella preghiera lo affida all’abbraccio eterno di Dio.

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