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Al liceo Galilei il premio “Peppino Impastato”. Il 9 maggio a Cinisi con un racconto dalla terra dei fuochi

A quarant'anni dalla barbara uccisione del giovane che osò sfidare il sistema mafioso siciliano, tornano le celebrazioni in suo ricordo come ogni anno in occasione del 9 maggio. Oltre gli eventi celebrativi non si arresta l'impegno di quanti allora come oggi dicono "no" alla corruzione e alla violenza: in questo impegno coinvolti anche gli studenti del Liceo Statale Galilei di Piedimonte Matese

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Destinazione Cinisi (PA) per gli studenti del Liceo Statale Galileo Galilei di Piedimonte Matese in occasione dell’anniversario della morte di Peppino Impastato, il giovane siciliano ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978. Qui ritireranno il premio nazionale nell’ambito del “Concorso per il 40° anniversario della morte di Peppino Impastato”.

Il ricordo di Peppino e la sua battaglia per la giustizia oggi è nelle mani di una tra le associazioni che meglio lo ricorda: si tratta di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato nata nella primavera del 2005 a partire dal bisogno di diffondere la verità e chiedere giustizia contro la violenza mafiosa. Come ogni anno, in ricordo di quel 9 maggio Casa Memoria organizza e cura una serie di eventi e manifestazioni, tra cui il concorso che vede protagonisti anche i nostri studenti.
Le classi IIIAC e IVAC, con le professoresse Maria Concetta D’Ambrosa ed Elisabetta Ciarleglio si sono aggiudicate il premio come “Miglior elaborato letterario: story telling” partecipando con “La storia di Antonio. Un’infanzia avvelenata”.
Su 105 scuole inizialmente iscritte e 65 lavori pervenuti, il lavoro letterario degli studenti matesini è tra gli 11 premiati con la seguente motivazione: “per aver realizzato un testo di particolare valore ed interesse sul tema della negazione di un diritto fondamentale: la salute.”

La storia raccontata dal Liceo Galilei si ispira ad una vicenda realmente accaduta, quella di Antonio di Casalnuovo (Na), morto il 2 giugno 2013, a nove anni e mezzo, e della sua mamma coraggio, Marzia Caccioppoli e dell’associazione “ Noi genitori di tutti ONLUS”, nata con lo scopo di salvaguardare i diritti dei fanciulli e per contrastare tutte le forme di violenza. L’ultima frase di Antonio ai suoi genitori è quella testualmente riportata nell’elaborato presentato: “voi siete i gioielli del mio cuore insieme a tutti quelli che vivono sulla terra”; un testo breve, intenso che lascia parlare in prima persona il protagonista del racconto in cui si delineano chiaramente i tratti di un paesaggio e del suo acre odore: la terra dei fuochi che continua a mietere giovani vittime (scarica qui il testo vincitore del Concorso).

Nel Quarantesimo anniversario dell’uccisione mafiosa di Peppino – si legge sul sito di Casa Memoria – vogliamo passare il testimone coinvolgendo un’intera generazione con il suo messaggio (quello di Peppino Impastato, ndr), che non è stato solo di impegno civile e di lotta politica, ma anche un messaggio educativo per tutti i giovani che vogliono ancora cambiare il mondo (…).
E la scuola – in questo caso un istituto della provincia di Caserta – prova a concretizzarlo questo impegno, fornendo agli studenti occasioni non solo per riflettere e conoscere, ma anche gli strumenti per realizzare il sogno di pochi eroi: dire no alla corruzione, alzare la voce contro il massacro di innocenti, e perchè no sbeffeggiare la presunzione di connivenze mafiose e politiche oggi ancora esistenti, in Sicilia, come in Campania, come in tutta Italia.

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