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Migranti e rifugiati “in arte” nelle opere di Biasiucci e Tucci

Parlare di profughi, rifugiati, migranti con l'arte: quello hce la difficile realtà esprime attraverso i fatti, trova occasione di riflessione nell'opera fotografica di Antonio Biasiucci e in quella poetica del giovane Francesco Tucci. Il comune denominatore resta il mare, chi lo attraversa e chi lo subisce morendo.

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Migranti e mare: il binomio corre insieme verso sempre nuove polemiche, nuove soluzioni, nuovi approdi politici e riflessioni; si rende oggetto di attenzione estrema da parte di Associazioni e della Chiesa che sul caso non cede di un passo rispetto al Vangelo (“Ero forestiero e mi avete accolto…”).
Non a caso ieri mattina in piazza San Pietro Papa Francesco, nella Giornata del migrante e del rifugiato ha benedetto una singolare scultura raffigurante una barca piena di uomini e donne.
Angels Unwares, Angeli Inconsapevoli, è il titolo del monumento realizzato dall’artista canadese Timothy Schmalz che raffigura un gruppo di migranti e rifugiati, provenienti da diversi contesti culturali e razziali e anche da diversi periodi storici (www.vaticannews.va). Sono uno accanto all’altrato, stretti, in piedi su una zattera, con il dolore inciso sul volto per il dramma della fuga,  per l’incognita di un futuro incerto.
Sono il volto e la voce (soffocata) di tanti troppi, migranti e profughi non solo per le vie del mare, perchè migranti e rifugiati sono molto di più; più che un barcone alla deriva, ma centinaia di migiliaia di storie di chi fugge da violenze, povertà e solitudine.
“Non si tratta solo di forestieri – ha precisato Papa Francesco nell’omelia di ieri -, si tratta di tutti gli abitanti delle periferie esistenziali che, assieme ai migranti e ai rifugiati, sono vittime della cultura dello scarto”.
Dopo la Celebrazione in loro memoria, in tutte le chiese e in particolare in San Pietro, vogliamo tenere in vita la riflessione su questi fratelli con l’opera di due artisti, due sensibilità diverse, che hanno dedicato al tema migrante la propria arte: il primo, Antonio Biasiucci, figlio di questa terra che onora con i riconoscimenti ottenuti nel campo della fotografia; il secondo, Francesco Tucci, ci è caro perchè giovane e poeta, perchè di talento e attento sui temi e della vita.
A questa riflessione aggiungiamo la bella notizia pubblicata ieri sul quotidiano Avvenire che affonda la “cultura dello scarto” con l’iniziativa di alcuni Comuni del beneventano che si stanno ripopolando e rilanciando economicamente grazie alla presenza di giovani migranti arrivati sul posto per aver aderito allo SPRAR (Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Clicca per approfondire.

 MOLTI di Antonio Biasiucci 
Antonio Biasiucci, fotografo professionista, è nato a Dragoni ma l’esperienza artistica e lavorativa lo porta in giro per il mondo. Il bianco e nero, la sua grande forma espressiva, questa volta si raccontacon l’opera MOLTI, presentata pochi giorni fa a Napoli.
Un progetto in forma di libro che nasce dall’esperienza di Biasiucci nell’isola greca di Chios, nella primavera nel 2016: sul posto ha colto la condizione dei migranti nel campo profughi di Souda non solo attraverso l’obiettivo della macchina fotografica ma anche con parole e riflessioni inseriti nel volume. Il lavoro di Antonio Biusiucci è accomapgnato dai versi del poeta Valerio Magrelli. I lavori si fondono in uno stile letterario che coinvolge il lettore attraverso gli occhi e l’ascolto del ritmo dei versi. La completezza del progetto è data dalla mission della casa editrice che ha dato alle stampe il lavoro: una casa artigiana, ilfilodipartenope, nata a Napoli nel 2003 che concepisce la produzione editoriale come progetto partecipato da tutti, come contesto espressivo corale non solo sulla fisicità del prodotto, ma sull’anima che lo ha genrato.
Nella foto i “particolari” che fanno l’opera fotografico-letteraria di Biasiucci.

 Silenzi di Sale di Francesco Tucci 
Francesco Tucci è nato e vive a Roma. Dopo la maturità conseguita presso il liceo scientifico I. Newton con il massimo dei voti e la lode, ha scelto quale indirizzo di studio universitario appena iniziato quello delle lettere classiche.
Poesia, letteratura, pittura esprimono il suo genio creativo: delicato, incisivo, vero è il tratto che distingue la sua mano, ora a generare versi ora a tracciare segni. Di lui, questi versi sono solo un anticipo; lo ritroveremo presto sulle nostre pagine di Clarus.

Silenzi di sale
Ho nel cuore il dolore lontano
d’un bimbo che sogna nel vuoto.
Chiudo gli occhi, ne vedo la mano
levata in un volo d’ignoto;

Era mare l’ignoto, era mare:
mare, mare, e nulla di più;
ma la nave era un grido d’amore
lanciato nel gelo del blu;

Serve coraggio per una nave
ch’è fragile, sola, smarrita:
la nave vola, ma sente grave
nel viaggio tremare la vita…

Oggi suscita un odio profondo
quel bimbo che trema nel buio.
Qui tace l’uomo, figlio d’un mondo
ch’è arido, gelido, spoglio.

Te ne chiedo perdono, fratello
di mare, fratello d’ignoto
nel nome di chi porta il fardello
crudele del male, o del muto;

Nudo, con nulla, ti dono – cosa
si dona a una perla perduta?
solo errori e silenzi… l’attesa
del porto e del mondo che muta;

Tu sai che la via per quel porto
è deserta, scolpita nel vuoto:
lì abita un Dio mai risorto
cieco e sordo alle grida d’aiuto.

Serve coraggio per ricordare
che tra bestie manca pietà.
Già ti sei spenta, perla di mare…
con te muore l’umanità.

Non passare, ferita profonda
resta viva, e ricordaci il male;
ricorda, lì… dove va l’onda
l’angoscia d’un pianto di sale.

 

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