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Don Mimmo Battaglia a Napoli. “Comunità in cammino, che benedice e annuncia la vita”, il sogno del nuovo Arcivescovo per la Chiesa partenopea

Lascia la Diocesi di Cerreto-Telese-Sant'Agata de' Goti, di cui resta Amministratore apostolico. Ieri, prima della presa di possesso canonico della Chiesa napoletana, il Pastore ha incontrato realtà fragili: il primo segno dell'impronta pastorale che intende donare

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Foto Diocesi di Cerreto-Telese-Sant’Agata de’ Goti

Federica Landolfi – 2 febbraio 2021. L’inizio del servizio come pastore di Napoli nel giorno in cui si celebra la Festa Liturgica della Presentazione di Gesù al Tempio, la Candelora per dirla comunemente, un giorno ricco di significati e simboli, “siamo qui convocati per condividere la gioia di questa festa… il coraggio di chi si affida a Dio quando ne ha bisogno, lo chiama quando si sente lontano. E’ questa la forza di quelle piccole luci delle candele che abbiamo tra le mani”. Inizia così “un nuovo tratto di strada”. Don Mimmo Battaglia, già vescovo della Diocesi di Cerreto-Telese-Sant’Agata de’ Goti, è arcivescovo della città del sole e del mare, “una terra ricca di bellezza, di storia, di cultura”, ma anche di “indifferenza, ingiustizie, disuguaglianze, periferie esistenziali”.

Prima un incontro con le autorità istituzionali nel salone di rappresentanza del Palazzo Arcivescovile di Largo Donnaregina, poi l’accoglienza sul sagrato del Duomo e il bacio del crocifisso, segno questo che testimonia il proposito di voler imitare con amore Cristo, Buon Pastore, che offre la sua vita per il gregge. È seguita l’adorazione eucaristica nella cappella del Tesoro di San Gennaro e la solenne celebrazione con rito canonico di presa di possesso della Diocesi. Una nuova pagina per la Chiesa e la città di “faccia gialla”, un ingresso delicato e senza sfarsi, complici le norme anti-covid e la semplicità che da sempre contraddistingue il cammino e i passi silenziosi del pastore di origini calabresi, legato personalmente e spiritualmente a don Tonino Bello e nominato arcivescovo da Papa Francesco il 12 dicembre 2020.

Foto Diocesi di Cerreto-Telese-Sant’Agata de’ Goti

L’omelia è stata aperta con un saluto al cardinale Crescenzio Sepe, (assente per motivi di salute), non è mancato un messaggio diretto ai sacerdoti presenti “che non vede l’ora di conoscere” e alla comunità tutta. Scontato ma non ovvio per la profondità del messaggio, il riferimento alla pandemia in corso, “ci ha messi di fronte ai passi di una conversione possibile che tocchi davvero la nostra vita concreta, i criteri con cui attuiamo le nostre scelte, i nostri stili di vita”. Don Mimmo ha sottolineato la forza dell’incontro, dei volti, delle storie: “La salvezza non è fuori dalla storia, fuori dalla vita concreta di donne e di uomini, intrisa di gioie e dolori, vite immerse nella complessità di questo nostro tempo. Non è racchiusa nel recinto sacro di un edificio, di una struttura, di una appartenenza religiosa. Benedire e annunciare appartengono a tutto il popolo di Dio e a ciascuno di noi” (il video dell’omelia).

Un ingresso ufficiale preceduto da una visita la sera prima al predecessore Sepe e da un mini tour in giornata tra persone fragili, poveri, vittime di violenza, persone segnate dal sopruso, dalla mancanza di lavoro, minori a rischio. “Porto con me e condivido con voi tutti il loro desiderio di riscatto, umano e sociale, le loro speranze, i sogni dei piccoli – ha concluso – Lasciamoci accompagnare, lasciamo che siano loro ad aprire il cammino. Siamo tutti chiamati a camminare lungo le strade della nostra esistenza, della nostra Chiesa, delle nostre città. Non mi piace l’appellativo ‘prete di strada’. Siamo tutti sulla strada per accorgerci di chi ci cammina accanto, chiamati ad accorgerci che non siamo soli e che solo insieme potremo davvero guardare in faccia la vita, con la gioia di chi ha contemplato l’eterno, negli occhi dell’altro, in un cielo sereno, in un pasto caldo, in un posto aggiunto, in una porta che si apre. Siamo chiamati ad essere Chiesa, a sentirci Chiesa, figli amati e desiderati, comunità in cammino, che benedice e annuncia la vita”. Don Mimmo ha esortato a diventare testimoni di ciò che lo Spirito sussurra, suscita, muove, uscendo fuori dalle nostre comode certezze, “solo partendo da chi è rimasto indietro potremo sperare di non lasciare da solo nessuno”.

Al termine della Messa, in Duomo, il saluto tra il neoarcivescovo di Napoli e il sindaco della Città Luigi De Magistris (Foto Profilo facebook Luigi De Magistris)

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