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Storie di lavoro raccontate dai protagonisti. Tradizione, famiglia, dono reciproco è ciò che più conta

Sono artigiani, ristoratori, insegnanti, sanitari, ecc., lavoratori di "casa nostra" che si raccontano attraverso aspetti e segreti del proprio mestiere

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Giovanna Corsale – “Felice colui che ha trovato il suo lavoro; non chieda altra felicità”, diceva così il filosofo scozzese dell’800 Thomas Carlyle e di felicità c’è bisogno soprattutto in questa contemporaneità dominata dall’incertezza per ogni categoria sociale. Il lavoro, qualsiasi esso sia, apre sempre “nuove stagioni” per chi lo svolge e lo fa ogni volta che viene svolto con dignità e coraggio. È questo il motivo che ha ispirato l’iniziativa “Lavoro. Nuove stagioni da abitare” curata dagli Uffici per i Problemi sociali e Comunicazioni sociali/Redazione Clarus della diocesi di Alife-Caiazzo, lanciata in occasione del Primo Maggio, giornata dedicata al Lavoro.

Una pagina Facebook arricchita dalla testimonianza di chi al suo lavoro crede fino in fondo, sporcandosi le mani ogni giorno con passione e dedizione. Lavoratori di casa nostra, l’Alto Casertano, innamorati della loro professione al punto da volersi raccontare attraverso i gesti che la caratterizzano. Sono artigiani, insegnanti, sanitari, ecc., che ci hanno permesso di conoscere quello che fanno con foto e parole. Uno spazio social che non vuole essere vetrina di mestieri, ma opportunità di confronto, riflessione e dialogo aperto a una sensibilizzazione verso l’universo del Lavoro.

Tanti sono stati i contributi che ci sono giunti, ma tanti altri stanno arrivando, perché lavoratori lo si è tutto l’anno! Oggi condividiamo con voi l’esperienza di Antonio Inutile (Alvignano), Pina Festa (Piedimonte Matese) e Rosario Sangiovanni (Caiazzo), ma per conoscerli tutti basta visitare la pagina Facebook “Lavoro. Nuove stagioni da abitare”.

“Lavoro nel pub che mio padre ha aperto nell’anno della mia nascita. Osservandolo, ho imparato ad apprezzare il tesoro in termini di valori e tradizioni che queste mura racchiudono e preservano”. Per Antonio Inutile, 33enne di Alvignano, lavorare non vuol dire semplicemente produrre, ma coltivare l’attività di famiglia senza lasciar disperdere quel “calore umano” che l’ha sempre caratterizzata. (Vai alla pagina Facebook)

“Che bello! In una giornata raccolgo tante belle esperienze, come regali che mi fanno involontariamente e non lo sanno”. È l’entusiasmo a riempire le giornate lavorative di Pina Festa, estetista di Piedimonte Matese, passate a contatto con i suoi clienti, cercando di “farle sentire a proprio agio e di condividere le loro emozioni”. (Vai alla pagina Facebook)

“Andare in giro è bello, ma esiste qualcosa di più bello, la famiglia! Ed è per la famiglia che scelsi di cambiare, nuova avventura, operaio serigrafico, fino a scegliere di intraprendere una attività mia e così da qualche anno sono titolare di un negozio di abbigliamento a Caiazzo, la mia città”, questo cambiamento scelto da Rosario Sangiovanni, titolare di un negozio a Caiazzo, gli ha garantito la stabilità rigenerante. (Vai alla pagina Facebook).

 

 

 

 

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