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Piedimonte Matese. Si è spenta Suor Angela del Monastero San Benedetto. Il ricordo della monaca “che girava per la Città”

Era nata nel 1935 a Casalnuovo di Napoli. Nel monastero matesino era entrata come oblata

1989
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Si è spenta ieri Suor Angela, monaca benedettina dello storico Monastero nel quartiere Vallata di Piedimonte Matese. L’età anziana ha indebolito la sua salute divenuta sempre più fragile e precaria negli ultimi mesi trascorsi a letto accudita dalle consorelle, le Monache Adoratrici Perpetue appartenenti alla Federazione della Nostra Signora del SS. Corpo e Sangue di Cristo che da febbraio 2017 hanno inglobato nella loro famiglia le anziane benedettine presenti in Città (vai all’articolo).
Suor Maria Angela, era nata il 20 marzo 1935 a Casalnuovo di Napoli con il nome di Maria Luisa Leanza, è una delle ultime memorie della vita benedettina in monastero. Lei, oblata, era tra le monache quella dei maggiori contatti con la vita al di fuori del Monastero, dei legami con la realtà civile e i servizi locali utili e necessari alla vita della comunità.
Le esequie saranno celebrate oggi alle 15.00 nella Chiesa di San Benedetto.

La sua lunga permanenza a Piedimonte Matese, rende possibile un chiaro ricordo della missione svolta nella comunità locale, in particolare nel quartiere. Ce ne parla Annamaria Gregorio, collaboratrice pastorale della Diocesi di Alife-Caiazzo da alcuni decenni.

Ho imparato a conoscere suor Angela perché frequentava spesso la mia famiglia. Lei era una delle suore più giovani all’epoca, parlo di oltre 50 anni fa; i miei nonni erano affiliati al monastero di San Benedetto e quindi, nonostante fosse di clausura, loro erano molto legati ai momenti di preghiera aperti al pubblico, alle sante messe e vi celebrarono anche il cinquantesimo di matrimonio nel 1969. Da sempre avevano avuto modo di conoscere le varie Madri Superiori che si sono succedute e le poche suore che avevano l’opportunità di uscire dalla clausura, per servire il monastero al di fuori, dette oblate. Queste erano Suor Lucia che proveniva da Ciorlano, Suor Carla, napoletana e suor Angela. Quando mio nonno morì, nel 1976, poco dopo mia nonna smise di uscire di casa a causa di una malattia, ma era forte in lei il desiderio di ricevere l’Eucarestia. Essendo stata un’assidua osservante e praticante si metteva in preghiera tutta la giornata (come una suora), e così la Madre Superiora dell’epoca diede in modo riservato l’opportunità a suor Angela di diventare Ministro straordinario dell’Eucaristia proprio per portarle la comunione. Ricevette questo ministero dall’Abate Mons. Michele Marra, dell’Abbazia di Cava, che all’epoca era il loro vescovo di riferimento. Questo ministero era stato da poco istituito con l’istruzione “Immensae caritatis” del 29 gennaio 1973 dalla Sacra Congregazione per la disciplina dei sacramenti durante il pontificato di Paolo VI pertanto nelle nostre zone ancora non si vedevano persone diverse dai sacerdoti a distribuire la Santa Comunione. Così sia la domenica che nei giorni festivi suor Angela veniva in casa di mia nonna per questo momento particolare e nuovo a cui non eravamo abituati e con un corredo liturgico appositamente donato dal Monastero e con ogni accorgimento (in casa veniva allestito un piccolo altarino) svolgeva il suo ministero; io ogni volta che assistevo, rimanevo incantata dall’amore con cui impartiva quell’Ostia consacrata a mia nonna. Nonostante lei abbia scelto il nome di Maria Angela del Cuore immacolato di Maria, mi parlava spesso dell’importanza dell’Eucaristia; anche perché fu l’unica suora che si occupava di fabbricare le ostie, piccole e grandi, presso il monastero. Infatti venne acquistato un macchinario molto speciale che faceva centinaia e centinaia di pezzi, che lei poi preparava, divideva in sacchetti per tutte le parrocchie della Diocesi. Era l’unica che sapeva attivare questo strumento, che aveva avuto anche un notevole costo; il suo cruccio era di non aver avuto nessuno a cui poter insegnare questo lavoro per poterlo tramandare e continuare, perchè era faticoso, doveva svegliarsi molto presto, intorno alle 3-4 di mattina specialmente d’estate quando faceva molto caldo perché questo macchinario diventava rovente.  Infatti, quando per motivi di salute non ha potuto più continuare questo servizio, il Monastero non ha più prodotto ostie. In attesa che l’esperienza dei Ministri della Comunione toccasse più da vicino i laici, Suor Angela estese il suo servizio anche ad altre persone anziane ed ammalate portando il conforto spirituale dell’Eucarestia.
Per obbedienza, quando il Monastero ebbe come Superiora Madre Giovanna Caracciolo, imparò a guidare, perchè era l’unica che aveva accettato. Andava in giro per Piedimonte e dintorni con la sua Fiat 126 bianca per poter sbrigare le faccende della comunità. Non era abile alla guida ma la sua presenza in giro per la città in quel momento avvicinava non poco la gente alla vita di preghiera e alla storia della antica comunità benedettina. La sua parlata napoletana divenne familiare fuori dal Monastero e tanto cara alla popolazione. 
Fede, impegno e costanza hanno caratterizzato il suo lavoro, profuso senza tregua, nonostante le difficoltà dovute in seguito a problemi di salute.
l sentimenti di dispiacere, dolore e cordoglio che si provano quando si lascia qualcuno sono umani; ma subentra la fede, per chi resta e per chi “parte”, in forza di quell’unico “SI’” che Suor Angela ha pronunciato nella professione solenne dei voti: un ulteriore “Eccomi”, che ha continuato a farsi strada nella sua vita da consacrata, fidandosi solo di Dio, imitando Maria, “Ecco la serva del Signore” che ritorna alla Casa del Padre.

In questa foto che risale al 2017, Suor Angela è con Suor Lorena (suore salesie) in occasione della Giornata per la Vita Consacrata che la Chiesa celebra ogni 2 febbraio, giorno della Candelora.

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