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Campi flegrei. Dopo l’ultima forte scossa le dichiarazioni di Mauro Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV

La scorsa notta la scossa più forte; 64 eventi nelle ultime 24 ore. Di Vito, Osservatorio Vesuviano: al momento "non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine"

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Un susseguirsi di scosse allertano la popolazione dei Campi Flegrei in maniera continuativa ormai da alcune settimane; solo nelle ultime 24 ore si sono verificati 64 eventi: scosse evidenti che si alternano a movimenti impercettibili se non agli strumenti dell’Osservatorio vesuviano. Dopo la più forte scossa della scorsa notte avvenuta alle 3.35 con magnitudo di 4.2, nell’area compresa tra Bagnoli e Pozzuoli ad una profondità di 2.7 km, Mauro Di Vito, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, ha fatto luce sul fenomeno in corso: situazione sotto controllo stando ai controlli di numerosi parametri, “fermo restando una diversa evoluzione futura del fenomeno”. 

“La dinamica dei Campi Flegrei è costantemente monitorata dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile. I parametri geofisici e geochimici analizzati, sia in pozzo che nelle emissioni idrotermali, indicano il perdurare della dinamica in corso, con sollevamento del suolo, che presenta nell’area di massima deformazione al Rione Terra una velocità media di circa 15 mm/mese dagli inizi del 2023, in lieve incremento negli ultimi giorni, e assenza di variazioni geochimiche significative nell’ultima settimana. Anche l’analisi dei dati di deformazione planimetrica del suolo non mostrano variazioni significative rispetto alla caratteristica forma radiale dall’area centrale di Pozzuoli. Allo stato attuale non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine, fermo restando che una eventuale futura variazione dei parametri monitorati (sismologici, geochimici e delle deformazioni del suolo) può comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità”.

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