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Castello del Matese. “Il gruppo, come una famiglia”, le parole dei giovani al Vescovo Valentino

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Mons. Di Cerbo in occasione della Visita Pastorale alla parrocchia di Santa Croce, guidata da don Antonio Rinarldi, ha incontrato fra i tanti il gruppo del Catecumenato crismale

IL vescovo Valentino con i giovani di Castello Matese

La Redazione | Tra gli incontri più attesi di questa visita pastorale a Castello del Matese, quello con i giovani del catecumenato crismale, gruppo di 18 ragazzi tra i 15 e i 17 anni convocati ad essere una famiglia diversa dal solito. E così lo vivono il gruppo, come una “seconda casa”, un luogo di riferimento, uno spazio dove esprimersi “senza segreti”.
Il vescovo Valentino li ha incontrati e a loro ha chiesto “come va?” per fare il punto di un’esperienza nuova in Diocesi, che vive ancora la sua fase sperimentale, ma diversamente dalle aspettative sta entusiasmando ragazzi ed educatori.
“In gruppo ci educhiamo a vicenda, senza temere il confronto; ci correggiamo imparando a smussare i limiti”.
L’alternativa possibile alla famiglia in cui ogni adolescente, in maniera del tutto naturale, si sente “perennemente bambino” e cerca fuori da essa uno spazio tarato sui propri bisogni. E ne ha dato conferma lo stesso mons. Di Cerbo leggendo il gruppo come alternativa sana per i giovani in ricerca, in attesa di risposte e che trovano nel catechista o nell’educatore la figura adulta di riferimento.
Il gruppo di Castello si è dato un nome: Impasto, dove le diversità creano sapore, compattezza e rappresentano la sostanza dell’essere, l’essenziale… Tutto questo fa dei giovani del catecumenato crismale un valore aggiunto per l’intero paese dove qualche adulto (mamme e papà) guarda con sorpresa e ammirazione e un pizzico di invidia la freschezza e la gioia che manifestano stando insieme.
Si conoscono si da quando erano bambini, e le catechiste che li stanno accompagnando in questa fase della crescita sono le stesse che li hanno portati alla Prima Comunione; l’esperienza dei legami, della correzione fraterna, del cercarsi per programmare insieme è ormai parte intrinseca della vita di ciascuno.
Dopo aver incontrato loro, Mons. Di Cerbo ha avuto un momento di confronto con le catechiste, il cui gruppo rispetto a qualche tempo fa è cresciuto grazie alla presenza di giovani mamme che hanno deciso di impegnarsi per la comunità in maniera più attenta. Entusiasmo di esserci, ma anche la difficoltà di confrontarsi con generazioni di bambini e ragazzi sempre più difficili da stimolare, sempre più veloci da inseguire: a questa riflessione il Vescovo ha aggiunto l’incoraggiamento ad andare avanti, a curare la formazione personale, a piantare con speranza quel seme – destinato anche a morire – prima di dare frutto.
La parrocchia di Santa Croce in Castello, vive da mesi il disagio causato dalla chiusura della Chiesa madre e di altre a causa dei lavori post sisma; a questo si affianca la difficoltà – che dura da anni – di non avere a disposizione delle attività pastorali strutture a misura di giovani e di bambini che però nonostante i disagi logistici non smettono di frequentare, di partecipare, di rendere vivace la vita della comunità.
Un merito che diamo alla parrocchia di Castello che negli anni, per il suo fermento pastorale si è sempre distinta.

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