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Migrandata 2012. Presentati i risultati

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Si pensa al futuro della ricerca ornitologica. Il territorio matesino ha ancora molto da svelare

Presentati ieri i primi risultati del progetto Migrandata 2012, quest’anno alla terza edizione, tenuto sul Matese dal 21 al 31 agosto in località Scennerato, tra Castello del Matese e San Gregorio. Si è trattato del campo naturalistico d’inanellamento dell’avifauna a scopo scientifico condotto da esperti del settore, nato dalla collaborazione tra il Ceda (Centro educazione e documentazione ambientale) Legambiente Matese  e Ardea onlus, l’associazione nata una anno fa come motore di ricerca, educazione, divulgazione ambientale. Ieri nel primo incontro pubblico dopo la chiusura del campo di lavoro, Giovanni Capobianco, naturalista del Matese e Rosario Balestrieri, ricercatore CNR e  presidente di Ardea, presso la sede del Parco Regionale del Matese hanno illustrato i dati scientifici rinvenuti e la possibilità di progetti futuri. Migrandata, sostenuta dal contributo del’Assessorato all’Ecologia della Regione Campania, si concentra sulle rotte migratorie dell’avifauna in volo sul lago Matese che rappresenta un importante punto di passaggio e di foraggiamento per i passeriformi transhariani provenienti dal nord europeo e diretti ben più a sud dei confini del Sahara. Per ben 22 anni il censimento dell’avifauna in transito sul Matese (o in situazione di stabilità) è stata di 191 specie, mentre grazie al lavoro degli esperti e dei volontari di Migrandata solo negli ultimi tre anni si è accertata la presenza di altre 9 specie. Dati che lasciano immaginare quanto ancora popolosa di passeriformi o altri volatili possa essere la catena montuosa matesina. Gli occhi esperti degli osservatori però già da qualche anno, ma particolarmente negli ultimi mesi, si sono rivolti alla presenza di una coppia di aquile che nidificano su questi monti, e ha fatto ben sperare l’avvistamento di un “piccolo” sulla parete rocciosa in cui i due volatili hanno nidificato. La presenza dei rapaci sul Matese è un’altra certezza a cui Ardea e il Ceda già dal prossimo anno potrebbero dedicare un nuovo studio. I numeri di Migrandata, dopo tre anni di lavoro permettono di tracciare una serie di risultati sia positivi che negativi, o quanto meno catalizzano l’attenzione sul fenomeno migratorio o sul mondo ornitologico secondo nuovi punti di vista.
3 anni di lavoro, 27 giorni effettivi di campo sul Matese,  6728 inanellamenti, 48 specie inanellate, 400 visitatori, 1500 visualizzazioni del promo Migrandata su You Tube, 1 encomio del CNI (Centro Nazionale Inanellamento) e 1 dell’ISPRA (Istituto Superiore perla Protezionee perla Ricerca Ambientale) 3721 le specie inanellate nel 2011, 850 quelle inanellate nel 2012. Dati questi ultimi su cui si sofferma l’attenzione degli esperti e che – dal confronto con gli studiosi d’Italia e d’Europa -testimonia la difficoltà di sopravvivenza delle giovani rondini oltre a constatare l’aumentato numero delle capinere. Sono risultati che denunciano una “modificazione” dei flussi migratori, degli habitat, come pure delle capacità di adattamento di alcune specie piuttosto che di altre. Il Campo di questa estate, come gli anni passati, si è svolto su un tempo di 10 giorni, “insufficienti – chiariscono Balestrieri e Capobianco – per un monitoraggio completo ed esaustivo del flusso migratorio seppur il nostro rappresenti uno studio fondamentale per la ricerca scientifica”.  Il futuro di Migrandata si gioca sulla disponibilità che anche il territorio possa dare ad un’iniziativa “Che ci fa onore in tutta Italia” ribadisce Capobianco. Sugli ambiziosi programmi futuri che mirano alla salvaguardia della biodiversità matesina, allo studio dei boschi e di numerose altre specie animali si è inserita la proposta di Costantino Leuci, assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Piedimonte, di costituire cioè un tavolo di programmazione dove gli enti e le associazioni locali portino il loro contributo e le loro idee supportando Ardea e il Ceda. Stessa disponibilità da parte del Presidente del Parco, Umberto De Nicola, il quale si è detto pronto a dialogare e valutare le proposte in cantiere pur trovandosi a gestire un Ente che risente fortemente della crisi del momento. Il valore scientifico e didattico di Migrandata in questo momento contribuisce non solo alla ricerca scientifica del settore ornitologico ma crea (e ha già creato) una nuova sensibilità per questo ambito della natura, testimoniato dalla presenza presso il Campo allestito sul Matese, di numerosi visitatori, soprattutto bambini, e dall’impegno che Ardea e il Ceda hanno intrapreso con numerose scuole del territorio. Il futuro del Parco del Matese ancora una volta sembra dipendere da quel filo sottile che unisce il territorio alla passione e alla cura dei suoi cittadini, studiosi e ricercatori. Un legame che si traduce in risorsa per Enti e Istituzioni che hanno in gestione questi spazi. Risorse da valorizzare, da “far parlare”, da sostenere.

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