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A porte aperte. Quando la politica trova il coraggio di dialogare

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A Piedimonte si accende lo scontro ideologico per l’arrivo di Alessandra Mussolini

“Fuori i fascisti!”.
“(Gli antifascisti, ndr,) appena avranno ripiegato fazzoletti rossi e scarponi da montagna, che provino a dire qualcosa di sensato!”
Accuse d’altri tempi tra la sinistra e la destra di Piedimonte Matese all’indomani della notizia che vedrebbe l’arrivo in città di Alessandra Mussolini, sabato, per la campagna elettorale a favore degli schieramenti di destra.
Ne ha fatta di strada la Storia, per fortuna. E la Democrazia ha vinto. Ha vinto quando fuori dalle sedi dei partiti, durante gli anni della guerra, stretti dalla morsa del dolore che incombeva sull’Italia, uomini come Nenni, Togliatti, De Gasperi, Saragat hanno saputo consultarsi, confidarsi e stringersi la mano in nome di una speranza di cambiamento condivisa, che volava ben più su dei fumanti scontri di cortei e manifestazioni di piazza, e ben più su dei pugni chiusi battuti con forza sui tavoli delle decisioni di governo. E quelle strette di mano – ricordano i testimoni – a volte sono stati anche abbracci. In quel tempo non c’erano flash ad immortalare azioni eroiche come queste, ma quegli uomini sono finiti sui libri di storia con meritato onore rispetto ai tanti di oggi. Ci auguriamo che non servano altre guerre per assistere a scene come queste!
Quel futuro tanto atteso poi è diventato presente, purtroppo dal retrogusto amaro, quasi terrorizzato dai fantasmi del passato  in realtà dileguati da tempo.
Sono morti  i protagonisti del bene e del male lasciando a  tutti un grande insegnamento: la politica è dell’uomo, la politica è per l’uomo e il suo valore sta tutto nel rispetto delle diversità, e nel coraggio di affrontare ciò che fa paura, non per forza urlando al nemico.
La folkloristica bagarre di questi giorni rischia di farci arretrare ancora di qualche metro rispetto alla modernità, che in un’area geograficamente compressa come l’Alto Casertano tarda ancora a venire sia dal punto di vista delle aspirazioni che da quello degli investimenti, dalla prospettiva delle scelte audaci, come di quelle sociali o culturali…e chi più ne ha, più ne metta.
E mentre nelle scuole, o nelle parrocchie, ci si carica sulle spalle l’impegno di educare al reciproco ascolto, al confronto “alla pari”, ad un’intelligenza che sia al servizio della collettività, basta mettere piede fuori questi ambienti (di cui le mura sono talvolta definite troppo spesse e asfissianti) per assistere alla trasformazioni di giovani intelligenti e all’altezza della Politica, in eroi d’altri tempi, mascherati (del resto siamo a Carnevale) con scarponi, fazzoletti rossi, fasci, camice nere o altro genere di suppellettili.
L’altra faccia della medaglia sono giovani di destra, di sinistra o di centro, che osano pensarla diversamente: ognuno continui a credere ostinatamente nel proprio colore di bandiera (a parte il tricolore che per fortuna ci tiene uniti!) ma non dimentichi di lasciare la porta accostata perchè chiunque bussi, o malauguratamente la dovesse spalancare di sorpresa (con violenza), trovi un “nemico” comunque disposto a dialogare.
Grazia Biasi

1 COMMENTO

  1. Mia cara Grazia, hai scritto un articolo molto bello e ( rara avis! ) in perfetto italiano; scusami se dico questo,ma veramente non se ne può più di improvvisati scrittori,commentatori, giornalisti (?) che parlano e/ o scrivono usando in modo quantomeno singolare la loro lingua madre e in modo (del tutto) inappropriato la punteggiatura……..
    Nel merito, tuttavia, non sono del tutto d’accordo….
    Quello che quei ragazzi ( al di là di quello che tu definisci folklore ) hanno tentato di osteggiare non sono tanto le idee , ma quello che certe … “icone” -chiamiamole così- rappresentano nel mondo d’oggi, nell’immaginario collettivo che le colloca tra le donne “toste” , tra il pubblico televisivo che assiste alle sfuriate, alle intemperanze, alle liti in cui si viene alle mani , alla difesa a oltranza ( e non richiesta ) dell’azione dei nonni etc etc. …..
    Non è -secondo me – intolleranza : è che ne abbiamo abbastanza. Possibile che in questo comune debbano essere invitate SOLTANTO le Carfagna e le Mussolini ? Sei sicura che non ci meritiamo altro?
    Altro in termini di ragionamento, programma, idee ( se vuoi ideologie ) , e non avvenenza fisica? e non promesse di condoni di genere vario …….?
    Ecco, forse bisogna considerare anche questo “sfondo” per giudicare …. è vero, quelle strette di mano che tu citi non sono per tutti… e gli abbracci di oggi non hanno niente a che vedere con quelli dei nostri padri costituenti. Affettuosamente Emilia Saggese

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