La Redazione – Due visioni parallele, distanti nel tempo ma accomunate da uno stesso luogo: il deserto libico. Voglia di scoprire e ripercorrere le orme di un nonno, e avvicinarsi così a una figura mai conosciuta, inaspettatamente significativa per le vicende coloniali del nostro Paese.
Francesco Fossa ha inaugurato ieri pomeriggio, nel complesso monumentale di San Tommaso d’Aquino a Piedimonte Matese, la mostra “Libya – The captain and me (sulle tracce del paziente inglese)“, un progetto foto-storiografico ma anche dal sapore intimo e famigliare, che raccoglie immagini scattate dal giornalista e foto del nonno Manfredo Tarabini Castellani, tenente degli Alpini che nei primi anni ’30 fu protagonista delle esplorazioni italiane in Libia, nell’oasi di Cufra e nell’Auenat, al confine con il Sudan. Un tesoro a lungo dimenticato nel classico baule in soffitta, costituito anche da documentazione scritta, appunti, lettere, dal grande valore storico, e che oggi rivive grazie al lavoro appassionato del nipote, anch’egli recatosi negli stessi territori all’epoca contesi da italiani e inglesi. Fotogrammi di avventure ed esperienze, slegate ma connesse oltre le barriere del tempo, che hanno visto anche l’approfondimento degli studiosi Alessandro Menardi Noguerra e Michele Soffiantini. Il legame con “Il paziente inglese“, titolo del romanzo e del film, risale ai contatti che il tenente Manfredo ebbe con l’esploratore ungherese László Almásy, che lo citò nei suoi scritti.
La mostra, già ospitata a Palazzo Braschi a Roma, “inaugura” il secondo piano del Museo civico “Marrocco”, per la prima volta allestito e fruito per un evento espositivo, e sarà visitabile fino al 21 giugno. Attraversa così tutto il fitto programma di “Maggio a Piedimonte“, la rassegna che per il settimo anno di fila propone alla città di Piedimonte una bella offerta culturale per ogni gusto, occasioni di crescita e di arricchimento personale, di cui abbiamo pubblicato il programma qui.