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Le forme del Matese nell’evento a firma Club Alpino Italiano. Studio ed escursione sul “nostro” carsismo

Scienza, cultura, esperienza: il carsismo del Matese, bello e unico in un convegni e un'escursione

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Il Matese vanta uno dei paesaggi carsici più suggestivi di tutto l’appennino meridionale, ma di fatto non sono note a tutti le sue caratteristiche, la sua formazione e le sue vulnerabilità.

Il Club Alpino Italiano (CAI) di Piedimonte Matese, in collaborazione con il Gruppo Speleologico Natura Esplora, ha organizzato l’incontro Forme carsiche del Matese con il professore e geologo Francesco Izzo in programma venerdì 10 maggio alle 20.30 presso la sede del CAI a San Potito Sannitico (via Pozzo Campagna, ex edificio scolastico) per illustrare la geomorfologia carsica del nostro massiccio: un’anticipazione teorica dell’escursione di domenica 12 maggio, sempre a firma CAI, che porterà gli escursionisti a scoprire le strutture glaciali del Matese (scarica il programma).

Le forme del Matese portano impresse le conseguenze dei fenomeni carsici anche se, immersi nel relax che quel paesaggio infonde, non è sicuramente il primo pensiero dei turisti.
Osservando bene ci si può interrogare circa l’origine di quell’isolotto nel lago, oppure di quelle conche verdeggianti che sbucano dalle fitte foreste.
Queste forme sono l’evoluzione del paesaggio ad opera di agenti esogeni quali acqua, vento, temperatura che, a contatto con la roccia, danno luogo al fenomeno del carsismo.
Quest’ultimo è un fenomeno di soluzione chimica il cui effetto più evidente è quello di modellare e scolpire il paesaggio. Tale fenomeno interessa le rocce solubili e, in particolare, le rocce carbonatiche, le stesse di cui è composto il Matese.

Impossibile trascorrere una giornata sul Matese e non rimanere incantati dalla calma del lago, inevitabile scattare una foto per immortalare la natura che si riflette in quello specchio d’acqua.
In pochi però sanno che tale bellezza e particolarità sono sempre merito del carsismo.

Genesi del Lago Matese
Il lago del Matese, infatti, è stato generato da tale fenomeno: l’acqua, attraversando la roccia calcarea della zona, ha innescato un processo chimico provocando crolli e frane. Si è così formata una vera e propria conca. Qui, detriti e ceneri tufacee del vicino vulcano di Roccamonfina si sono depositate, creando uno strato di terreno impermeabile. Pioggia, ghiaccio, neve e diversi torrenti, nel corso dei secoli, hanno poi riempito d’acqua il bacino creando quello che sarebbe diventato il lago carsico più alto d’Italia.
Il carsismo, tra gli altri, è stato artefice della conca del lago del Matese, tipico esempio di Polje e di Campo Braca, tipico esempio di Dolina.

Nell’evento voluto dal Cai, sarà il geologo Izzo a chiarire le idee su termini inusuali che in realtà semplicemente descrivono luoghi amati e vissuti.
Questo approfondimento fornirà le nozioni base per comprendere la geomorfologia del Matese e per “affrontare” al meglio l’escursione in programma domenica 12 Maggio che partirà dalla Chiesa di S. Michele e condurrà ai piedi della maestosa parete nord della Gallinola, alla scoperta dei resti delle attività glaciali che hanno interessato il nostro Appennino durante la fase geologica del Quaternario.

L’approfondimento che si terrà a San Potito, sarà l’occasione per conoscere la natura, per dare un nome a qualcosa che amiamo a prescindere, anche senza sapere da dove viene, anche senza considerare quanto sia fragile e maestosa al tempo stesso.

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