31L’ultimo sentiero… 
Non è un titolo ma il “punto” della seconda rubrica curata da Salvatore Signore e Roberto Fratta per Clarus “Tutti i sentieri portano in cima?”: un nuovo e interessante lavoro, originale nell’idea e della formula descrittiva, per raccontare il Matese.
Dopo la pubblicazione di Matese d’acqua dolce sugli abbeveratoi, durata circa due anni, per alcuni mesi i nostri narratori ci hanno condotto lungo le pendici dei nostri monti seguendo sentieri più o meno noti, descrivendoli non solo da un punto di vista naturalistici ma anche fornendo indicazioni di carattere tecnico su come e quando percorrerli in tutta tranquillità.
Un Matese per tutti, a portata di tutti, questo abbiamo voluto costruire attraverso il primo e il secondo lavoro frutto dell’esperienza dei nostri escursionisti.
Concludiamo il 2019 con l’ultimo dono di passione e di rispetto che nutrono per la montagna ma anche della volontà di appassionare sempre più persone al sano procedere lungo i sentieri del nostro versante appenninico. 
Grazie per aver messo a disposizione dei lettori e dei cittadini del Matese (e non solo) tempo e bell’esempio. Grazie per aver reso “straordinario” un paesaggio e un contesto troppe volte scontato, non conosciuto e perfino sottovalutato…
Clarus non vi molla. Vi attendiamo su nuovi racconti, su nuove avventure…
La Redazione.

42. Alle Carboniere
Tra salite, discese e piccoli valloni

di Salvatore Signore

Chilometraggio importante per l’ultimo dei percorsi legati a questa seconda avventura descrittiva (dopo quella sugli abbaveratori, Matese d’acqua dolce, ndr); 12.000 metri di puro sentiero matesino collegano Piedimonte Matese alla località Carboniere, oltre ai 1.300 mt pieni di dislivello complessivo. L’impresa è di quelle rilevanti e la partenza è fissata in un luogo altrettanto significativo: piazza Sorgente, puntando dritti alle Grassete con lo Stincone a seguire. Si prosegue a mezza altezza tenendo un occhio sulla traccia piuttosto evidente ed uno sul vallone dell’Inferno fino al rifugio Tassitello, ameno e poco conosciuto punto di ristoro.

Salite e discese si avvicendano tra piccoli valloni e deviazioni intricate, sempre guidati dalla segnaletica ufficiale, non si evidenziano particolari difficoltà se non nella parte finale del percorso, dove l’incognita orientamento giocherà un fondamentale ruolo per il buon esito della camminata.

La principale raccomandazione, come sempre, è quella di testare il percorso solo dopo averlo attentamente studiato con la profonda consapevolezza di dover ripercorrere la strada del ritorno per altrettanti chilometri!

Scorta d’acqua e scarpe tecniche ben allacciate, sempre.

 

 

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