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Pedofilia e violenza. “La Caramella buona”: uno squarcio di speranza e di vita, oltre l’inferno

Compirà 25 anni, il prossimo gennaio, l’associazione nata per contrastare le piaghe sociali della pedofilia e della violenza sulle donne: una realtà che oggi è riconosciuta come Parte civile nei processi penali presso i tribunali italiani

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Ci sono crimini aberranti, sui quali gettare luce non è mai abbastanza, piaghe sociali indegne dello stesso concetto di umanità, ma tali da attraversarla trasversalmente e far si che non ci sia territorio od ambiti della società risparmiati da esse. Di queste, la pedofilia è una delle più tremende: subìta, taciuta, talvolta negata ed addirittura sminuita, ridicolizzata, messa in discussione da una opinione pubblica con la bocca perennemente colma di attivismo, ma di fatto ancora intenta ad ovattare, occultare ed insabbiare tale piaga, quasi alla stregua di un tabù inenarrabile. E’ su queste premesse che si innesta l’azione de La Caramella buona, Onlus creata il 14 gennaio del 1997 da Roberto Mirabile con l’intento di porre un contrasto concreto a quanti pongono in essere atti di perversione sessuale a carico di minori, oltre che di violenza sulle donne.

Dal Giornalismo all’impegno militante. E’ proprio Mirabile, non solo fondatore e presidente della Onlus ma anche Giornalista, a raccontare la genesi di questo percorso, faticoso ma proficuo, che va avanti ininterrottamente da quasi un quarto di secolo: “Per certi aspetti si tratta di un’avventura vera e propria, iniziata per caso nel 1997 nella mia città, Reggio Emilia. Venne arrestato un insegnante che a scuola aveva abusato di alcuni ragazzini: all’epoca si parlava molto poco di pedofilia e riuscire a fare condannare uno di questi soggetti era difficilissimo. Infatti dopo poche settimane passate in carcere, questo insegnante uscì ed io, avendo informazioni di primo pelo, scoprii che sarebbe tornato ad insegnare. Mi scattò un campanello d’allarme: come può un pedofilo a tornare impunemente in mezzo alle proprie prede? Denunciai ingenuamente ciò che stava accadendo…. e mi fu risposto che questo soggetto aveva compiuto un semplice errore. Di fronte a questa risposta sudai freddo ed iniziai a pensare subito di creare un’associazione che capovolgesse questa mentalità omertosa ed ipocrita.” Si trattò di un’intuizione geniale a fronte di un grave deficit culturale, che in quasi 25 anni ha portato La Caramella buona ad affrontare, già dai primi anni 2000, una serie di casi giudiziari che l’hanno portata a diventare, prima in Europa, l’associazione di tutela dei minori riconosciuta come Parte civile nei processi penali di pedofilia presso i tribunali italiani, cioè con diritto di partecipare ai processi in qualità di parte lesa. “Siamo diventati particolarmente forti – sostiene il presidente Mirabile – grazie al nostro team di avvocati specializzati, per mezzo del quale tuteliamo sia le vittime minorenni di abusi sessuali che uomini e donne adulte, dai 18 anni in su, che pur avendo subito abusi in età infantile, trovano il coraggio di elaborare questo lutto terribile, venendocelo a raccontare solo dopo tanti anni. A tale proposito applichiamo un protocollo standard, per evitare errori giudiziari così, quando si instaura fiducia reciproca e se non è scattata la prescrizione, oltre al sostegno psicologico ed umano intraprendiamo il lungo, tortuoso e difficile cammino per fare ottenere dignità e giustizia alle vittime presso le aule dei tribunali.”

Risultati straordinari. Successivamente, anni di lavoro instancabile e sacrifici hanno dato i risultati sperati: spiega Mirabile “Al presente, La Caramella buona può vantare oltre 200 anni di carcere, ottenuti ai danni di svariati pedofili, più un ergastolo (nell’ambito del caso della piccola Fortuna Loffredo, violentata ed uccisa a Caivano), grazie ad un’efficace collaborazione con la magistratura. E finora non ha mai sbagliato un processo! L’associazione – che ha come vicepresidente la nota criminologa Roberta Bruzzone e la Giornalista Anna Maria Pilozzi, particolarmente attiva nella difesa delle donne vittime di violenza – ha oggi una serie di sedi in tutta Italia, collaborazioni con vari Studi legali, ma soprattutto una rete vitale di sostenitori ed il 5×1000, che permettono ad essa di rimanere in piedi, poiché non percepisce un centesimo di finanziamento pubblico (per questo argomento clicca qui). Essa promuove le Case buone per l’accoglienza delle donne vittime di violenza, l’informazione presso gli studenti e le famiglie, organizzando conferenze pubbliche e corsi di formazione presso diversi ordini professionali, allo scopo di aumentare la conoscenza, prevenire i rischi e ridare dignità a queste vittime che a pieno titolo possono essere definiti sopravvissuti. E la soddisfazione sta nel vedere che oggi le figlie di nostre stesse collaboratrici, divenute adolescenti, hanno iniziato ad acquisire quegli anticorpi necessari per difendersi da situazioni di potenziale pericolo, comprendendo che il mondo non è fatto solo di persone buone ma anche di soggetti in grado di fare del male.”

Per maggiori informazioni https://www.caramellabuona.org/ita/

 

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