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Violenza sulle donne: come difenderle?

La Cooperativa Spazio Donna, che gestisce i Centri Anti Violenza di Piedimonte Matese, Caserta e Marcianise, lancia un percorso di formazione, rivolto a diverse categorie di professionisti, per richiamare l'attenzione su come affrontare il fenomeno in termini concreti

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Giovanna Corsale – Con l’omicidio di Rossella Nappini, infermiera 52enne trovata morta, a seguito di colpi di arma da taglio, lunedì 4 settembre a Roma (quartiere Trionfale), nell’androne del palazzo in cui viveva insieme a sua madre e alle sue figlie, uccisa a coltellate, sale a 78 il numero dei femminicidi in Italia avvenuti dall’inizio del 2023 ad oggi. Secondo le indagini elaborate dall’Istituto Nazionale di Statistica, nel nostro Paese si verificano circa 150 casi l’anno di omicidi con vittime femminili, circa 600 negli ultimi quattro anni. Il più delle volte si tratta di episodi maturati in ambito familiare o che hanno alla base sentimentali poco stabili, ai quali purtroppo si associano esiti tragici.

La Cooperativa Spazio Donna, la cui opera si richiama al pensiero femminista dell’Associazione Spazio Donna, dal 2007 porta avanti la sua battaglia contro i reati di violenza a danno dell’universo femminile, grazie alla serietà e alla competenza di professionisti e operatori del settore; gestisce il Telefono Rosa di Caserta, il Centro Anti Violenza Spazio Donna di Piedimonte Matese, Caserta e Marcianise, e il Centro di Accoglienza per Donne maltrattate di Caserta, inoltre aderisce al numero 1522 per il servizio di prima accoglienza telefonica.
In questi giorni al centro della cronaca c’è il nostro territorio con i pesanti avvenimenti a danno di giovani ragazze, ma non è il primo caso, e come CAV abbiamo gestito situazioni simili. Parlo delle violenze sessuali orribili e macabre consumate in pieno giorno in luoghi pubblici o nei bagni dei nostri istituti scolastici. Un copione che si ripete: una vittima è uno o più carnefici“, così Ilenia Sanzo, presidente della Cooperativa Spazio Donna, nonché coordinatrice del Progetto Sviluppo della Formazione e per l’Empowerment della Rete Antiviolenza (SFERA).

Partire dal territorio, dalla sensibilizzazione della popolazione e degli attori sociali principali: questo il primo e indispensabile passo per attuare un’azione diffusa di contrasto della violenza sulle donne. Partirà da Marcianise il percorso formativo sul tema che rientra nel progetto SFERA 2021 DON, finanziato dalla Fondazione con il SUD. L’obiettivo, come la dott.ssa Sanzo lascia intendere, è quello di agire sulle coscienze, cominciando “dal territorio, dagli agenti e dalle agenti di Polizia Municipale di Marcianise” per proseguire con “altre categorie di professionisti, quali operatori di giustizia, professionisti sanitari e giornalisti“. Il reiterarsi dei maltrattamenti richiama l’attenzione su come “affrontare concretamente il fenomeno della violenza maschile sulle donne, in tutte le sue forme” e il metodo non può esulare da “programmi di sensibilizzazione e ricerche con raccolta dati per il monitoraggio del fenomeno finalizzato all’emersione di situazioni di fragilità e vulnerabilità generale e svantaggio a carico delle donne“.

Riconoscere i fattori di rischio, accertare le denunce della donna, avere una visione completa del fenomeno per creare un clima di agio intorno alla vittima, sono solo alcune delle misure da incentivare in difesa delle donne, sia nel supporto alle sopravvissute, sia nell’impedire che determinati limiti vengano oltrepassati.

 

 

 

 

 

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