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Speciale GMG. Si torna a casa, la voce ai protagonisti “noi siamo il miracolo”

Si torna carichi e cambiati con il desiderio di vivere nei territori una Chiesa entusiasta come quella della GMG e accogliente

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Momenti di condivisione con nuovi amici spagnoli a Campo da Graca

Si svuotano le strade e i luoghi che a Lisbona hanno ospitato la Giornata Mondiale della Gioventù; non ci sono più cori e bandiere ad animare piazze e metropolitane; ristoranti e fast food recuperano l’abituale clientela turistica; le chiese anche, ritornano alla routine di devozioni e celebrazioni senza la preghiera incessante di chi in questi giorni è entrato ed uscito senza sosta; teatri, oratori, centri sportivi che hanno ospitato le catechesi rimangono muti ma anch’ essi segnati per sempre dalla grazia di questo evento che ha elargito festa, spiritualità, e un’immagine di Chiesa bella quanto possibile e autentica.

Se le strade e i luoghi si svuotano non è così per il bagaglio dei giovani che hanno partecipato a questo grande evento, stracolmo di nuovo entusiasmo, della consapevolezza che la Chiesa non è solo quella ”della mia Diocesi o della mia parrocchia’; che Gesù chiede a ciascuno di seguirlo e loro pronti a rispondere. Un bagaglio che quasi non contiene più la voglia di cambiare il mondo verso la pace e la giustizia perché non sono soli e il Signore che li ha scelti uno a uno cammina con loro: Papa Francesco lo ha ricordato nell’omelia di domenica mattina a Campo da Graça (leggi). Hanno misurato la loro giovane fede nella gioia, nel silenzio, nella fatica dei lunghi cammini sotto il sole…

“Ci dicono spesso che i miracoli non accadono più… Per me vivere questa esperienza, vedere 700mila anime, 700mila cuori che si ritrovano in un unico posto in nome di Dio, beh… eccolo il miracolo: siamo noi giovani di oggi“, le parole di Giovanni della Diocesi di Alife-Caizzo a Parque Edoardo VII venerdì scorso, pochi minuti prima della Via Crucis con Papa Francesco, mentre la GMG ancora non aveva raggiunto le cifre da capogiro di domenica: un milione e seicento mila pellegrini quelli confluiti sabato e domenica a Campo da Graça per la Veglia e la Messa conclusiva.

Cosa portano a casa i giovani delle Diocesi guidate dal Vescovo Giacomo Cirulli? Di quale nuovo sapore si arricchiscono le Chiese dell’alto casertano? Abbiamo raccolto qualche parere, emozioni a caldo mentre il Papa li sfiorava di pochi metri, voce rotta dall’emozione nella consapevolezza di vivere un esclusivo tempo accarezzati da Dio: “Quando passa il Papa passa la Chiesa”, nelle parole di don Paolo della Diocesi di Alife-Caiazzo c’è l’invito a guardare in profondità quel che accade per scorgervi altro: “In questi giorni abbiamo parlato tanto di gioia, di resurrezione; ma ci ricorda il Signore che non c’è Resurrezione e non c’è gioia se non attraverso la passione e morte di Gesù. La passione passa attraverso l’amore che in questi giorni abbiamo costruito, relazionato e sofferto a causa di fatiche, incomprensioni, ma tutto è parte di quel cammino che ci riconduce alla Resurrezione”.

“È stata una cura a tutte le mie sofferenze e a ciò che porto dentro, e come me per tanti altri giovani”, spiega Sara della Diocesi di Teano-Calvi; poi Marco della stessa Diocesi: “Bello ritrovarsi in tanti con la passione comune per Gesù Cristo e l’amore verso il Papa. Vorrei dire un grazie all’Azione Cattolica e agli Scout perché attraverso quelle esperienze di formazione ho vissuto meglio questa GMG”. “Chi ti sta affianco sta vivendo con te un pezzo di storia della sua vita generando nell’immediato sentimenti di bontà e stima reciproca” spiega Giuseppe anche lui di Teano. “Dalla GMG imparo a portare lo straordinario che viviamo in questo evento nell’ordinario: condividere con tante persone sconosciute, conoscersi in pochi secondi è stata una grande prova sull’amore che possiamo donare”, Angelo di Alife-Caiazzo.

Si torna a casa con questi racconti, tra emozioni e speranza. Perché la Gmg non rimanga solo un evento ma continui ad essere esperienza di Chiesa nella comunione, il bagaglio dei nostri giovani necessita di uno spazio dove poterlo poggiare, aprire e condividere e custodirne i contenuti. E dove, se non in parrocchia può accadere tutto questo? Dove, se non nei luoghi dell’ordinaria vita di fede? Lì dove sono in tanti a sperare di vivere una movimentata vita ecclesiale o una forte esperienza spirituale, anche quelli che alla GMG non hanno preso parte.
Di loro e a loro parla don Raffaele di Teano-Calvi richiamando il tema di questa Giornata Mondiale della Gioventù “Maria si alzò e andò in fretta”: “Abbiamo gridato al mondo che questa è la gioventù del Papa. Anche tu fai parte di questa gioventù, mettiti in cammino accogliendo le parole di Papa Francesco a non rimanere chiusi nelle nostre pigrizie e paure (…). Qui a Lisbona ci sei stato anche tu attraverso di noi. Questo cammino appartiene anche a te!”.

Le immagini che hanno prevalso sono state quelle di giovani in cammino, in movimento, in fila: quanti chilometri oggi dietro di loro, e quanta strada invece da percorrere nella vita con la ricchezza di questa esperienza: “Ma quanto cammino interiore hanno fatto i nostri giovani e quali meccanismi ha innescato questa esperienza?” chiede Margherita di Sessa Aurunca, “questo lo scopriremo nel tempo, ma non ci sono dubbi che qualcosa è successo. Un giovane ha detto: mi sta passando la paura del futuro. Che Dio lo voglia per lui e per tutti”.

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