Home Cinema The Bear 2: in cucina, come nella vita, l’unione fa la forza

The Bear 2: in cucina, come nella vita, l’unione fa la forza

Dal 16 agosto su Disney+ la seconda stagione della serie con Jeremy Allen White

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Noemi Riccitelli – Nell’ultimo decennio la realtà dell’enogastronomia ha conosciuto uno straordinario sviluppo, tanto da diffondere un vero e proprio culto della cucina e del buon cibo: programmi TV, reality show, libri, la realtà dell’entertainment ha così accolto nella sua produzione questo tipo di stimoli, assecondando l’interesse del pubblico.
Anche nella storia del cinema e del piccolo schermo sono diversi gli esempi di prodotti audiovisivi che hanno preso come ispirazione la cucina e il mondo della ristorazione, con diverse implicazioni: tra i più recenti, il film The Menu con Ralph Fiennes e Anya Taylor-Joy.
Tuttavia, è da circa un anno che una serie TV, inizialmente poco blasonata, ha riscontrato un notevole successo, ponendo al centro del suo racconto le vicissitudini di uno storico ristorante di Chicago a conduzione familiare: The Bear, creata, scritta e diretta da Christopher Storer.

La serie TV, distribuita da Disney+ e prodotta da FX Productions, è riuscita ad affermarsi nel contesto delle grandi produzioni seriali contemporanee, comparendo con ben 13 candidature ai prossimi Emmy Awards, ma il protagonista Jeremy Allen White si è già distinto, portando in alto il nome della serie, come Miglior attore protagonista negli scorsi Golden Globe, Sag Awards e Critics Choice Awards.
Così, dopo un anno di plausi e riconoscimenti, la seconda stagione di The Bear è disponibile in Italia, su Disney+ dal 16 agosto, con 10 episodi già andati in onda negli Stati Uniti.

Chicago. Dopo l’incredibile e casuale scoperta di un’ingente somma di denaro ritrovata nei barattoli dei pelati, chef Carmy (Jeremy Allen White) decide di investire i soldi nel rilancio del ristorante, avviandone una radicale modifica che non include solo la struttura e il menu, ma anche la formazione professionale della sua brigata.
Quello che era “The Beef of Chicagoland” sarà “The Bear”, con la complicità della meticolosa Sydney (Ayo Edebiri), della sorella Natalie (Abby Elliott) e del cugino Richie (Ebon Moss-Bachrach).
Carmy è deciso a portare il ristorante di famiglia ad un livello superiore, ambendo alla stella Michelin, ma il processo di trasformazione è delicato e, ancora una volta, coinvolge tutti in un’intima riflessione su sé stessi.

Cucina fa rima con fucina. E se la fucina è, per definizione, un luogo dove si foggiano personalità e menti di una determinata categoria, si può dire che la cucina di The Bear è una fucina di anime fragili, ma anche di forza di volontà, desiderose di riscatto.
Infatti, se nella prima stagione la serie si è soffermata sui tormenti interiori, la solitudine, la difficoltà dei protagonisti nello stabilire una relazione con gli altri intorno, questa seconda stagione racconta uno stimolo collettivo differente che è proprio l’unione, la comprensione dell’importanza del fare squadra e della condivisione.

La narrazione, così come nella prima stagione, poggia su una scrittura pregnante con dialoghi vividi, brillanti, che profilano i contorni dei vari protagonisti con un realismo e una naturalezza che consentono a chi guarda di sentirsi compreso, perché le debolezze, le paure dei protagonisti sono anche quelle del pubblico, innescando un piacevole e necessario scambio empatico.
The Bear 2 acquisisce, inoltre, un ritmo più incalzante, trasmettendo tutto lo stress, ma anche l’entusiasmo, l’adrenalina delle fasi che portano all’apertura del ristorante.

La scrittura e l’acuto racconto introspettivo sono, certamente, il punto di forza di The Bear, ma le parole, i sentimenti che Storer ha messo nella sceneggiatura sono efficacemente portati in vita dalle interpretazioni del cast che ha conquistato gli spettatori e la critica sin dal primo episodio, pur senza il clamore di nomi roboanti.
Così, oltre a Jeremy Allen White, si confermano le performance di Ebon Moss-Bachrach, Ayo Edebiri, Lionel Boyce, e poi in questa seconda stagione arriva anche qualcuno di quei nomi roboanti, Jamie Lee Curtis, Olivia Colman, Sarah Paulson, Bob Oderick, ma che sono solo una ciliegina sulla torta (rimanendo in tema culinario) di un ensemble già unico e prezioso.

The Bear, nel complesso, è una serie profondamente umana, vera e toccante, in cui la cucina e il suo funzionamento sono solo apparentemente il fine, perché quello che conta sono le persone che in quella cucina hanno intrecciato e unito le loro vite, mescolando non solo questo e quell’altro ingrediente, ma anche i propri sogni, speranze e sofferenze passate, creando la più ricca e riuscita delle portate.

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