Home Chiesa e Diocesi Alvignano. La Scuola e la Chiesa sono le persone che le "vivono"

Alvignano. La Scuola e la Chiesa sono le persone che le "vivono"

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Questa mattina, presso l’aula consiliare del Municipio l’incontro tra gli studenti del Liceo delle Scienze Umane Mons. Di Cerbo. Domande e scambi di opinioni, richieste di attenzione da parte dei giovani

La Redazione – La scuola e la chiesa non sono due edifici, ma le persone che in esse crescono e si formano e vivono al loro interno una significativa esperienza spirituale, perchè spirituale è la condizione di chi si pone alla ricerca di se stesso e fa rifiorire dal di dentro valori sempre più profondi, contro ogni banalità.
Alvignano_Mons. Di Cerbo_Di Costanzo_Campanile2Una complessa premessa che tuttavia ben traduce il senso dell’incontro che questa mattina si è svolto ad Alvignano tra gli studenti del Liceo delle Scienze Umane e Mons. Valentino Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo. Un’idea nata lo scorso anno che ha permesso al Vescovo di incontrare i tanti ragazzi che frequentano le scuole del territorio, in occasioni delle assemblee d’istituto.
A dare il benvenuto a Mons. Di Cerbo, il sindaco della cittadina Angelo Di Costanzo e la Dirigente del Liceo Giannone di Caserta, Marina Campanile, che da quest’anno ha la dirigenza degli istituti associati quali il Liceo di Alvignano e il Liceo Scientifico di Caiazzo.
Un incontro pensato per dialogare e per mettere in comune riflessioni e idee, ma in particolare raccogliere e dare ascolto alle domande e alle attese dei più giovani. Il popolo degli adolescenti riserva non poche sorprese al mondo adulto desideroso di ascolto e accoglienza, ponendo domande di senso, ma chiamando in causa soprattutto l‘essere e l’agire di un mondo, spesso in contraddizione con se stesso. Anche questa mattina, come lo scorso anno, i ragazzi hanno richiamato sul loro mondo l’attenzione di un Vescovo e di una Preside, adulti nell’età, ma giovani dentro per il coraggio di porsi in ascolto e farlo questa mattina, con dedizione, ma soprattutto con passione.
Mons. Di Cerbo, si è presentato raccontando di sè, della sua esperienza di prete, del servizio alla Chiesa senza mai dimenticare di essere membro di una squadra, e poi della chiamata alla guida della Diocesi di Alife-Caiazzo.
Diverse le domande poste dai ragazzi, ma fin troppo chiara la volontà di risposte concrete e sincere: cosa propone la Chiesa ai giovani? E cosa fa per quei tanti che vivono la difficoltà del precariato? Quale identità oggi, quella del “fare” o quella dell'”essere”? Una domanda venuta da un adulto, interpretando inconsapevolmente quelle che saranno le domande di questi giovani tra qualche anno: cosa fa la chiesa locale per le famiglie?
Alvignano_Mons. Di Cerbo_Di Costanzo_CampanileNella risposta del Vescovo la volontà di mettersi in discussione ed essere spronato ad accogliere le critiche che costruiscono e insieme permettono di costruire e progettare “a misura di voi giovani”. “Vi chiederete cosa ci sta a fare un Vescovo qui, e più in generale cosa fa un Vescovo nella sua vita… Come qualunque genitore, anche un vescovo si pone domande sul ruolo che svolge e sulla testimonianza che offre; con i limiti di ciascuno di noi, anche io, a capo della mia squadra mi impegno ad annunciare un’esperienza forte, quella di Gesù di Nazaret, il cui messaggio nel corso della storia ha significato il raggiungimento della dignità per tanti uomini e donne”. Dignità e umanità proposte da Cristo sono stati i riferimenti di Di Cerbo nel suo parlare ai giovani, e così anche la parola identità, la stessa che oggi “ci fa guardare a Papa Francesco e ai suoi  gesti con serenità e fiducia. La Chiesa per essere vicina ai giovani deve annunciare se stessa, quindi incarnare il Vangelo e di conseguenza essere accogliere, accompagnare, incoraggiare, sospingere il vostro cammino, ed educarvi a non barattare con nessuno le vostre scelte, purchè esse siano pensate”. Quanto alle proposte Mons. Di Cerbo ha ricordato il lavoro più recente della Pastorale giovanile e la formazione dedicata da quest’anno alle formazione dei genitori nel progetto sperimentale che alcune parrocchie stanno portando avanti.
Ma parole altrettanto forti sono venute dalla Dirigente Campanile e dalla continua sollecitazione “appropriatevi del vero significato delle parole, dunque del logos, del libero arbitrio”. E alla provocazione di uno studente che ha chiesto spazi orizzontali di confronto, ha risposto: “Troppi luoghi comuni fanno della scuola il calderone dove raccogliere tutte le novità e le sollecitazioni di questo tempo, ma essa ha la primaria necessità di creare modelli, così come li hanno avuti i nostri antenati: il “conosci te stesso dei greci”, il “diventa te stesso” dei cristiani, ci chiede di avere dei riferimenti. La scuola deve aiutarci in questo, avere dei modelli di riferimento validi”. Propone la strada della ricerca e dell’umiltà la professoressa Campanile, quella che rende uomini e donne all’altezza di grandi progetti, “non importa che la scuola italiana sia quella più povera di tablet e lim; il nostro Paese è una scuola a cielo aperto, l’unica al mondo. Un’esperienza che si costruisce giorno per giorno, uomo per uomo”. Forte il suo invito a ricercare, ciascuno per sè, un’identità, una personalità: “cercatevi nelle pagine del Risorgimento o dell’Illuminismo; trovate la vostra strada tra le pagine della cultura e della storia e quando ci sarete riusciti non scappate via da questi paesi, ma resistete e restate per renderli migliori!”
Parole a cui hanno fatto da eco in chiusura quelle del sindaco Di Costanzo, indicando l’impegno e la partecipazione dei giovani quali necessità imprescindibili in questo momento di crisi che coinvolge i giovani, ma rischia di far crollare il complesso mondo degli adulti.
Una mattinata di confronto sereno, sincero, senza “se” e senza “ma”. Non la premessa, ma la messa in opera di un pezzo di civiltà.
Mons. Valentino Di Cerbo sabato mattina, presso palazzo Mazziotti incontrerà gli studenti del Liceo Scientifico di Caiazzo.

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