Home Chiesa e Diocesi Papa Francesco chiama, la Diocesi di Alife-Caiazzo risponde

Papa Francesco chiama, la Diocesi di Alife-Caiazzo risponde

736
0

Gungeranno nei prossimi giorni 20 migranti ospitati presso 3 strutture parrocchiali. L’appello della Caritas diocesana

migranti-binari_papa francescoLa Redazione – Sono passate solo poche settimane dall’appello di Francesco: “…in prossimità del Giubileo della Misericordia, rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi. Un gesto concreto in preparazione all’Anno Santo della Misericordia”. (Angelus, 6 settembre 2015).
In tanti hanno risposto , compresa la Diocesi di Alife-Caiazzo, ma è stato necessario pianificare l’accoglienza e comprendere “come fare”; non è possibile aprire qualunque monastero, qualunque chiesa o casa parrocchiale ad una famiglia; è necessario garantire spazi adeguati e idonei dal punto di vista della sicurezza e dei servizi perchè le persone ospitate non avvertano la “provvisorietà” seppur provvisoriamente ospitati.
In Campania, la prima riunione di Vescovi si è tenuta a Napoli lunedì 14 settembre: preso atto della disponibilità di tutti ad ospitare un numero variabile di migranti, le fasi concrete di questa straordinaria operazione di umanità è stata rimandata al dialogo diretto con le Prefetture distribuite in Regione, che di fatto monitorano e gestiscono sui territori l’emergenza rifugiati.
Martedì 22 settembre, don Arnaldo Ricciuto, direttore della Caritas diocesana ha preso parte al tavolo tecnico convocato dal Prefetto di Caserta Arturo De Felice e nell’immediato ha proceduto ad attivare il piano di accoglienza diocesano chiesto da Papa Francesco: la Diocesi di Alife-Caiazzo accoglierà 20 rifugiati; di questi, 8 risiederanno nella casa parrocchiale di Totari, 8 in una struttura parrocchiale di San Potito, 4 saranno ospitati dalla parrocchia di Ave Gratia Plena (Piedimonte Matese).
Giungeranno nei prossimi giorni per rimanere fino a dicembre, inseriti in uno delle centinaia di progetti del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Ad aver cura di loro sarà la Cooperativa Civitas – che di fatto ha partecipato al bando nazionale per la tutela e l’affido temporaneo dei migranti; questa ha già messo in cantiere il programma di integrazione rivolto alle famiglie ospitate: corsi di lingua, laboratori creativi e artigianali, attività di socializzazione. In stretta sinergia con la Caritas diocesana e le indicazioni fornite da Caritas Italiana, la Cooperativa provvederà ad “accompagnare” il lento inserimento e il lungo processo di ritorno alla normalità necessario a questi, e alle migliaia di uomini e donne in fuga da guerre, fame, dittature.
Ci chiediamo se basterà una casa calda e accogliente, un pasto sicuro e un letto dove dormire a sanare le ferite che queste persone portano impresse nell’anima: ricordi ormai indelebili di un passato che non va più via.
E allora spazio alla solidarietà, alla prossimità (tanto attesa da Francesco, tanto vissuta da Gesù), alla carità: appello alle parrocchie, e comunque a tutti”agli uomini di buona volontà”, a trascorrere del tempo in compagnia di queste persone, e poi a rispondere alla richiesta che viene dalla Caritas diocesana: contribuire con il dono di alimenti, indumenti, beni per uso igienico in attesa che  il Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale, riesca – nel tempo – a coprire le spese per il mantenimento giornaliero di queste persone.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.