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Pontelatone / Visita Pastorale. Il Vescovo Valentino Di Cerbo: le comunità facciano gioco di squadra

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La visita pastorale del vescovo Valentino si sposta nella forania di Piana di Monte Verna, per un confronto concreto con “i volti della gente”

valentino di cerbo vescovoGiovanna Corsale | Si è svolto ieri pomeriggio, nel salone delle scuole medie di Pontelatone, il convegno d’apertura della Visita Pastorale, In ascolto di Dio e del Territorio. Questa volta il Vescovo Valentino Di Cerbo farà tappa nella forania di Piana di Monte Verna. Ancora una volta dunque trascorrerà alcuni giorni tra la gente della diocesi, per cercare insieme a loro soluzioni adeguate a quelle circostanze di vita che suscitano maggiore preoccupazione all’interno di ogni parrocchia.
Come può la Chiesa rispondere alle esigenze delle varie comunità che costituiscono la forania di Piana? A confrontarsi sulla questione accanto al Vescovo, sono stati il dott. Giovanni Simeone, medico di professione e sensibile alla realtà socio-culturale del suo territorio e l’avvocato Antonio Palmieri, originario di Pontelatone e vicino al contesto parrocchiale di appartenenza.
Il dibattito, moderato dall’avvocato Ciro Ferrucci, ha preso avvio dall’intervento del dott. Simeone, il quale si è focalizzato sul dovere che ogni territorio ha di conoscersi o meglio di riconoscersi nella propria identità. Nel caso dei comuni che rientrano nella forania di Piana di Monte Verna, non si può prescindere dalla “sacralità” che ha accompagnato il vivere quotidiano delle popolazioni autoctone caratterizzandole come “civiltà”. Piana di Monte Verna, Pontelatone, Castel di Sasso, Formicola, Treglia, Maiorano di Monte e Liberi godono di un’origine contadina pregna di religiosità. Tuttavia, col trascorrere delle generazioni qualcosa si è perso, e a un’analisi approfondita ciò che manca oggi è un dialogo proficuo che sia sentore di cambiamento. Da qui la necessità di un percorso di evangelizzazione che permetta di riscoprire il senso e la bellezza dei luoghi, ma soprattutto che risvegli il desiderio di condivisione.
Il dato di fatto più negativo che si riscontra nelle comunità in questione è la “scarsa aggregazione” tra le parrocchie e prima ancora tra le persone, il che non fa altro che esasperare individualismo e autoreferenzialità. In questi termini l’avvocato Palmieri ritrae una condizione reale che desta perplessità, chiamando in causa oggi più che mai una presenza attiva e indispensabile da parte della Chiesa diocesana, per ispirare valori di solidarietà ed empatia soprattutto nei confronti degli “ultimi”.
Scopo precipuo della visita pastorale è quello di incoraggiare le comunità ecclesiali a “salvaguardare la propria anima”, compito attuabile soltanto in virtù della misericordia, intesa come “accoglienza”. Ma come si traduce questa missione della Chiesa concretamente? La risposta che Mons. Valentino Di Cerbo propone nelle battute finali del convegno è compresa nella “cultura del vangelo”, una cultura che va trasmessa senza risparmiarsi ma soprattutto “incardinata nel presente di ognuno”. “A nulla serve disperarsi e piangere”, prosegue il vescovo, al contrario occorre affrontare i problemi e cercare di risolverli, ma a nessun risultato significativo si giungerebbe se le comunità non si unissero per “fare gioco di squadra”.

foto Rossano Orchitano

 

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