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“La comunione non è andare d’accordo, ma camminare nella stessa direzione”. Il vescovo Valentino a Pentecoste

Il Sinodo della Diocesi di Alife-Caiazzo si arricchisce di una tappa importante nella veglia di Pentecoste

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Celebrazione di Pentecoste, tappa del Sinodo diocesano, che in Cattedrale ieri sera ha accolto una rappresentanza di fedeli provenienti da tutte le parrocchie di Alife-Caiazzo.
Sono stati i membri sinodali i protagonisti di una messa scandita da una particolare simbologia in cui è confluita sinteticamente l’esperienza di Chiesa in cammino del Sinodo.
Al momento di Pentecoste, quello della Chiesa nascente, si è voluto affidare il rinnovamento della Diocesi di Alife-Caiazzo tanto attraverso le parole del Vescovo durante l’omelia, quanto nelle suggestive invocazioni dei fedeli – dopo il rinnovo delle promesse battesimali –  ciascuna con riferimento agli ambiti di lavoro del Sinodo: per una Chiesa testimone dell’amore, artefice di comunione e corresponsabilità…

“La Comunione che nasce dalla fede non è andare d’accordo, ma andare nella stessa direzione, animati dalla passione per il Vangelo”. Mons. Valentino Di Cerbo ha parlato di unità nello Spirito Santo, quella che come per gli Apostoli riuniti nel cenacolo con Maria, non cancella, non annienta la molteplicità della “povera esperienza umana” dei dodici, ma esalta l’andare, tutti insieme, ciascuno per la sua strada in nome di Cristo.
“Il nostro pensiero stasera va alla straordinaria esperienza della prima Pentecoste e alla straordinaria conseguenza di quell’evento: conseguenze strabilianti che portano poveri uomini a trasformarsi in Apostoli, che trasformano l’esperienza di pochi in esperienza di molti, che da inizio all’umanità nuova che Dio vuole costruire tra gli uomini”.

A più riprese durante l’omelia il Vescovo ha invitato a “pensare la differenza tra la prima Pentecoste, quella del racconto evangelico, e la nostra Pentecoste. Guardando ai prodigi di quel primo avvenimento avvertiamo un senso di sfiducia a vederne gli effetti di oggi sulle nostre comunità in cui prevale mondanità e savoir fair (…). Ha perso la sua efficacia lo Spirito Santo?”
Domande ripetutamente poste all’assemblea non solo a sollecitare la coscienza di ciascuno, ma a ridestare l’attenzione sul senso della comunità, dell’appartenenza, dell’adesione unanime al progetto di Dio: “Solo dalla disponibilità ad accogliere lo Spirito Santo che è forza, coraggio, sapienza, si generano le conseguenze per noi, come quelle che furono per gli Apostoli”.

Cosa può fare la Pentecoste in noi? Diverse prospettive ha indicato Mons. Di Cerbo, quella di chi crede nella possibilità di essere Apostolo o quella di chi lascia che tutto accada da sè.
“Se non abbiamo nel nostro cuore la memoria di Gesù, la nostalgia della sua umanità ricca, pura e grande, il desiderio di uguaglianza e fraternità, di giustizia, di pace, di perdono, accoglienza; se non coltiviamo con la preghiera e l’ascolto della Parola questi grandi desideri, lo Spirito non saprà dove poggiare i piedi nel nostro cuore (…) Le nostre barche stanno lì, sonnacchiose, nel mare del mondo senza avere neppure il coraggio di issare la vela; e il vento arriva e soffia su queste barche morte ed incapaci di prendere il largo”.

Ad una condizione inerzia, ferma in se stessa, il Vescovo ha chiesto una reazione decisiva: “Stasera dobbiamo porci delle domande serie, dobbiamo domandarci se c’è nel nostro cuore il desiderio dello Spirito Santo, quello che nasce dalla memoria e dall’esperienza di Gesù, dall’ascolto e dalla preghiera… Perchè se non siamo uomini di preghiera la fede rimane un fatto sociologico, le nostre manifestazioni di fede si rivelano più preoccupate di costruire strutture culturali che non esperienze di incontro e rilvelazione dell’amore di Dio. In questo caso la Pentecoste sarà un’altra che si aggiunge alle tante inutili…di cui noi preti avremo parlato con impaccio nelle omelie senza averne fatto esperienza…
Chiediamo che stasera nasca nel nostro cuore un grande desiderio, quello di essere appassionati della missione di Gesù,  della sua esperienza e del suo Regno. Se la nostra preghiera sarà profonda e se il nostro cuore sarà disponibile a mettersi nelle mani di Dio, allora lo Spirito arriverà su ciascuno e gonfierà le nostre vele di vento santo e movimento frettoloso verso le storie dei fratelli…
Pentecoste senza se e senza ma; Pentecoste di scelte profonde, che chiedono di guardarsi intorno e procedere in avanti nella missione.

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